Addio Rafael Vinoly, l’architetto di iconici grattacieli

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Aveva 78 anni ed era di origini uruguaiane. Lascia più di 600 opera in tutto il mondo, tra le quali anche il controverso edificio residenziale di lusso alto 426 metri e di 85 piani a Manhattan, al 432 di Park Avenue

© AFP –  Rafael Vinoly

 

AGI – È morto all’età di 78 anni l’architetto uruguaiano, naturalizzato statunitense Rafael Vinoly, progettista di iconici grattacieli contemporanei come la “Walkie-Talkie” Tower di Londra. Lo ha annunciato il figlio Roman sul sito web della società fondata da Vinoly e che ha sede a New York.

“A nome della mia famiglia, dei miei colleghi e dei nostri numerosi partner in tutto il mondo, sono rattristato nell’annunciare che mio padre (…) è morto improvvisamente ieri (giovedì), 2 marzo, all’eta’ di 78 anni”, ha scritto.

usa morto Rafael Vinoly architetto di iconici grattacieli
©  AFP

Acclamato e talvolta controverso, l’architetto nato a Montevideo nel 1944 lascia più di 600 opere in tutto il mondo, hotel, sale da concerto, stadi o aeroporti, come il terminal di Guadalajara (Messico) o il ponte circolare sulla laguna di Garzon, in Uruguay. La squadra di calcio inglese Manchester City, per la quale ha progettato il centro di allenamento “City Football Academy”, gli ha reso omaggio su Twitter.

Ma alcuni dei suoi progetti sono stati controversi. È il caso del suo edificio residenziale di lusso alto 426 metri e di 85 piani a Manhattan, 432 Park Avenue, che è stato citato in giudizio dai suoi residenti milionari a causa del rumore e delle vibrazioni all’interno degli appartamenti. A Londra, il grattacielo al 20 di Fenchurch Street, soprannominato “The Walkie-Talkie”, che sorge nel quartiere della City, ha fatto scalpore nel 2013 perché il riflesso dei raggi del sole sulla sua facciata di vetro concava aveva danneggiato una Jaguar parcheggiata di sotto. Rafael Vinoly “lascia una ricca eredità di design unici e senza tempo che sono stati espressi in alcuni degli edifici più riconoscibili e iconici del mondo”, ha aggiunto suo figlio, che cita il Tokyo International Forum o il Cleveland Museum of Art.

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