“Pfizergate”, i MEPs più fedeli blindano la Von der Leyen

Parte del Parlamento europeo non ha esitato a proteggere la Commissione e il suo presidente, in quella vicenda con al centro le misteriose e inopportune chat private, scambiate tra Von der Leyen e i vertici di Pfizer, circa l’acquisto dei vaccini Co.Vi.d./19. Opponendosi ad ogni audizione pubblica, alcuni membri dell’Eurocamera sono riusciti a far decadere la richiesta espressa dalla Commissione COVI, scatenando l’ira e lo scandalo dell’area d’opposizione. Ma il peggio è che si vive sperando nell’attenzione mediatica di chi sembra sordo e incantato. E non dovrebbe esserlo…

Ambiente, Natura & SaluteEconomia & FinanzaPolitica

Di

Nel cuore della politica europea sta montando uno scandalo di portata eccezionale, forse il più grande degli ultimi anni, capace di mettere a serio rischio la stabilità delle istituzioni comunitarie se solo scoppiasse. Una storia incentrata sull’affare delle vaccinazioni anti-Co.Vi.d./19 e sui rapporti tra Bourla (CEO di Pfizer) e Von der Leyen, emblema di Bruxelles (in quanto Presidente della Commissione europea). Un caso talmente importante e delicato che, per vari aspetti, sembra essere stato cinto da una sottile muraglia di omertà sin dall’inizio, a scapito di eventuali rischi per la salute pubblica e a dispetto delle più corrette pratiche economiche.

Riguardo a queste questioni pare che si sia levato un fronte di voci discordi ben organizzato a Strasburgo, a cui non basterebbe solo rivedere ipoteticamente “la polvere sotto il tappeto” ma che avrebbe deciso, invece, di organizzare una “controffensiva”: si tratterebbe di un gruppo di parlamentari europei schierati in difesa della presidentessa di Ixelles, i quali avrebbero ostacolato la prassi e fatto cadere nel vuoto la richiesta di pubblica audizione presentata dalla Commissione COVI (ossia da quel “Comitato Speciale” istituito per indagare ufficialmente sulla pandemia da Co.vi.d./19, nonché per verificare il grado di “lezioni apprese e le raccomandazioni per il futuro”).

Via di fuga da trasparenza e verità

Presieduta dall’eurodeputata belga Kathleen van Brempt, la Commissione COVI aveva ufficialmente convocato Von der Leyen a testimoniare apertamente la propria versione dei fatti concernenti la natura dei famosi “messaggini” scambiati con il CEO di Pfizer – che si dicono “svaniti nel nulla” -. Ma i capigruppo di Partito popolare europeo (PPE), Socialisti e democratici (S&D) e Renew Europe, insieme alla Presidente del Parlamento Roberta Metsola, avrebbero “fatto scudo” e deciso di non autorizzare (per ora e in forma pubblica) alcuna dichiarazione, lasciando decadere l’invito del comitato1.

Una scelta che ha scatenato non poche critiche, soprattutto in seno agli europarlamentari che rappresentano l’italiana Lega, i quali in una nota hanno scritto: “[…]Se l’operato della Commissione è limpido, perché Ursula Von der Leyen non rivela il contenuto dei messaggi? I cittadini hanno il diritto di sapere e le istituzioni dell’UE non possono nascondersi, né scappare, di fronte a richieste legittime e necessarie”. Anche la parlamentare europea Francesca Donato (sempre leghista) ha voluto ribadire le proprie perplessità su quanto accaduto, con un tweet in cui ha sottolineato: “[…]È chiaro che quando scelte così importanti vengono affidate a singole persone in una riunione a porte chiuse che ribalta le decisioni maturate nelle Commissioni competenti, ogni velleità di garantire trasparenza e verità ai cittadini europei viene azzerata”.

YouTube player

I sonni tranquilli dell’Informazione

Quando un Bourla “snobba” volutamente i palazzi istituzionali europei – o evita di rispondere alla stampa più “scomoda” – e quando anche la massima autorità di Bruxelles sembra “scappare o nascondersi”, l’opinione pubblica e gli organi d’informazione internazionali dovrebbero smetterla di dormire sonni tranquilli e stare un tantino più all’erta. Invece il caso sembra ancora rimanere confinato e non ricevere la meritata copertura mediatica (almeno in Italia, dove ne hanno parlato solo “ByoBlu“, “La Verità” e i siti de “Il Fatto Quotidiano” e dell'”Huffington Post“, entrambi con articoli riservati ai soli abbonati però).

Nel frattempo non resta che augurarsi che il procedimento legale intentato del New York Times, con denuncia depositata presso il Mediatore europeo lo scorso 25 gennaio, possa almeno scatenare una reazione, visto che le chat tra Pfizer e Von der Leyen erano materia istituzionale e, in quanto tali, avrebbero dovuto essere trattate con più cautela.

Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Miriam Gualandi del 17 febbraio 2023), sito istituzionale del Parlamento europeo, sito istituzionale del Parlamento europeo (sezione Osservatorio legislativo), Huffington Post.

Account Twitter: Kathleen van Brempt; Canale YouTube: Francesca Donato.

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

Note di riferimento:

  1. Si sarebbe optato, invece, per un incontro “a porte chiuse” con la partecipazione esclusiva dei medesimi capigruppo, da tenersi – forse – durante la plenaria di marzo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube