Il New York Times racconta Elly, “la donna che scuote la politica italiana”

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Il quotidiano progressista scrive che la neo segretaria del Pd “vuole rilanciare l’opposizione di centro-sinistra a Giorgia Meloni, sempre che il suo partito riesca a sopravvivere”. “È difficile incarnare il cambiamento in Italia più della signora Schlein”, afferma il corrispondente da Roma del quotidiano newyorkese, Jason Horowitz

© Francesco Fotia/ AGF – Elly Schlein

 

AGI –  “La donna che scuote la politica italiana (e no, non è il nuovo primo ministro)” è il titolo di un lunghissimo “ritratto del sabato” dedicato dal New York Times a Elly Schlein, “figlia di un padre ebreo americano”. La nuova segretaria del Pd, scrive il quotidiano progressista Usa, “vuole rilanciare l’opposizione di centro-sinistra a Giorgia Meloni, sempre che il suo partito riesca a sopravvivere”. “È difficile incarnare il cambiamento in Italia più della signora Schlein”, secondo il ritratto firmato dal corrispondente da Roma del quotidiano newyorkese, Jason Horowitz.

Con la sua vittoria alle primarie del Pd, “ha catapultato l’Italia, che a lungo è sembrata un Paese per vecchi, in un territorio nettamente diverso. Una donna leader dell’opposizione è ora contrapposta alla donna primo ministro. Le due antagoniste, aggiunge, non potrebbero essere più diverse.

L’articolo argomenta la differenza fra le leader raccontando le rispettive storie familiari e sintetizzando il commento di Elly Schlein al famoso “grido di battaglia” dell’antagonista: “non capisce come l’essere “donna, madre e cristiana aiuti gli italiani a pagare le bollette”.

Il New York Times illustra anche le divisioni interne al Partito democratico e le varie prese di posizione della nuova segretaria, soffermandosi in particolare sulle differenze con i potenziali alleati del Movimento 5 Stelle sulla guerra in Ucraina e ricordando il fatto che suo nonno era ucraino.

Anche per questo, sottolinea l’articolo di Horowitz, Schlein è sensibile a “ciò che il nazionalismo ha portato nel continente europeo”, e considera che “questa guerra è una guerra nazionalista di Putin”.

Inoltre, il fatto di essere una “donna”, una “persona LGTBQI+” e “molto orgogliosamente figlia di un padre ebreo” la rende un bersaglio privilegiato “dall’estrema destra o anche dalla mia estrema sinistra a volte”.

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