Elena Magnani: si scrive di sentimenti, del bene e del male e di chi ha coraggio

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Oggi sul Corriere Nazionale ospitiamo Elena Magnani con il suo romanzo La Segnatrice edito da Giunti Editore. La Segnatrice è un romanzo evocativo, rivolto ai lettori che amano il genere storico, con un intreccio denso di colpi di scena, analisi dei sentimenti e dell’animo umano.

Ci parli del suo libro La Segnatrice: Siamo nel 1944 in Toscana, più precisamente in Garfagnana, poco sopra la Linea Gotica. Mentre gli Alleati avanzano verso il nord, i nazisti occupano Piazza al Serchio. Anna, la protagonista, è una giovane che sta imparando l’arte della segnatura dalla zia per curare uomini e animali utilizzando preghiere segrete e gesti. Ma Anna è anche una partigiana. Si infiltra come spia nel comando tedesco del suo paese per carpire informazioni ingraziandosi il tenente tedesco Matthias von Bauer, un uomo indurito dalla guerra e dalle delusioni personali. Anna deve gestire il suo dono e lasciare che tutto resti in equilibrio, ma quando si tratta di sentimenti, il limite tra il bene e il male è difficile da mantenere. Soprattutto quando l’amore si insinua struggente e disarmante.

Quali sono le influenze che la società odierna può riversare nella scrittura? La società ci impone continui stimoli, dobbiamo essere efficienti e multitasking. Questo ha portato a un mutamento nella scrittura dove un romanzo deve catturare sin dalle prime pagine, deve far entrare il lettore immediatamente nella storia e nella vita dei personaggi. L’avvento dei social e delle piattaforme streaming ha modificato l’approccio alla lettura con una continua richiesta di contenuti più interessanti e velocemente fruibili.

Che difficoltà ha incontrato durante il suo percorso di scrittura? La difficoltà maggiore è stato credere che avrei trovato uno spazio in editoria per le mie storie. Scrivere è un percorso in solitaria di cui non si conosce né la rotta né l’arrivo. I dubbi possono essere tanti e paralizzanti. La tenacia e fare un piccolo passo ogni giorno, apprezzando il percorso, sono stati gli step che mi hanno permesso di terminare i romanzi e arrivare alla pubblicazione.

Nel suo romanzo La Segnatrice edito dalla Giunti si parla di guerra, amore per la Patria, sentimenti umani, mistero, fede, pratiche di guarigione e credenze di altri tempi. Come è riuscita ad accumunare tutti questi aspetti in un unico scritto? La Garfagnana è un luogo magico, ancora denso di memoria storica e antiche tradizioni. Non è stato difficile parlare di tutti questi aspetti in un unico romanzo perché poi, alla fine, si scrive sempre di sentimenti, del bene e del male e di chi ha il coraggio di combattere per ciò in cui crede e per le persone che ama.

Come leggiamo: “I Segnatori si pongono tra il bene e il male…” In questo momento storico, che forse leggermente assomiglia a quello di allora, forse ce n’è bisogno? I Segnatori tendono un filo tra l’oscurità e la luce. I Segnatori devono tenere il mondo in equilibrio. Quindi sì, ce ne sarebbe davvero bisogno. E non solo ora che sentiamo la guerra così vicino, perché in diverse parti del mondo la guerra non è mai terminata.

È in stesura con un nuovo romanzo? Ci può svelare l’argomento? Un nuovo romanzo storico uscirà con Giunti nel 2024. E ho già iniziato la stesura di una nuova storia. Entrambi sono ambientati nel Novecento su fatti realmente accaduti.

 

Agenzia letteraria Loredana Rotundo

credits Ufficio stampa Brassotti Agency & Associati

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