La donna essere umano uguale e diverso:intervista al Dott.Pietro Battista

Femminicidi & Violenza

Di

Intervista a cura del Co-direttore  Daniela Piesco 

“Una ragazza non dovrebbe aspettarsi speciali privilegi per il suo sesso, ma neppure dovrebbe adattarsi al pregiudizio e alla discriminazione. Deve imparare a competere non in quanto donna, ma in quanto essere umano”.

Queste le parole di Betty Naomi Friedan, nel suo “Mistica e femminilità”. Correva l’anno 1963 e credo che mai definizione fu più azzeccata, ed al contempo così attuale ancora oggi.

Necessario che lo Stato realizzi almeno un Osservatorio per analizzare il drammatico fenomeno, ed al contempo che diventi più semplice per una donna denunziare un potenziale carnefice prima che sia troppo tardi.

Ad oggi la normativa non tutela a sufficienza le donne, difatti la maggior parte di quelle che poi vengono uccise (come di quelle che si “salvano” riportando “solo” lesioni) avevano denunciato il loro killer. Purtroppo però senza che questo le salvasse, perche le forze dell’ordine hanno le mani legate da norme sbagliate.

La battaglia oggi, come ogni altro giorno, dovrebbe essere per garantire sicurezza, salute, opportunità e vita. Non certo per ottenere nel modo sbagliato poltrone.

Ho deciso di parlarne con Pietro Battista Dott esperto in criminalistica , sopralluogo giudiziario e scena del crimine.

L’ intervista

Pietro entriamo subito nel vivo : violenza contro le donne, qual è la situazione oggi in Italia?

Diciamo che nel 2022 il dato si è di poco diretto verso il basso anche perchè è cresciuta di più la prevenzione, anche se rimane al livelli di attenzione. In Italia il dato ci dice che sono circa 86 le donne che sono vittime ogni giorno di violenza, tra violenza sessuale, maltrattamenti molestie e stalking e che per la maggiore dei casi avvengono per mano di persone vicine a loro in ambito familiare.

I casi di stalking e di molestie sono in continuo aumento. Quali sono i consigli da dare ad una donna che subisce minacce e pressioni da un suo ex?

Si tratta di situazioni complesse e spesso pericolose, il modo più rapido è sicuramente chiamare le forze dell’ordine senza avere timore. Successivamente assistere la donna, rassicurarla, ascoltando il suo racconto e di credere in ciò che dice, spiegando anche che non c’è nessuna giustificazione per chi commette violenza. Porgli delle domande per capire da quanto tempo avviene la violenza, se è aumentata nel tempo e nella gravità, se ci sono armi in casa. queste informazione sono utili e serviranno per capire la pericolosità della situazione e l’urgenza di una soluzione. Una delle cose anche importanti e quella di creare anche un collante con un centro antiviolenza più vicino e rassicurarla del fatto che lì sarà ascoltata, troverà informazioni utili, non verrà forzata a prendere decisioni e che le sarà garantita la riservatezza.

Quali sono i fattori o i “campanelli d’allarme” da considerare “a rischio” in un rapporto di coppia problematico?

Se in un rapporto interpersonale, a un certo punto cominciano a farsi sentire degli attriti con tendenza ad aggravarsi, invece di continuare ad insistere sarà meglio considerare tali segnali come campanelli d’allarme. Le ragioni saranno probabilmente molto più complesse di quel che appare a livello razionale e l’insistenza sui tentativi di recupero, rischia psico-emotivamente e relazionalmente, di essere controproducente e si corre il rischio di esasperare sottostanti più gravi problemi, come succede quasi quotidianamente riguardo a drammatici conflitti coniugali.

Pietro per capire meglio il tuo lavoro potresti dirci tra l’omicidio di Simonetta Cesaroni, di Melania Rea, di Sarah Scazzi, di Barbara Cicioni, di Chiara Poggi quale è stato il più difficile da esaminare o quello più efferato da ricostruire?

Diciamo che non esiste una differenza nell’esaminare una scena del crimine; piuttosto esiste una efferatezza diversa nei vari omicidi ed una complessità nella sua gestione. La scena del crimine è sempre complessa nel suo essere, più che altro parlerei di criticità connesse ad essa, dovute a fattori esterni ed interni o ambientali, come il primo intervento da parte degli operatori di polizia e di personale sanitario, e quindi al successivo arrivo del personale specializzato per le attività più complesse legate ad essa. Ogni caso in questione a storie diverse che vanno analizzate ed interpretate e quindi cè bisogno di una forte sinergia tra le attività investigative cosiddette tradizionali e quelle di carattere Scientifico.

Devianza primaria e devianza secondaria: Quali sono tipi di deviante ?

La devianza primaria di solito si verifica all’interno del proprio gruppo di pari che si impegna nello stesso comportamento. Ad esempio, un adolescente che fuma sigarette con altri adolescenti non percepisce alcun cattivo comportamento perché tutti gli altri membri del gruppo di amici fumano.
La devianza secondaria si verifica quando lo stesso adolescente si trasferisce in un’altra scuola e fuma di fronte a un gruppo di pari che evita di fumare. L’adolescente è etichettato come un emarginato e comincia a fumare di più perché la gente gli ha detto che fumare non era accettabile. Questa volta, la persona sa che il comportamento è deviante e continua comunque a comportarsi in modo scorretto.

Quali sono i gruppi sociali più esposti alla reazione sociale?

Sono quei gruppi sociali dotati di minore potere e disorganizzazione per ragione legate alla religione, all’etnia, razziali e familiari che portano con se valori differenti e quindi tendono ad essere più fragili e conflittuali. Poi sicuramente ci sono gruppi legati alla criminalità organizzata dove notiamo una disgregazione sociale e quindi ad una maggiore reazione.

C. S. I., Ris, Criminal Minds, quanto di reale c’è nelle fiction?

Le tecniche scientifiche sono reali, come anche i metodi di prelievo delle prove, quello che invece è del tutto sbagliato sono i tempi. Un’analisi del DNA se va bene occupa 1/3 giorni di lavoro, in CSI in 5 minuti hai il profilo genetico del criminale. Le cose cambiano in CSI-NY dove le tecniche di indagine sono corrette, ma sono assolutamente sbagliate le indagini sulla scena del crimine, infatti mancano le tute e i guanti. In CSI le tecniche avvolte sono passate e poco corrette. Ma riassumendo quanta realtà c’è nelle serie TV, si può dire tranquillamente che molte delle scene che noi vediamo sarebbero usando il condizionale fatte bene scenograficamente altre meno, ma realisticamente lontane dalla vita reale di chi in questo settore opera.
Tra l’altro il modo della criminologia e della Criminalistica è molto complesso ed articolato nonchè multidisciplinare. L’unica cosa certa è che il crimine esiste e va contrastato anche attraverso le indagini Scientifiche, potendo dire che anche in Italia negli ultimi anni si sono fatti passi importanti nel settore delle Scienze Forensi.

Quali sono, a tuo avviso, i provvedimenti legislativi che dovrebbero essere adottati per contrastare efficacemente il fenomeno della violenza contro le donne?

Il provvedimento che più ha inciso nel contrasto alla violenza di genere è la legge n. 69 del 2019 (c.d. codice rosso), che ha rafforzato le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolare riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica.

Potresti dare qualche consiglio a chi vorrebbe intraprendere la sua professione?

Il Criminalista è un esperto tecnico dell’investigazione criminale che utilizza il sapere e le metodologie delle scienze forensi, nonché la tecnologia, ai fini dell’accertamento del reato e della scoperta del suo autore. In Italia, corsi di laurea in Criminalistica Forense non esistono è questo è un handicap rispetto ad altre nazioni. Sicuramente chi vuole intraprendere questa professione deve fare un percorso formativo universitario per poi decidere quale specialità della Criminalistica Forense percorrere, anche perchè il compartimento è vasto, in alternativa arruolarsi nelle forze di polizia per poi intraprendere questo settore, ma senza dimenticare che la passione, la predisposizione e l’impegno sono indispensabili in questo settore.

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