Giorgia Meloni e la politica dei “toni bassi” per incassare il voto

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La scelta di non rispondere a “provocazioni”, come la foto strappata da Fedez a Sanremo, o l’appello per il caso Cospito. La premier vola a Bruxelles e bacchetta Macron per aver invitato Zelensky all’Eliseo

di Giovanni Lamberti

© Alessandro Serranò/ AGF – Giorgia Meloni

 

AGI – In altri tempi – osserva un esponente di Fdi – “sarebbe successo il finimondo”. E, invece, Fratelli d’Italia ha scelto di non rispondere a quelle che considera ‘provocazioni’, come ad esempio la foto strappata da Fedez a Sanremo del sottosegretario Bignami. L’appello lanciato da Meloni ad abbassare i toni dopo il ‘caso Cospito’ riguardava innanzitutto il confronto politico in Parlamento, ma in ogni caso i parlamentari ha rispettato l’invito della premier.

“La prima forza parlamentare di maggioranza non può mettersi a fare polemica con un artista, non gli faremo questo regalo, poi sulla Rai si ragionerà in un secondo momento”, spiega un ‘big’ del partito di via della Scrofa. L’unica richiesta avanzata al Festival dalla destra è stata quella di commemorare “la giornata del Ricordo dei martiri italiani d’Istria, Giulia, Fiume e Dalmazia, infoibati dai partigiani comunisti di Tito”.

E, intanto, il presidente del Consiglio ha firmato il Dpcm per la costituzione, presso la presidenza del Consiglio, del Comitato di coordinamento per le celebrazioni del Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe. La premier a Bruxelles ha partecipato alla riunione del Consiglio europeo sul tema dei migranti e della competitività delle imprese, summit che ha avuto come indiscusso protagonista Zelensky.

Meloni ha condannato la scelta del presidente francese Macron di invitare il presidente ucraino all’Eliseo, facendo leva sull’unità e sulla compattezza del fronte europeo. L’esecutivo è consapevole dell’asse franco-tedesco, punta sulla sponda di Usa e Gran Bretagna oltre che sull’alleanza con gli altri leader conservatori in Europa, ma ha richiamato l’attenzione sulla necessità di non creare un’Europa di serie A e una di serie B. “L’Italia non è isolata”, ha tagliato corto il ministro degli Esteri Tajani.

“Il presidente del Consiglio – sottolinea un suo fedelissimo – ha criticato l’atteggiamento della Francia dimostrando di voler far sentire la propria voce dopo anni di silenzio da parte dei governi che si sono succeduti”. Ma le opposizioni sono andate all’attacco: “È finita la pacchia”, l’attacco di Conte; “L’Italia non conta nulla”, dicono dal Pd. Meloni ha l’appoggio di Salvini, “non è né utile, né intelligente escludere Italia”, mentre dal partito azzurro sottotraccia c’è chi invita il Capo del governo a evitare prove di forza. A una settimana dalle Regionali, i fari dei partiti sono puntati soprattutto sul voto in Lazio e Lombardia, con il centrodestra convinto di replicare la vittoria delle politiche.

Meloni punta a passare all’incasso, Fdi ritiene che si allargherà non solo la forbice dei consensi tra le coalizioni in Parlamento ma anche all’interno dell’alleanza. Mancano poche ore alla prova del nove delle urne, e dopo lunedì terminerà pure la pausa dei lavori alla Camera e al Senato. Meloni, in un’intervista al Sole 24 ore, ha ribadito che il 2023 sarà l’anno delle riforme. Anche di fronte alle polemiche degli ultimi giorni legate alla difesa della Costituzione vigente, il partito del presidente del Consiglio ha evitato di infilarsi nella ‘querelle’. Ma l’obiettivo resta sempre quello di andare nella direzione presidenzialista, con l’ipotesi poi di trovare nel premierato la sintesi.

La premier ha rilanciato soprattutto la riforma del fisco, che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio a metà marzo, ma prima il governo è pronto a blindare il Milleproroghe al Senato e il dl Ong alla Camera. E a rispondere alle offensive delle forze di opposizione sulla vicenda ‘Donzelli-Delmastro’ prima di presentare il pacchetto di norme sulla giustizia (a partire dalla revisione del reato sull’abuso d’ufficio).

Mercoledì poi ci sarà un’altra informativa a Montecitorio del Guardasigilli Nordio che oggi ha ‘respinto’ la richiesta di far uscire l’anarchico Cospito dal regime del 41 bis. Il centrodestra si compatterà contro le mozioni annunciate da Pd, M5s, Iv e Avs contro i due esponenti di Fdi, ma dovrà trovare la quadratura del cerchio pure sul dl Carburanti e sull’eventuale ratifica del Mes che potrebbe arrivare direttamente nell’Aula della Camera e non con un atto del governo.

“Anche se Fratelli d’Italia dovesse crescere ancora noi siamo sicuri che Meloni non forzerà la mano”, osserva un esponente di primo piano di Forza Italia. Un altro ‘big’ di Fdi sottolinea che non ci sarà più alcun ‘controcanto’ da parte degli altri partiti del centrodestra, anche se nel partito di via della Scrofa non si prevedono stravolgimenti negli equilibri dell’alleanza. “Da lunedì – spiega la stessa fonte – cominceremo a correre sui provvedimenti e il governo dovrà mostrare ancora più compattezza”. E contestualmente il presidente del Consiglio giocherà la sua partita in Europa.

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