Nel 1948, la Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani aveva ormai catturato l’attenzione del mondo. Sotto l’attiva presidenza di Eleanor Roosevelt (vedova del presidente Franklin Roosevelt, paladina dei diritti umani e delegata degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite) la Commissione decise di redigere il documento che sarebbe poi divenuto la
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Essa fu adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 ed Eleanor Roosevelt, sua ispiratrice, parlò della Dichiarazione come della Magna Carta internazionale dell’intera umanità.
Nel preambolo e nell’Articolo 1, la Dichiarazione proclamava inequivocabilmente i diritti innati di ogni essere umano e gli stati membri delle Nazioni Unite si impegnavano a lavorare insieme per promuovere i suddetti diritti che, per la prima volta nella storia, venivano riuniti e codificati in un documento unico.
Di conseguenza, molti di questi diritti, in varie forme, fanno oggi parte delle leggi costituzionali delle nazioni democratiche.
Il Consiglio d’Europa (CdE), invece, fu fondato il 5 maggio 1949 con il trattato di Londra ed è un’organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia , i diritti umani , l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi in Europa.
Conta oggi 47 Stati membri e la sua sede istituzionale è a Strasburgo in Francia nel Palazzo d’Europa (in francese, Palais de l’Europe) situato alla fine del viale Avenue de l’Europe, adorno di alberi fronzuti, che d’estate rendono piacevolissima la passeggiata dal centro del capoluogo dell’Alsazia verso l’immenso Parc de l’Orangerie e la biforcazione del fiume ILL, dove si snoda il quartiere delle istituzioni europee, di cui le principali sono rappresentate dal Parlamento Europeo, dal Consiglio d’Europa e dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Lo scopo della istituzione del Consiglio d’Europa nel 1949 era quello di evitare che le atrocità della seconda guerra mondiale si ripetessero ed esercita oggi la funzione di conseguire questo scopo, intervenendo sul rispetto dei diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto.
Il 17 ottobre 1989 gli è stato riconosciuto anche lo status di osservatore dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
La tutela dei Diritti Umani, nello specifico, é affidata alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, tenuto conto che dopo la nascita della Convenzione Europea dei Diritti umani sottoscritta a Roma nel 1950, iniziò l’attività giurisdizionale dal 1959 in difesa di ognuno dei circa 700 milioni di cittadini dei 47 paesi membri, di cui va ricordato i paesi fondatori erano 10, fra cui l’Italia.
Non fanno parte del Consiglio d’Europa lo stato del Vaticano, per propria scelta, la Bielorussia per mancanza dei requisiti democratici e, da poco, anche la Russia che é uscita dal consesso il 16 marzo 2022 per i noti fatti bellici legati all’invasione dell’Ucraina, pertanto attualmente i paesi aderenti sono 46.
È importante precisare che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo non fa parte dell’Unione Europea e non deve nemmeno essere confusa, come spesso accade sulla stampa non specialistica, con la Corte di Giustizia dell’Unione Europea con sede in Lussemburgo, che invece é una istituzione giurisdizionale dell’Unione Europea, la cui competenza, peraltro, é di tutt’altra natura, ossia relativa all’organizzazione e allo sviluppo dell’Unione europea.
La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali o CEDU (in francese: “Convention européenne des droits de l’Homme“) è una convenzione internazionale considerata il testo di riferimento in materia di protezione dei diritti fondamentali umani che poggia su una Corte permanente che consente a ciascuno dei circa 700 milioni di cittadini europei di richiedere ed ottenere la tutela dei diritti ivi garantiti, attraverso il ricorso INDIVIDUALE alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo, di modo che, in teoria, potrebbero arrivare a Strasburgo milioni e milioni di ricorsi e questo purtroppo costituisce un limite dovuto al protrarsi del tempo per ottenere giustizia.
Ebbene, a distanza di 75 anni dall’adozione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e 70 anni dall’entrata in vigore della Convenzione EDU, nasce la rubrica “Ora Legale per i Diritti Umani”, diretta dal sottoscritto con il coordinamento della Prof.ssa Avv. Francesca Jole Garofoli, dell’Università degli Studi di Bari, Uniba, con la collaborazione della dott.ssa Cristina Di Silvio, Director of International Relations for the European Community for United States Foreign Trade Institute , Roma, del’avv. Donato Milano, di Acquaviva delle Fonti, del Dott. Giuseppe Larenza, Commercialista e consulente d’impresa di Bari, del Prof. Antonino Giannone, editorialista del Il Corriere Nazionale, www.corrierenazionale.net, Leadership and Ethics c/o Politecnico di Torino- Link Campus University di Roma- ADSUM Bari, Lecce, Il Vice direttore de Il Corriere Nazionale, Prof, Salvatore Marria Mattia Giraldi, il coodiettore di Radici, avv. Daniela Piesco, ed i Vice direttore, del Corriere di Puglia e Lucania, Avv. Eva Zamppilbulso, e la Prof. Romina Bettina Gencarelli di Stampa Parlamento fanno parte di diritto della rubrica, al fine di sensibilizzare i lettori su tematiche quali la tutela internazionale e la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ovvero ricordare a tutti, come ribadito nel Preambolo e nell’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che “La noncuranza e il disprezzo per i diritti umani hanno prodotto atti barbarici che hanno oltraggiato la coscienza dell’umanità; l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani possono godere di libertà di parola e credo, libertà dalla paura e dalla povertà è stata proclamata come la più elevata aspirazione della gente comune.
Tutti gli esseri umani sono nati liberi e con uguali diritti e dignità” ovvero, come ha detto Eleonor Roosvelt, “Dove cominciano, dopo tutto, i diritti universali umani?…in piccole località, vicino a casa, così vicine e così piccole che non si possono vedere in nessuna mappa del mondo, eppure, sono il mondo della persona stessa, il vicinato in cui vive, la scuola, o l’università che frequenta, la fabbrica, la fattoria, o l’ufficio in cui lavora. Sono questi i luoghi in cui ogni uomo, donna e bambino ricerca uguaglianza di giustizia, di opportunità e di dignità senza discriminazioni. A meno che tali diritti abbiano peso in tale contesto, avranno pochissimo peso da qualsiasi altra parte.”.
Buona lettura!
Il Direttore
Dott. Antonio Peragine
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