Sentire l’odore della polvere del teatro: intervista all’ attrice Anna Rita Del Piano

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Intervista a cura del Co-direttore Daniela Piesco 

Anna Rita Del Piano, nata Anna Rita Viapiano (Cassano delle Murge, 26 luglio 1966), è un’attrice e regista teatrale italiana.

Nata a Cassano delle Murge, in provincia di Bari, si trasferisce con la famiglia a Matera da ragazzina, dove persegue studi artistici, dapprima con la danza classica e successivamente con il teatro, frequentando i laboratori di Enrico Annecchino, l’Hermes di Emilio Andrisani ed il Teatro dei Sassi condotto da Massimo Lanzetta e Loredana Paolicelli. Prosegue le sue performance dividendosi tra teatro, danza e musica con la Compagnia teatrale di Tirambo di Lino Cavallo. Prosegue poi i suoi studi, diplomandosi, come danzatrice tersicorea sotto la supervisione del maestro Momcilo Borojevic, alla Fondazione Niccolò Piccinni di Bari nel 1984, lavorando al contempo nella compagnia di danza Dancemania di Venosa (in provincia di Potenza) assieme al ballerino Tani Viti. Si diploma poi presso l’Isef dell’Università di Urbino e si iscrive successivamente al Conservatorio musicale Egidio Romualdo Duni di Matera.

Il suo esordio cinematografico avviene nel 1993, con una piccola partecipazione al film L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, conosciuto mentre questi era a Matera. A seguito di ciò, parte alla volta di Roma per poter frequentare diverse scuole di cinema. Il suo primo lavoro televisivo risale al 1996, con Il quarto re di Stefano Reali, dove figura nel ruolo di una bella lebbrosa, e successivamente prende parte a diverse fiction, come Ultimo, Valeria medico legale e Una donna per amico. Nel 2000 figura come co-protagonista nella fiction Le ali della vita e nel suo séguito Le ali della vita 2, accanto a Sabrina Ferilli e Virna Lisi, dove interpreta il ruolo di sorella Celestina. Negli anni seguenti, partecipa come co-protagonista alle fiction Maria Goretti e L’uomo sbagliato. Come attrice cinematografica ricopre, tra gli altri, il ruolo dell’assistente sociale nel film Le bande di Lucio Giordano, della bigliettaia in Focaccia blues di Nico Cirasola e della madre di Checco Zalone in Che bella giornata di Gennaro Nunziante. Nel 2012 torna a Cassano delle Murge nelle vesti di regista per presentare la sua ultima produzione, intitolata Parigi nell’anno del Signore.

L’ intervista

Anna Rita non partiamo dalla solita definizione, proviamo a dire che cosa significa, per te amare, fare, vedere e studiare il teatro…

Per me amare ha un grande significato, significa passione, dedizione, sacrificio, ricerca, studio ma anche necessità, missione, voglia di comunicare le mie emozioni.
Fare teatro significa anche essere costretti a farsi chilometri di strada per riuscire a fare semplicemente delle prove, dimenticarsi di mangiare, avere il piacere di condividere il sudore con i tuoi colleghi, sentire il brivido di entrare in scena con la paura di non ricordare più nulla, sentire l’odore della polvere del teatro, trovarsi in luoghi che mai avresti visto se non facendo tournè, studiare teatro è scoprire nuovi testi, nuovi registi e nuove equipe di lavoro e tanto altro ancora…

Al centro di tutto questo c’è l’attore, l’uomo che, senza perdere se stesso, deve creare il personaggio…tu come ci riesci?

Ogni volta che devo affrontare un nuovo personaggio cerco innanzitutto di studiare e di conoscere l’autore, poi il testo ed infine cosa in realtà il regista vuole mettere in evidenza, ossia cosa in realtà si vuole raccontare e quindi conoscere tutti i sottotesti delle battute.

Dice il teatro che individuo e società sono inseparabili, che l’individuo si conosce lì dov’è, nel tempo in cui è, in mezzo alle persone fra le quali esiste, nel gioco di specchi che tale rapporto crea.. è davvero così?

Assolutamente sì perché il teatro è nato con l’uomo per mettere in evidenza pregi e difetti dell’ essere umano anche in maniera comica e tragicomica, parlando della società e delle caratteristiche umane insite in ognuno di noi.

“Per fare buon teatro bisogna rendere la vita difficile all’attore” (E. De Filippo).
Quanto sei d’ accordo con questa affermazione?

Certamente fare teatro significa essere veri, sinceri, credibili, perché il vero attore è colui che è se stesso senza maschere e senza finzione, ossia colui che non finge ma è seppur recita e interpreta una parte scritta da un autore.
Alle volte può aiutare il vissuto dell’attore per mettere in scena i propri drammi interiori o aver vissuto determinate esperienze ma questo non rappresenta una regola. Certo tirar fuori il dolore, i lati oscuri di ognuno di noi rende il personaggio più credibile. Ma come diceva un mio vecchio insegnante nel nostro lavoro non esistono regole.

Perché il teatro fa bene? E perché i giovani non vanno a teatro?

Il teatro fa bene all’anima, aiuta a riflettere su grandi temi esistenziali ma anche
a sorridere dei vizi di certe abitudini umane.
Putroppo i giovani non amano molto il teatro perchè non sono abituati ad assistere ad uno spettacolo. E’ molto più facile accendere un tablet, un telefonino per vedere film o video di ogni tipo senza alcuna fatica intellettuale. I giovani non amano andare a teatro perchè il mondo dell’immagine è più coinvolgente, facile e percepibile sotto diversi punti di vista.

Qual è il confine tra teatro e cinema? Il cinema placa lo spettatore, il teatro lo eccita?

Il confine tra cinema e teatro è molto sottile. Sono facce della stessa medaglia seppur vi sia una sostanziale differenza. Credo che il teatro tenda ad amplificare le reazioni coinvolgendo la parte attoriale in toto. Nel cinema invece è lo sguardo, un piccolo movimento a farne da padrone e a diventare importante in maniera significativa.Ma non è vero che il cinema placa lo spettatore anzi..lo coinvolge in pieno nella sala buia con i suoni bassi e profondi grazie al dolby surround. E comunque il teatro a me fa riflettere e ogni volta che vado a vedere un bello spettacolo ne esco sempre arricchita.

Preferisci lavorare per il cinema o per la tv ?

Se devo essere sincera amo di più il cinema perché c’è maggiore libertà autoriale ed attoriale

Nel tuo lavoro, quanto è importante la bellezza?

La bellezza è sempre stato un fattore molto importante ma non determinante.
In Italia purtroppo si risente come canone importante mentre in America conta molto di più la bravura.
La cura dell’immagine negli ultimi anni ha esasperato gli individui tanto da contraffare spesso la propria immagine sia nei social attraverso i filtri che nella realtà attraverso la chirurgia.

Ti è mai capitato di non voler interpretare un certo ruolo perchè non ti immedesimavi nel personaggio?

Fortunatamente non mi è mai capitato. Probabilmente perché sono stati bravi i registi o gli autori che mi hanno scelto per interpretare quel determinato ruolo perché conoscevano le mie qualità e/o i miei limiti.

Se potessi trascorrere un giorno con una artista vivo o morto chi sceglieresti?

Bella domanda.sicuramente mi piacerebbe essere al fianco di Anna Magnani, Ingmar Bergman e Meryl Streep.

Voi attori siete veramente così incontentabili o è una voce messa in giro dagli invidiosi?

Incontentabili? Sinceramente questa definizione non mi appartiene a meno che si parli del lavoro e lì certo lo sono.

In cosa credi?

Credo nella intrinseca capacità umana di risollevarsi e di lottare per il raggiungimento dei propri obiettivi.

Il tuo mestiere ti ha reso felice?

Il mio mestiere è per me una grande risorsa che mi rende felice ogniqualvolta mi permette di esprimere le mie emozioni.

Il tuo mestiere ha reso felice altre persone?

Ad essere sincera il mio lavoro non è stato sempre ben accolto dalla mia famiglia.
Anzi, ci sono voluti anni prima di capire che era quello che volevo fare.Quindi no non ha reso felice la mia famiglia.

Progetti in corso e progetti futuri?

In corso ho le prove di uno spettacolo musicale su Lucio Battisti dal titolo
“ MI RITORNI IN MENTE”
Uno spettacolo musicale intriso di canzoni e di testi che raccontano la sua vita attraverso le sue canzoni andando alla scoperta di Lucio Battisti uomo e non solo arista.
Per quanto riguarda i progetti futuri sto scrivendo il mio prossimo cortometraggio che riguarderà il tema delle famiglie arcobaleno e della loro incidenza sulla società.

www.antonioparciasepe.com

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