Ubs acquisisce l’eterna rivale per 3 miliardi. Evitato il crack di Credit Suisse

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Secondo il ministero delle finanze elvetico il suo fallimento “avrebbe avuto conseguenze irreparabili”, non solo per la Svizzera. Decisione accolta con favore da Powell, Yellen e Lagarde dopo i timori per il ‘rischio contagio’ degli ultimi giorni.

© Fabrice COFFRINI / AFP  – Credit Suisse

 

AGI – Con un’operazione da tre miliardi di franchi svizzeri, il Credit Suisse sarà assorbito dal suo concorrente UBS. “Tutti gli azionisti del Credit Suisse riceveranno 1 azione di UBS per 22,48 azioni del Credit Suisse come corrispettivo della fusione. Questo rapporto di cambio riflette un corrispettivo di fusione di 3 miliardi di franchi svizzeri per tutte le azioni del Credit Suisse”.

L’operazione è stata resa possibile dal sostegno della Confederazione, dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) e della Banca nazionale svizzera (BNS). Conformemente all’ordinanza di necessità del Consiglio federale, Credit Suisse e UBS possono ottenere un sostegno di liquidità sotto forma di prestito con privilegio nel fallimento per un ammontare massimo complessivo di 100 miliardi di franchi.

Il plauso di Lagarde, Yellen e Powell

La soluzione ha incontrato l’immediato favore della presidente della Bce Christine Lagarde e, oltre Oceano, del Segretario al Tesoro Usa Janet Yellen del presidente della Fed Jerome Powell.

La Segretaria al Tesoro Janet L. Yellen e il Presidente del Consiglio della Federal Reserve Jerome H. Powell hanno accolto con favore “gli annunci odierni delle autorità svizzere a sostegno della stabilità finanziaria”. “Le posizioni di capitale e di liquidità del sistema bancario statunitense – si legge in una nota congiunta – sono solide e il sistema finanziario americano è resiliente. Siamo stati in stretto contatto con le nostre controparti internazionali per sostenere il loro impegno”.

Il ministro: “Il fallimento di Credit Suisse avrebbe avuto conseguenze irreparabili”

“È una soluzione sostenuta dal governo, che garantisce le condizioni quadro per il suo successo”, ha dichiarato il presidente della Confederazione Alain Berset in una conferenza stampa. Ha ricordato che il Credit Suisse è una delle 30 banche considerate “a rischio sistemico” nel sistema bancario globale e ha sottolineato che il suo destino è “decisivo” per la Svizzera e la sua economia.

La decisione “è stata accolta con favore e soddisfazione da diversi governi, compresi quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti, quando sono stati informati dalle autorità svizzere della soluzione trovata”, ha sottolineato il ministro delle Finanze Karin Keller-Sutter. La Confederazione Elvetica offerto una garanzia equivalente a oltre 9 miliardi di euro per ridurre i rischi sostenuti da UBS nell’acquisizione del Credit Suisse. Questa garanzia funziona “come se fosse un’assicurazione” e coprirà eventuali perdite “da un portafoglio molto specifico” del Credit Suisse identificato come potenzialmente problematico, e solo se le perdite superano una soglia che il ministro non ha specificato.

Keller-Sutter ha affermato che il fallimento del Credit Suisse “avrebbe avuto conseguenze irreparabili” non solo per la Svizzera, ma anche per il settore bancario nel resto del mondo, e che per questo motivo “ci assumiamo responsabilità che vanno oltre i nostri confini”. Secondo il ministro l’accordo “non è un salvataggio” perché questa figura si applica solo nel caso di banche che non possono assumere i loro obblighi a causa dell’insolvenza, cosa che non è avvenuta nel caso del Credit Suisse.

“Non si tratta di un problema di solvibilità, ma di una crisi di fiducia”, ha chiarito. Tuttavia, la fuga di asset subita dalla banca la scorsa settimana e il forte calo del prezzo delle azioni in pochi giorni hanno aperto la possibilità concreta di un fallimento, “che avrebbe avuto un immenso impatto collaterale, che avrebbe potuto estendersi a UBS e ad altre banche” in tutto il mondo, ha detto il ministro.

Le autorità hanno confermato che una possibile fusione tra Credit Suisse e UBS è stata discussa già il 15, ma che si è deciso di mantenere il massimo riserbo per evitare di innescare ulteriore nervosismo sui mercati. “La soluzione che abbiamo trovato è solida e adatta a stabilizzare la situazione e a rassicurare i mercati finanziari”, ha dichiarato Berset.

Il presidente di UBS Colm Kellenher, presente alla stessa conferenza stampa, ha confermato che la transazione non sarà sottoposta al voto degli azionisti e che la sua conclusione definitiva potrebbe richiedere settimane o addirittura mesi prima di essere pienamente approvata dagli organi di regolamentazione. L’operazione avrà un impatto sulle retribuzioni e, spiega Kellenher, e annuncia: “Ridurremo le dimensioni della banca d’investimento CS. Quando si tratta di tagli di posti di lavoro, è troppo presto per dire di piu’. Dobbiamo prima analizzare la situazione e poi decideremo”

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