Le banche centrali affossano i mercati: tonfo di Wall Street

Economia & Finanza

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Ieri la Fed, oggi la Boe e la Bce: non si allenta la stretta delle banche centrali. E i mercati sono spaventati dallo spettro della recessione. Milano e le altre borse europee hanno chiuso con perdite di oltre il 3%, il Nasdaq lascia sul terreno il 3,23%

di Silvia Inghirami

© Afp –  Wall Street (Afp)

 

AGI – Le banche centrali di Inghilterra, Stati Uniti e Unione Europea non allentano la stretta sul costo del denaro e la reazione dei mercati non si fa attendere. Wall Street risponde alla Fed e chiude in rosso con il Dow Jones Industrial Average che perde il 2,25% a 33.202,22 punti, Nasdaq il 3,23% a 10,810.53 punti, lo S&P 500 il 2,48% a 3.898,50 punti. Ieri la Federal Reserve ha aumentato i tassi di mezzo punto percentuale e ha presentato una nuova serie di previsioni che indicano che rimarrà elevata l’inflazione, rallenterà la crescita del prodotto interno lordo e aumenterà la disoccupazione.

La banca centrale Usa ha dichiarato che il tasso di riferimento si attesterà probabilmente al di sopra del 5%, un livello superiore a quello previsto solo pochi mesi fa, e ha indicato di non essere incline a una pausa o a un cambiamento verso tagli dei tassi in tempi brevi.

Il presidente Jerome Powell ha dichiarato che ci sono alcuni segnali di raffreddamento dell’inflazione, ma non abbastanza da convincere i responsabili politici che l’inflazione sia sulla strada verso l’obiettivo del 2%. Gli operatori si aspettano altri due rialzi dei tassi l’anno prossimo, ciascuno di almeno un quarto di punto percentuale.

Sul fronte azionario, in profondo rosso Apple a -4,69%, Ibm a -5%, Intel a -3,93%, Microsof -3,19%. Tonfo di Netflix (-8,88%) dopo che un rapporto ha rivelato il fallimento dell’operazione che puntava a offrire il servizio a un prezzo più basso in cambio dell’accettazione di una dose significativa di pubblicità.

A novembre, Netflix ha lanciato un’offerta per accedere ai suoi contenuti a un prezzo di 6,99 dollari negli Stati Uniti, ma con lo svantaggio di avere la programmazione interrotta di tanto in tanto dalla pubblicità, con 4-5 minuti di spot all’ora. In controtendenza le azioni di Tesla, salite dello 0,5% dopo che l’amministratore delegato Elon Musk ha reso noti altri 3,6 miliardi di dollari di vendite di azioni.

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