Rottamazione Cartelle. Lettera a Salvini

Fisco, Giustizia & Previdenza

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Sig. ministro Salvini, se ci è concesso il chiedere: Lei segue ancora gli sviluppi e l’applicazione della legge nota come “rottamazione cartelle”?

E’ stata una Sua creatura in campagna elettorale, la ricorda? Rammenta come fu criticata da quanti la consideravano sin dall’origine diseducativa, ma anche apprezzata da coloro che allora come ora si dibattono nella diuturna lotta per la sopravvivenza contro tasse, imposte, gabelle, dazi, accise, sanzioni, luce acqua, gas, relativi diritti mora e quanto altro? Ricorda?

Lei, dopo averla generata, difesa e pubblicizzata, quella legge l’ha abbandonata tra le braccia dei burocrati ministeriali che, come d’uso, l’hanno mal scritta e peggio applicata, stravolgendone il significato e il fine per il quale era stata pensata e resa di pubblico dominio al cospetto degli elettori  Il tutto ricorda quella vignetta umoristica che ironizza sul  divario tra la necessità di avere una “altalena” e la mostruosità che ne viene fuori dopo i vari passaggi tra tecnici.

Ministro, Lei, al tempo della caccia al voto, aveva assicurato gli italiani che ogni cartella esattoriale sotto i mille euro, emessa tra il 2015 ed il 2020 sarebbe stata automaticamente “rottamata”. Vala dire che un cittadino con debito esattoriale sotto quel limite sarebbe stato affrancato da ogni pagamento. Questo aveva appassionatamente affermato, senza se e senza ma. Il guaio è che tale promessa non è stata mantenuta. Ciò in quanto si è lasciato alle lobby delle amministrazioni comunali/enti locali la possibilità di non aderire a tale disposto. Ne consegue che il sig. Pautasso abitante in un comune piemontese che rifiuta la rottamazione, non si vedrà “rottamare” alcunché, a parte la fiducia nel politico.

Ma c’è di peggio.

Ministro, Lei, sempre al tempo della caccia al voto, aveva assicurato coloro aventi cartelle in sofferenza (sempre relative al periodo su citato e sempre senza se e senza ma), che ove non avessero potuto aderire alla rottamazione, sicuramente avrebbero potuto chiedere la rateizzazione del debito sino a 18 mesi. Orbene, è con disagio che dobbiamo informarLa  che anche ciò non è vero. Infatti, come Lei ben sa a riscuotere tasse, imposte, multe e balzelli vari non è unicamente l’Agenzia delle Entrate Riscossione figlia di Equitalia, ciò in quanto il Pese pullula di una miriade di esattori “privati” ai quali gli enti locali affidano la riscossione dei tributi. Ciò posto, ministro provi a chiedere ad una di questi esattori se Le rateizzano una Imu morosa in 18 mesi, riceverà un netto rifiuto perché non si ritengono investite dall’obbligo di aderire al meccanismo della sanatoria. Sostengono che solo le cartelle giacenti presso l’Agenzia Entrate Riscossione sono interessate dal provvedimento e questo pur se la legge parla di Agenti di riscossione in generale.

La questione è più seria di quanto si immagini, basta infatti prendere atto, a fronte di una stessa imposta, della la disparità di trattamento riservato al sig. Criscuolo di Caserta  che è debitore di cartella esattoriale privata rispetto a Pipitone di Palermo la cui cartella giace presso Agenzia Entrate Riscossione: il primo non può fare istanza di rateizzazione del debito mentre il secondo si.

Ci si chiede: costituzionalmente tutti i cittadini non devono essere uguali di fronte alla legge? Le differenze di trattamento sopra esposte non creano figli e figliastri?

Il vulnus di cui sopra è noto alla politica tanto è vero che nei primi giorni dello scorso marzo il quotidiano Italia Oggi ha dato notizia che di tali discrasie i parlamentari si era accorti tanto da   programmare un aggiustamento alla legge; in tal senso si era espressa la stessa sottosegretaria Sandra Savino. Ma nulla è mutato a tutt’oggi.

Per correggere quanto fatto con pressapochismo, nella fretta di emanare celermente provvedimenti che dimostrassero l’attività pronta ed efficace del nuovo governo, rischiando un richiamo del Capo dello Stato verso una maggiore attenzione legislativa, c’è sempre tempo. Quindi ministro, tralasci per un istante il ponte sullo stretto e torni a occuparsi di rottamazione, questo perché anche se la cosa non appartiene al Suo dicastero, Lei ci ha messo la faccia e la passione a suo tempo. Possiamo osare il chiedere?

Giuseppe Rinaldi

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