Opere d’arte distrutte in Brasile, danni incalcolabili

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Nell’attacco alle sedi istituzionali di Brasilia condotto dai sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro è andata persa per sempre una parte importante del patrimonio artistico e architettonico che rappresenta la storia nazionale: molti capolavori, quadri, orologi, sculture, danneggiati o trafugati
© CARL DE SOUZA / AFP – Un dipinto vandalizzato giace in una stanza del parlamento di Brasilia

 

AGI – I sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro che domenica hanno attaccato la sede della presidenza, del Congresso e della Corte Suprema hanno causato danni a numerose opere d’arte che si trovavano nei palazzi, alcuni irreparabili, e il cui valore è “incalcolabile”, secondo le verifiche degli esperti.

La monumentale opera “As mulatas”, del pittore brasiliano Di Cavalcante e un orologio a pendolo che il re Giovanni VI del Portogallo ricevette in dono dal monarca francese Luigi XIV nel XVIII secolo, compaiono negli elenchi delle opere distrutte o danneggiate.

I danni non si limitano alle opere che decoravano le sale del Palazzo presidenziale di Planalto, proprietario di una delle principali collezioni di arte modernista brasiliana del Paese, ma hanno interessato anche dipinti, sculture e arredi storici che erano al Congresso e alla Federal Corte Suprema.

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“I terroristi che hanno invaso Palazzo Planalto hanno saccheggiato e distrutto una parte importante del patrimonio artistico e architettonico e che rappresenta un importante capitolo della storia nazionale”, si legge in una nota della presidenza. “Il valore di ciò che è stato distrutto è incalcolabile per la storia che rappresenta”, ha ammesso il direttore della Curadurìa de los Palacios Presidenciales, Rogerio Carvalho, secondo il quale è possibile, anche se costoso, recuperare la maggior parte delle opere. Carvalho considera “molto difficile” soltanto il restauro dell’orologio appartenuto al re Giovanni VI, il cui autore è l’orologiaio francese Balthazar Martinot e delle cui produzioni rimane solo un altro essemplare nella Reggia di Versailles. Oltre a danneggiare il patrimonio artistico, i seguaci di Bolsonaro, che non riconoscono la vittoria del progressista Luiz Inàcio Lula da Silva alle presidenziali di ottobre e invocano un golpe per destituirlo, hanno provocato anche danni architettonici ai tre edifici realizzati da il brasiliano Oscar Niemeyer. Le enormi finestre dei tre palazzi sono state completamente distrutte e sono state danneggiate o imbrattate diverse colonne e pareti.

Secondo un primo e parziale bilancio della presidenza, tra le opere danneggiate vi è “Bandeira do Brasil” (1995), del brasiliano Jorge Eduardo, trovata in una pozzanghera che ha allagato il primo piano della presidenza dopo i vandali hanno lasciato gli idranti aperti. Il dipinto “As mulatas” di Di Cavalcanti, valutato circa 1,5 milioni di dollari e che decora la Sala Nobile di Palazzo Planalto, a pochi metri dallo studio del presidente Lula, è diviso in sette parti con oggetti appuntiti. La scultura “O Pied Piper” di Bruno Jorge, del valore di circa 50.000 dollari, è interamente distrutta, mentre una scultura in legno di Frans Krajcberg è stata gravemente danneggiata. Tra le opere danneggiate anche la scrivania del presidente Juscelino Kubitscheck (1956-1961), che progettò e fondò Brasilia, e la scultura “Venere apocalittica” dell’argentina Marta Minujìn.

Nella sede del Congresso, l’elenco comprende la vetrata “Araguaia”, di Marianne Peretti, che decorava la Sala Verde della Camera Bassa e che è stata totalmente distrutta; la scultura in bronzo “Una ballerina”, di Victor Brecheret è scomparsa; danneggiata anche una scultura di Athos Bulcao. Dall’Assemblea Legislativa sono stati trafugati anche tutti i regali delle autorità straniere che erano esposti nelle bacheche e persino un pallone da calcio con l’autografo del famoso attaccante Neymar e che faceva parte di una mostra sui Mondiali di Qatar 2022.

Nella sede della Corte Suprema sono state attaccate la monumentale scultura “A Justica”, di Alfredo Ceschiatti, imbrattata; le sculture di personaggi storici che si trovavano nella “Sala dei Busti” e un tappeto appartenuto alla principessa Isabella, figlia dell’imperatore Pedro II del Brasile. Nell’edificio del tribunale sono state distrutti le sedie utilizzate dai magistrati e progettate dall’architetto Jorge Zalszupin e lo storico stemma della Repubblica che decorava la parete principale della corte plenaria.

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