Carlo III è più ricco della mamma. Merito della colossale fortuna personale

Economia & Finanza

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Re Carlo dovrebbe entrare nella lista dei primi 250 paperoni britannici, davanti ai Beckham e a Elton John

Re Carlo III

AGI – Ricco come Creso… è proprio il caso di dirlo a proposito di re Carlo: è più ricco della madre, la defunta regina, visto che può contare su una fortuna pari a 600 milioni di sterline (quasi il doppio di Elisabetta II, ferma a un patrimonio di 370 milioni di sterline). Un patrimonio accumulato con oculata parsimonia e che non tiene conto dei possedimenti della Corona (più Buckingham Palace, il ducato di Lancaster, quello di Cornovaglia e Kensington Palace), stimati in oltre 22 miliardi di sterline. Carlo ha costruito le sue ricchezze dal ducato di Cornovaglia, ma anche dall’eredità di sua madre e da alcuni oculati investimenti.

Guidato dalla sua attenzione all’ambiente e da uno stile di vita frugale, nel corso degli anni ha infatti accuratamente risparmiato i profitti del suo ducato; e pare che sia diventato ancora più parco da quando gli toccò di sborsare 17 milioni di sterline per il divorzio da Lady Diana: spegne sempre le luci quando esce da una stanza, tende a non buttare mai gli abiti ma a riciclarli, usa le scarpe fino alla consunzione. Dal 1990, inoltre, vende i prodotti ‘bio della sua proprietà, Highgrove House: è il brand Duchy Originals, prodotti inizialmente venduti da Harrods e Fortnum & Mason, poi anche dai supermercati Waitrose.

Sono biscotti ma anche birra, erbe medicinali, attrezzi da giardino, tutto rigorosamente eco-compatibile.

I conti in tasca al re che sarà incoronato il 6 maggio prossimo sono stati effettuati dal Sunday Times, che il mese prossimo darà anche il consueto aggiornamento annuale sui ‘paperoni’ del Regno Unito (re Carlo dovrebbe entrare nella lista dei primi 250, davanti ai Beckham e a Elton John). Ebbene, prima di diventare re, Carlo intascava ogni anno tra i 15 e i 23 milioni di sterline dalla tenuta del ducato di Cornovaglia, che ora è passata al principe William. Una gestione avveduta visto che, tra il 2011 e il 2022, l’allora principe del Galles ha aumentato i profitti annuali del ducato del 42,6%, portandoli a 25,4 milioni di sterline; e ha guadagnato da quel ducato 212 milioni di sterline.

Carlo ha guadagnato attraverso investimenti immobiliari e progetti di sviluppo sostenibile nel Dorset e in Cornovaglia. Le entrate del ducato si sono anche rimpinguate grazie agli affitti di proprietà commerciali a Londra, Milton Keynes e Cornovaglia (ricavi per 16 milioni di sterline negli ultimi 10 anni).

Carlo possiede anche la Crown Estate, ma non può venderne i beni poichè l’istituzione è indipendente dalla famiglia reale. La Crown Estate è infatti di proprietà del monarca regnante, ma i profitti annuali non sono pagati al re ma al Tesoro: il re ne riceve il 25% dall’erario, denaro con cui vengono finanziate le spese della Casa reale come concessione sovrana. Il re invece possiede invece le tenute e i castelli di Sandringham e Balmoral. Sandringham, nel Norfolk, appartiene alla casa reale da oltre 160 anni: ha 300 edifici e un imponente palazzo. Una stima prudente valuta la tenuta 245 milioni di sterline.

Balmoral, acquistata dal principe Alberto per la regina Vittoria nel 1852, immersa in 20mila ettari di foresta e brughiera, conta 150 costruzioni, tra le quali Birkhall, il cottage del 18esimo secolo che è stata per anni il ‘buen retiro’ di Carlo e Camilla in Scozia. Una stima, anche questa approssimativa, valuta la proprietà circa 210 milioni di sterline.

Da notare infine che sull’eredità di Elisabetta II, Carlo non ha pagato una sterlina di tassa: una legge garantisce che non venga riscossa alcuna imposta di successione quando i beni vengono trasferiti da “sovrano a sovrano”. Fu l’allora premier John Major a introdurre l’esenzione nel 1993 sostenendo che era “necessaria per proteggere l’indipendenza della monarchia”. Il risultato è che il re viene incentivato a lasciare tutto al figlio che eredita il trono, con buona pace dei cadetti.

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