Prefazione Rosy Bindi. Sport come lotta per diritti umani e civili Storie di donne e uomini ribelli, quando lo sport diventa lotta per i diritti umani e civili
L’autore Stefano Tamburini, giornalista e direttore di Corriere Romagna, Agl (l’agenzia dell’allora Gruppo Espresso che curava il notiziario nazionale per 18 quotidiani locali), la Città di Salerno e il Tirreno, ci presenta il suo ultimo lavoro editoriale edito da Edizioni Il Foglio e intitolato: “Il prezzo da pagare”.
Il libro racconta di trenta vicende di donne e uomini ribelli e ci parla della loro storia e di come hanno lottato per appropriarsi dei diritti sia umani che civili, con uno sfondo particolare: lo sport.
Il volume è arricchito dall’importante prefazione scritta dall’ex Presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi ed essa si apre con queste parole: «In questo libro lo sport è solo lo sfondo di un palcoscenico più importante, quello dei diritti umani e civili, in un mondo che cresce e diventa migliore, attraverso contributi di vario genere, che passano dall’educazione e in qualche caso anche dalla ribellione. Molti dei diritti che oggi diamo per scontati sono germogliati anche su campi di calcio, piste di atletica, strade di corse infinite, piscine e altri scenari sportivi. Scenari dove purtroppo si assiste anche a fenomeni di corruzione che cominciano intorno ai teatri di competizione, si intrecciano con le sfide sportive e poi si trasferiscono in altri contesti. Come ampiamente dimostrato e documentato da tutte le vicende legate ai Mondiali di calcio del Qatar e agli intrecci perversi fra il Paese del Golfo e la politica occidentale. Nelle pagine di questo libro ci sono imprese di donne e uomini che hanno vinto anche perdendo le sfide che stavano affrontando. Sono avventure che accarezzano, e in qualche caso dipingono con i toni della commozione, uno scenario di conquiste che tutelano la personalità dell’individuo, la libertà di pensiero, di riunione, di religione. E anche i diritti alla diversità, a essere minoranza senza timore di esprimersi».
Le storie presenti all’interno del libro sono 30 (più una) e tutte raccontano degli atti di ribellione che hanno dato un importante contributo nella lotta per i diritti umani e civili.
Tra le tante, emergono quelle di: Jack Johnson; Alfonsina Strada; Bruno Neri; Sohn Kee-chung; Ondina Valla; Rino Della Negra; Geza Kertesz e Istvan Toth; Alice Coachman; Sándor Szűcs; Roberta Bobbi Gibb e Kathrine Kathy Switzer; Peter Norman; Vera Caslavska; Artur Ashe; Billie Jean King; Carlos Caszely; Astutillo Malgioglio; Michèle Mouton; Socrates e la “Democracia Corinthiana”; Lutz Eigendorf; Heidi Krieger; Hassiba Boulmerka; Derartu Tulu ed Elana Meyer; Cathy Freeman; Jason McElwain; Hakan Sukur; Anna Muzychuk; Maya Moore; Kimia Alizadeh; Krystsina Tsimanouskaya; Asra Panahi, Elnaz Rekabi e Niloufar Mardani.
In queste storie c’è tanto. Non è presente solo l’orgoglio contro il pregiudizio, perché sarebbe fin troppo semplice se in qualche modo, alla fine, non arrivasse un conto, un prezzo da pagare. Spesso, anzi quasi sempre, molto alto. Perché non ci sono mai autostrade nella corsa verso il progresso, non ci sono quasi mai porte aperte quando c’è da chiedere rispetto, eguaglianza, giustizia e libertà.
Anche nei Paesi cosiddetti dei “giusti”, quelli dove si va a votare e si sceglie chi governa, non sempre è tutto scontato, tutto “gratis”. E dunque c’è sempre un’offerta, una tassa che diventa un tributo per chi decide di combattere per diritti fondamentali, che siano: quelli umani o quelli civili.
Queste storie raccontano di persone che hanno vinto molto più che una gara, anche quando magari sembrava persa. Perché è grazie a queste donne e a questi uomini che oggi fuori da quei teatri di competizione va molto meglio di prima, anche se certe sfide non sono mai vinte del tutto. Soprattutto quando il pregiudizio alla fine riaffiora da questo mare di conservatorismo perenne, che fa da scudo a quelle società dove spesso i primi aizzano, istigano i terzultimi e i penultimi contro gli ultimi.
Perché in fondo è più semplice far scegliere a chi non conosce, anche se nell’ignoranza fra Barabba e Gesù si manda in croce quello buono e si salva il cattivo. A chi comanda, tutto questo serve per conservare il potere per il potere, a illudere il popolo di partecipare. Non è libertà, non possiamo chiamarla così. Per questo, in molti capitoli della nostra storia, le ribellioni sono state un passaggio fondamentale, salutare. Il libro tramuta gli esempi in memoria. E la memoria conta, dobbiamo farne buon uso. Tutti quanti.
La lettura, si conclude poi, con la presenza di un’appendice che riporta la storia umana del pilota Lewis Hamilton.
“Il prezzo da pagare” (Storie di donne e uomini ribelli, quando lo sport diventa lotta per i diritti umani e civili), di Stefano Tamburini, prefazione di Rosy Bindi, Edizioni Il Foglio, 224 pagine, è on line e prenotabile in qualsiasi libreria.
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