Il Codice dell’Ambiente modicato per la 179esima volta

Ambiente, Natura & Salute

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Un momento storico caratterizzato, in Italia dall’attacco alla normativa ambientale, concepita come un intralcio allo sviluppo economico.

 Il ministro dell’ambiente e commercialista Pichetto Fratin ha comunicato la costituzione di “una commissione, per rivedere il codice dell’ambiente”.

Palazzinari, cementieri e tondinari da ben 17 anni trescano per continue modifiche al testo unico sull’ambiente, Centosettantasei modifiche dall’entrata in vigore. Plaude, non a caso l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, delle imprese del riciclo e di quanti hanno sulle scatole, autorizzazioni, monitoraggi, controlli. Plaudono anche le organizzazioni criminali che nel settore rifiuti, movimento terra e subappalto hanno realizzato i loro lauti affari.

 D’altro canto cosa ci si poteva aspettare da un governo di destra ,che considera l’ambiente subordinato alla espansione , senza se e senza ma della Lordura Interna Prodotta (copyright Giorgio Ruffolo),  correttamente detto PIL?  

Gli interventi sulla legislazione ambientale iniziano nel novembre del 1993 e portano la firma del governo Ciampi,  con una serie lunghissima di decreti reiterati basati sulla convinzione che per aiutare l’economia, occorre eliminare il più possibile i vincoli e le sanzioni penali previsti dalle leggi di tutela ambientale.

Si riscrive la legge Merli depenalizzando tutto il settore degli scarichi civili e da pubbliche fognature e altre amenità.

Quindi la causa prima della disapplicazione delle leggi di tutela ambientale è da imputare da tre decenni a comportamenti del legislatore e della pubblica amministrazione.

Una sorta di illiceità “istituzionale”.

La metodologia è sempre la stessa: istituzione di una commissione tecnica, elaborazione di una legge con rinvio a decreti attuativi, che o non sono mai fatti o sono in contrasto con la legge base. Inoltre e , fa parte del metodo la presenza di precetti privi di sanzioni e con periodiche sanatorie, condoni, amnistie e via discorrendo.

 Infine chiude il cerchio l’inadeguatezza della struttura amministrativa, che dovrebbe gestire le leggi di tutela ambientale. Non è casuale che è stata l’Italia a inventare il silenzio assenso.

Dalla nascita del Testo Unico ambiente a oggi sono intervenute 178 modifiche.

La narrazione dei nemici dell’ambiente e della vita è che il Testo Unico sarebbe affetto da  “ipertrofia normativa” ( definizione dell’ Ance, associazione nazionale dei costruttori) vergata, in una memoria depositata al Senato nella audizione sul correttivo del dlgs 116  , che “ha determinato una situazione di grave instabilità e incertezza tra gli operatori e in molti casi anche sfiducia verso le istituzioni”.

Addirittura l’ANCE afferma, che le interpretazioni “da parte delle diverse autorità competenti e degli organi di controllo” hanno rappresentato un “freno al processo di transizione ecologica”. Sapevo che gli unici a interpretare sono i magistrati amministrativi, tutti gli altri devono dare attuazione a quanto disposto.

È in tale contesto scientemente contro l’ambiente e la vita,  che si collocano assurdità come la questione Ilva, quella dei Pfas in Veneto, le bonifiche, la distruzione della biodiversità, il consumo di suolo.

Terribili i dati sull’Ilva di Taranto. Un eccesso di mortalità nei tre quartieri di Taranto più vicini all’area industriale: 1020 morti fra il 2011 e il 2019 facendo una comparazione con i dati di riferimento regionale (fonte: “Environmental Research” 2021).

Nell’Italia della “ Costituzione più bella del mondo” , dell’art 32 subordinata di fatto all’art 41 adattato in prima lettura  al modificato art 9 dove la Repubblica protegge “l’ambiente, l’ecosistema e la biodiversità anche nell’interesse delle generazioni future”.

 Gli  effetti sull’art 41 comma 2 sono  il divieto di recare danno “alla salute, all’ambiente” e che  (l’iniziativa economica privata) “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale “.

Tutte queste nobili parole mentre il Ministro D’Urso parla di “ acciaio verde” credo , suscitando il ridicolo internazionale oltre che il concreto danno erariale rispetto , a una produzione globale di acciaio che presenta un surplus di 700 milioni di tonnellate e un paese l’Italia , che dei tre ingredienti per produrre acciaio possiede solo il calcare.

Parole, parole e senza vergona, per le espressioni di condanna usate dalla Commissione ONU e da sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Onu , che non ha usato parole diverse per l’inquinamento di 300 mila persone in Veneto da sostanze perfluoroalchiliche.

Questo è il paese mentre gli USA erogano 400 miliardi di dollari di sostegno alle produzioni green.

Saccheggio ambientale, compressione dei salari e danni alla salute come fattori determinanti la competitività italiana.

 

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