ChatGPT: le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale tra rischio etico e coraggio

Scienza & Tecnologia

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di Alessandra De Gaetano

Il tema è caldo e più che mai attuale: proprio in questi giorni si fa un gran parlare di Intelligenza Artificiale grazie a ChatGPT, il nuovissimo strumento digitale che permette a chiunque di ricorrere all’I.A. per generare, partendo da una semplicissima domanda, contenuti intellettuali di ogni sorta.

Ma vediamo di cosa si tratta.

L’idea appartiene a OpenAI, società di ricerca di San Francisco fondata da Sam Altman, Elon Musk, Greg Brockman, Ilya Sutskever e Wojciech Zaremba.

ChatGPT è un modello di linguaggio generativo. Nello specifico si tratta di un sistema chatbot gratuito, una chat a base I.A. addestrata e progettata per simulare conversazioni tra esseri umani, tramite comando vocale o in forma scritta.

Approdando sulla pagina web di ChatGPT si può interagire e conversare con un programma di intelligenza artificiale, un software in grado di elaborare grandi quantità di informazioni e dati e di generare in maniera estremamente efficace contenuti in linguaggio naturale.

L’applicazione è dotata di un sistema di apprendimento automatico: più viene utilizzata, maggiore diverrà l’accuratezza delle sue risposte. Può elaborare e creare immagini, canzoni, articoli, poesie, saggi e testi di ogni genere. Funziona per parole chiave: bastano pochi input e realizzerà ciò che le richiediamo.

A gennaio del 2023, a meno di un mese dal lancio, già più di un milione di utenti ha utilizzato ChatGpt. Utile per il lavoro, per lo studio, ma anche piacevole partner per una conversazione stimolante, è considerato la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale.

Ma il rischio è dietro l’angolo: le implicazioni etiche e i problemi ad esse correlati rischiano di essere ampiamente sottovalutati se l’utilizzo di queste tecnologie non sarà supportato da una serie di dovute riflessioni.

L’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più impattante e pervasiva nella vita della società. La novità dirompente e perturbante certamente entusiasma, offre opportunità fino a ieri inimmaginabili ma incontra svariate (e prevedibili) resistenze e criticità prima di tutto sul piano etico.

Non a caso il dibattito sul tema non si limita più alla sola dimensione logico-teoretica del problema, ma si trova a dover affrontare in particolar modo le questioni etiche scaturite dall’avvento, dalle applicazioni e implicazioni dell’I.A., che si intrecciano a concetti e principi quali affidabilitàlegalitàresponsabilità, costantemente a rischio in uno scenario così mutevole e sempre più caratterizzato da uno sviluppo tecnilogico esponenziale.

A livello normativo è necessario che il tema sia correttamente regolamentato e controllato.  Recentissime iniziative nazionali, europee ed extraeuropee si sono poste il problema di regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (si rimanda, per esempio, alle Linee Guida Etiche sull’intelligenza artificiale ideate dal Gruppo di Esperti della Commissione Europea nel 2019).

“La dimensione etica dell’intelligenza artificiale” ha detto Andrus Ansip, Vice Presidente della Commissione Europea, non è né un lusso né un accessorio; (…) È solo con la fiducia che la nostra società può godere appieno dei benefici che derivano dalle tecnologie”.

Cosa aspettarci, allora, per il futuro?

L’intelligenza artificiale si sta sviluppando in modo fulmineo; la vera sfida sarà quella creare e garantire regole efficaci, ma non così stringenti e specifiche da diventare obsolete ed essere superate dalla rapidità della tecnologia stessa. La fiducia verso le disruptive technology non è mai immediata: ci vuole visione per accettare paradigmi nuovi e per lasciare che attecchiscano, proattività per accoglierli e coltivarli, formazione e informazione per governarli.

E ci vuole fiducia, perchè ogni rivoluzione parte dal coraggio.

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