Canada, “la guerra dei conti” contro Pfizer

Anche oltreoceano si smuove la terra per le multinazionali del farmaco. I parlamentari repubblicani canadesi, infatti, sentendo odore di buco di bilancio e di conti pubblici in malora, hanno insistito e ottenuto, dal Parlamento nazionale, il nullaosta a visionare (pur se in maniera blindata) i contratti vaccinali siglati in epoca Co.Vi.d./19. Pfizer Canada, a metà tra lo scandalizzato e l’offeso, denuncia una inconsueta autorità statale e una violazione della riservatezza commerciale, esprimendo “timori” per i futuri investimenti nel Paese. Ma, oramai e comunque vada, “alea iacta est!”

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Il Canada avrebbe deciso di far un po’ di luce sui misteriosi contratti vaccinali, seguendo la scia di quanto sta accadendo in Spagna, Svizzera e Italia. Data l’insistenza della Commissione per i Conti Pubblici di Stato, il Parlamento canadese ha recentemente deliberato di condividere i termini contenuti in questi accordi scritti, dopo aver valutato con attenzione le ricadute di queste spese sul bilancio nazionale.

Tuttavia, solo 11 membri della commissione hanno ottenuto l’autorizzazione ad accedere ai documenti siglati. Pochi “eletti”, dunque, oltretutto vincolati a rigide restrizioni: porte chiuse, niente smartphone né altri dispositivi di registrazione audiovisiva alla mano e, perfino, nessuna possibilità di prendere appunti, dato che carta e penna saranno vietati durante la consultazione (la domanda non è “chi potrebbe aver imposto” ma “chi potrebbe aver accettato queste limitazioni?!?”).

Ciò nonostante, Pfizer Canada ha paura?

Anche se gli 11 “della Seleção” applicassero alla lettera tutte queste indicazioni, il ramo canadese dell’azienda farmaceutica Pfizer non sta nascondendo la propria preoccupazione circa la volontà di mantenere il segreto commerciale sulla sua “pozione salvifica”.

Tant’è che, nel corso di una testimonianza davanti alla stessa Commissione per i Conti Pubblici, Najah Sampson – presidente di Pfizer Canada – ha rilasciato una dichiarazione che alcuni hanno interpretato come un “sottile e timoroso ricatto“: “[…]La divulgazione del nostro accordo confidenziale sarebbe un uso straordinario di autorità. Bisogna considerare attentamente questa prospettiva prima di creare un precedente con conseguenze indesiderate sulla reputazione del Canada. Invierebbe un messaggio forte ai partner commerciali e alle aziende che cercano di investire, che le protezioni di riservatezza negoziate in buona fede con il governo federale potrebbero non essere vincolanti qui in Canada”.

L’ira delle destre canadesi

A queste parole, i deputati repubblicani della House of Commons (trad.: Camera dei Comuni) hanno reagito gridando all’affronto e sottolineando la superficialità della risposta ottenuta da parte della multinazionale produttrice dei sieri.

Ad esempio, il deputato dell’Edmonton West, Kelly McCauley, ha espressamente sollevato la questione delle “minacce” sottintese agli investimenti di Pfizer in Canada, chiedendo se il fatto che 11 parlamentari, chiusi in una stanza e con davanti dei fogli già firmati, rappresentassero un rischio tale da incrinare la futura fiducia reciproca. Ben più duro l’intervento di Garnett Genuis, deputato giornalista della circoscrizione di Sherwood Park-Fort Saskatchewan, che ha aggiunto: “Cosa c’è di così dannoso per Pfizer o per il governo per cui consentire ai membri del Parlamento di esaminare privatamente i contratti diventa una tale preoccupazione? Abbiamo il diritto di accedere a queste informazioni, questa situazione è oltraggiosa”.

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I denari pubblici si sprecano…

Anche più che oltraggiosa, diremmo, visto che a smuovere l’esigenza dei repubblicani canadesi di “fare i conti in tasca” alle multinazionali pare che sia stato un resoconto del Revisore Generale, report che avrebbe sollevato molte critiche sullo sperpero dei denari collettivi e sui problemi di bilancio territoriale. Secondo quanto ha riportato Rebel News, infatti, il rapporto ha rivelato che “[…]Da dicembre 2020 Ottawa ha acquistato circa 169 milioni di dosi, per quasi 5 miliardi di dollari. I canadesi hanno ricevuto 84,1 milioni di dosi da quando il vaccino è diventato disponibile per la distribuzione, ma 32,5 milioni di dosi rimangono inutilizzate già a maggio 2022 e altre 13,6 milioni di dosi sono scadute”.

Sono cifre che sicuramente fanno riflettere sul fatto che le campagne di vaccinazione possano essere state più orientate verso i guadagni che verso la tutela dei malati (nonché contribuenti). Per ora la battaglia è in corso, ma sarà il futuro a dire se i deputati canadesi riusciranno a vincere anche la guerra dichiarata alle potenti case farmaceutiche.

Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Arianna Graziato del 28 marzo 2023), Tvsvizzera.it, Nation World News, Blacklock’s Reporter, Radio-Canada, Il Fatto Quotidiano, Adnews, sito istituzionale del Governo canadese, Alamy, Rebel News.

Account Twitter: CPAC, Vue du Québec.

Canali YouTube: CTV News.

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

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