La politica della disoccupazione  

Politica

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La mancanza di lavoro rappresenta l’aspetto meno “gestibile” della situazione socio/politica nazionale. I conti, alla fine di questo 2022, sono presto fatti. Da noi, i giovani tra i 18 e i 29 anni che non riescono a inserirsi nel mondo produttivo in Patria sono il 21,5% della presumibile forza Lavoro. Poi, ci sono quelli che il lavoro l’hanno “perduto”.

In UE, la percentuale, per le stesse età, scende, drasticamente, al 12%. Che la flessione del lavoro abbia, però, anche implicazioni politiche lo rileva il monitoraggio del trasferimento in altri Stati UE di nostri giovani diplomati, laureati e, comunque, con una qualifica professionale da poter fare valere. Dal 2010 al 2021, hanno lasciato il Bel Paese 280.000 giovani, con un’età compresa tra i 18 e i trent’anni.

La “preoccupazione” di chi potrebbe perdere il lavoro s’è fatta più dolente. Non solo nel sud del Paese. Gli imprenditori sono in “crisi” e ci vorranno anni per frenare la carenza occupazionale. Sarà nostra premura tenere aggiornati i Lettori in merito e restiamo disponibili a prendere atti d’eventuali consigli. Insomma, la politica della disoccupazione resta un aspetto della vita nazionale che non può essere evitato.

Giorgio Brignola

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