Fitto: “Nessun ritardo sul PNRR, stiamo verificando e monitorando”

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La prima giornata del Forum Confcommercio a Villa Miani si è chiusa con l’intervento del ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, nell’ambito del secondo modulo dal titolo “Inflazione: la risposta delle politiche monetarie e delle politiche fiscali”, moderato dal direttore di Repubblica, Maurizio Molinari. Primo relatore Tito Boeri, professore di Economia all’Università Bocconi di Milano, che sul tema del mercato del lavoro ha sottolineato che “è evidente che abbiamo tensioni molto più forti rispetto al passato, con le imprese in grande difficoltà per trovare manodopera. Il calo demografico della popolazione italiana restringe l’offerta di lavoro con cui le imprese si devono confrontare. Se non interveniamo per cercare di aumentare i traffici migratori rischiamo di gonfiare ulteriormente il nostro debito pubblico. Bisogna avere un atteggiamento realistico rispetto all’immigrazione e adottare dei decreti flussi che vengano incontro alla domanda delle imprese. Immigrazione vuol dire anche sostenere la natalità così come l’occupazione femminile”. Boeri ha poi concluso parlando di politica fiscale evidenziando le necessità di “andare a proteggere le fasce più vulnerabili e sterilizzare le spinte inflazionistiche”.

Dopo gli interventi degli altri relatori (Marco Buti, capo di gabinetto del Commissario europeo per l’Economia, Daniel Gros, direttore dell’Institute for European Policy Making dell’Università Bocconi di Milano, Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), e il senatore Carlo Cottarelli, per il quale “non ci sarà una crisi come quella del 2008 ma la probabilità non è bassa, per questo gli aumenti dei tassi di interesse da parte della Bce erano inevitabili, ma non bisogna esagerare”), Fitto ha concluso i lavori del panel parlando ovviamente di PNRR, “sfida da far tremare i polsi, ma nel Governo non mancano serietà, competenza e senso di responsabilità”.

“Diciamo no ai processi alle intenzioni, bisogna comprendere bene l’approccio del nostro Paese nel passato per evitare di fare errori nel futuro. Abbiamo usato finora la prudenza necessaria, abbiamo una visione, servono un’analisi approfondita per decidere la terapia adeguata e una valutazione realistica – ha scandito il ministro riferendosi alle polemiche degli ultimi giorni sui ritardi nell’attuazione del Piano – sulle criticità enormi che esistono per la spesa di queste risorse, stiamo verificando e monitorando”. “Non ci sono ritardi, ci muoviamo all’interno dei regolamenti rispettandone le scadenze. Dobbiamo essere seri e realisti dando indicazioni precise sui correttivi da fare. Ora serve il coraggio di togliere dalla programmazione ciò che non siamo in grado di realizzare spostando ciò che non si fa entro giugno 2026 alle politiche di coesione che hanno scadenza a dicembre 2029. L’orizzonte e la modalità di lavoro di questo governo, comunque, non possono riferirsi alla prossima data di scadenza della rata ma alla fine della legislatura”, ha concluso.

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