Landini: “Contro la riforma fiscale non escludo mobilitazioni. E neanche lo sciopero”

Economia & Finanza

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“Discuteremo qual è il percorso migliore, non scartiamo nulla – ha detto il segretario generale della Cgil – né manifestazioni di piazza né iniziative di sciopero. Discuteremo assieme e sceglieremo, visto che il giudizio di Cisl e Uil è simile al nostro”

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Maurizio Landini

 

AGI – Nei prossimi giorni Cgil, Cisl e Uil si incontreranno per decidere quali iniziative di mobilitazione mettere in campo, contro la riforma fiscale e a sostegno della piattaforma sindacale. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini su Rai3. “Discuteremo qual è il percorso migliore, non escludiamo nulla – ha detto Landini – né manifestazioni di piazza né inziative di sciopero. Discuteremo assieme e sceglieremo, visto che il giudizio di Cisl e Uil è simile al nostro”.

“Penso che possiamo avere il consenso nel Paese”, ha aggiunto Maurizio Landini, ricordando il livello di astensionismo alle ultime elezioni. “Il governo – ha detto – non può dire che rappresenta la maggioranza del Paese, nessuno può dirlo e penso che il mondo lavoro debba essere coinvolto. Noi stiamo proponendo un progetto diverso

“Da 10 anni tutte le volte le mie azioni vengono lette come se volessi andare in politica: ho sempre detto che non voglio andare in politica ma fare il sindacalista“.

Cosi’ il segretario generale della Cgil, ha risposto a una domanda a In mezz’ora in più”, sottolineando che il sindacato confederale ha sempre svolto una funzione politica perché vuole discutere. Non a caso – ha sottolineato – siamo una Repubblica fondata sul lavoro” e il sindacato vuole dire la propria e non fare lo spettatore.

Landini ha sottolineato che “come sindacato stiamo facendo il nostro mestiere. In Italia sono 22 milioni i lavoratori dipendenti, a cui posso aggiungere i lavoratori autonomi e partite Iva che voglio rappresentare.

Queste persone oggi non vedono i loro bisogni rappresentati, e buona parte del mondo del lavoro è tra quelli che non è andato a votare”. “Nel dare voce al mondo del lavoro – ha aggiunto -svolgo una funzione politica, ma faccio il mio mestiere di sindacato”.

“Sicuramente il sindacato – ha spiegato – deve parlare con tutte le forze politiche, di governo e di opposizione.

Noi abbiamo avanzato proposte su pensioni, fisco, lavoro, se le forze politiche condividono le nostre proposte si possono fare battaglie comuni”. “Voglio che la politica torni a rappresentare il mondo del lavoro – ha aggiunto il leader della Cgil – oggi c’è stato una rottura al punto che il 50% non va a votare perché non si sente rappresentato da nessuno, a io non lo faccio per sostituirmi ai partiti”.

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