Morire di lavoro. Gli infortuni crescono del quasi del 30% in un anno

Economia & Finanza

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Le denunce presentate all’Inail tra gennaio e novembre sono state 652 mila, un migliaio con esito mortale, quasi il 10% in più dell’anno precedente. Le amministrazioni degli enti locali e i servizi ricettivi e di ristorazione i settori più colpiti
©  Minichiello / AGF

 

AGI – Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e novembre sono state 652.002 (+29,8% rispetto allo stesso periodo del 2021), 1.006 delle quali con esito mortale (-9,9%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 55.732 (+9,7%). È quanto emerge dalla sezione “Open data” pubblicata sul sito dell’istituto.

In particolare, osserva il report, nei primi 11 mesi del 2022 si registra, rispetto all’analogo periodo del 2021, un deciso aumento delle denunce di infortunio in totale (dovuto in parte al più elevato numero di denunce di infortunio da Covid-19 e in parte alla crescita degli infortuni “tradizionali”, sia in occasione di lavoro che in itinere), un calo di quelle mortali (per il notevole minor peso delle morti da contagio, a cui si contrappone però il contestuale incremento dei decessi in itinere) e una crescita delle malattie professionali.

Denunce di infortunio

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di novembre sono state 652.002, in aumento del 29,8% rispetto alle 502.458 dei primi 11 mesi del 2021 (+32,5% rispetto alle 492.150 del periodo gennaio-novembre 2020 e +10,4% rispetto alle 590.679 del periodo gennaio-novembre 2019). I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale per i primi 11 mesi del 2022 un incremento rispetto al pari periodo del 2021 sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 431.215 del 2021 ai 569.133 del 2022 (+32,0%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un aumento del 16,3%, da 71.243 a 82.869.

Nello scorso mese di novembre il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un +28,5% nella gestione Industria e servizi (dai 421.644 casi del 2021 ai 541.669 del 2022), un -2,8% in Agricoltura (da 25.038 a 24.341) e un +54,2% nel Conto Stato (da 55.776 a 85.992). Si osservano incrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare Sanità e assistenza sociale (+125,5%), Trasporto e magazzinaggio (+94,7%), Amministrazione pubblica, che comprende le attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali (+63,2%), e Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+59,6%). L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+41,8%), seguito da Isole (+37,7%), Nord-Ovest (+36,1%), Centro (+33,0%) e Nord-Est (+16,1%).

Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+77,4%), la Liguria (+55,6%) e il Lazio (+51,6%). L’aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2021 e il 2022 è legato sia alla componente femminile, che registra un +49,6% (da 179.522 a 268.565 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +18,7% (da 322.936 a 383.437). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+31,5%), sia quelli extracomunitari (+23,0%) e comunitari (+18,6%). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Quasi la metà dei casi, in particolare, confluisce nella classe 40-59 anni.

Casi mortali

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro lo scorso mese di novembre sono state 1.006, 110 in meno rispetto alle 1.116 registrate nei primi 11 mesi del 2021 (-9,9%), sintesi di un decremento delle denunce osservato nel quadrimestre gennaio-aprile (-33,6%) e di un incremento nel periodo maggio-novembre (+11,1%), nel confronto tra i due anni. Si registrano 145 casi in meno rispetto al periodo gennaio-novembre 2020 (1.151 decessi) e nove in più rispetto al periodo gennaio-novembre 2019 (997 decessi).

A livello nazionale i dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento per i primi 11 mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, solo dei casi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 882 a 722 per il notevole minor peso delle morti da Covid-19, mentre quelli in itinere sono passati da 234 a 284. Il calo ha riguardato soprattutto l’Industria e servizi (da 946 a 859 denunce), seguita da Conto Stato (da 48 a 35) e Agricoltura (da 122 a 112).

Dall’analisi territoriale emerge un incremento di tre casi mortali nelle Isole (da 75 a 78) e un decremento di 73 casi al Sud (da 297 a 224), di 26 nel Nord-Est (da 250 a 224), di otto al Centro (da 212 a 204) e di sei nel Nord-Ovest (da 282 a 276). Tra le regioni con i maggiori decrementi, la Campania (-33 casi mortali), la Puglia e il Friuli Venezia Giulia (-20 ciascuna), l’Emilia Romagna (-18), l’Abruzzo (-17) e il Lazio (-14).

Tra le regioni che registrano aumenti, invece, si segnalano la Calabria (+13 casi), la Lombardia (+11) e la Toscana (+8). Il calo rilevato tra i primi 11 mesi del 2021 e del 2022 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 1.002 a 893, mentre quella femminile passa da 114 a 113 casi. In diminuzione le denunce dei lavoratori italiani (da 944 a 817 decessi), in aumento quelle dei comunitari (da 41 a 49) e degli extracomunitari (da 131 a 140). Dall’analisi per classi di età, da segnalare l’incremento di casi mortali tra i 25-39enni (da 144 a 184 casi) e tra gli under 20 (da 10 a 21) e il calo tra gli over 39 anni (da 926 a 768). Al 30 novembre di quest’anno risultano 18 denunce di incidenti plurimi avvenuti nei primi 11 mesi, per un totale di 44 decessi, 42 dei quali stradali. Nel periodo gennaio-novembre 2021 gli incidenti plurimi erano stati 16 per un totale di 27 decessi, 23 dei quali stradali.

Denunce di malattia professionale

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 11 mesi del 2022 sono state 55.732, in aumento di 4.928 casi (+9,7%) rispetto allo stesso periodo del 2021 (14.806 casi in più, per un incremento percentuale del 36,2%, rispetto al pari periodo del 2020, e 824 casi in meno, con una riduzione dell’1,5%, rispetto al periodo gennaio-novembre 2019). I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno mostrano un aumento per i primi 11 mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2021 nelle gestioni Industria e servizi (+9,9%, da 41.894 a 46.024 casi), Agricoltura (+8,9%, da 8.455 a 9.207) e Conto Stato (+10,1%, da 455 a 501).

A livello territoriale, l’incremento delle patologie denunciate è stato più consistente nelle Isole (+23,3%), seguite da Sud (+10,2%), Nord-Ovest (+9,6%), Centro (+9,1%) e Nord-Est (+4,0%). In ottica di genere si rilevano 3.997 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 37.132 a 41.129 (+10,8%), e 931 in più per le lavoratrici, da 13.672 a 14.603 (+6,8%). Nel complesso, l’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 47.032 a 51.503 (+9,5%), sia quelle degli extracomunitari, da 2.596 a 2.840 (+9,4%), e dei comunitari, da 1.176 a 1.389 (+18,1%). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi 11 mesi del 2022, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle malattie del sistema respiratorio.

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