2022-2030: rinnovabili e FIT FOR 55

Ambiente, Natura & Salute

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IREX 2023: lo studio di Althesys sull’industria delle rinnovabili nel 2022 rileva investimenti previsti per 41 miliardi di euro, per un incremento della potenza di 38,9 GW. Il raddoppio delle rinnovabili è solo parte del lungo percorso per raggiungere gli obiettivi stringenti del 2050. Il MASE propone un questionario consultivo pubblico entro il 26 maggio prossimo.

Un quadro macroeconomico complesso quello del 2022, che ha visto la problematica energetica emergere a livello globale. In tale quadro si collocano in Italia 958 operazioni di investimento nelle rinnovabili, per il 95% da attuare in Italia, raddoppiate rispetto a quelle censite nell’anno precedente. Un fenomeno forse dovuto alla crisi internazionale, all’urgenza dell’attuazione del PNRR e agli obiettivi in vista del 2030. Tuttavia, nonostante i decreti di semplificazione, perdurano le difficoltà autorizzative e ben 673 pratiche sono ancora in stand by, su un totale di 894.

La tecnologia prevalente è l’agrivoltaico: 390 iniziative, 15,8 GW per 12 miliardi di euro (il 41% del totale). Tale tecnologia consiste nell’installare pannelli solari a quote più elevate sui terreni agricoli, in modo da produrre energia preservando le colture che crescono al di sotto di essi. Il terreno può così continuare ad essere utilizzato per scopi agricoli, l’ombreggiatura creata dai pannelli solari può contribuire a creare un microclima fresco e umido più favorevole per alcune colture. Il sistema è stato sperimentato in vari contesti per i vigneti, le fragole e i pomodori.

Il 35% dei progetti riguarda il fotovoltaico con 11,6 GW per 8,3 miliardi; 184 iniziative per l’eolico onshore con 10,6 GW e 14,2 miliardi di euro; 63 investimenti per l’eolico offshore con 50 GW, ma di questi ultimi solo un progetto è attualmente funzionante. I sistemi di accumulo sono quasi raddoppiati rispetto al 2021: +91%. 115 i progetti per l’idrogeno verde.

Possiamo quindi ritenere avviata la transizione ecologica in Italia? Il green deal europeo dovrebbe trasformare “L’UE in una società giusta e prospera,…competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse”.

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) è uno degli strumenti normativi con cui gli Stati Membri dell’UE definiscono le politiche e le misure di attuazione degli impegni europei, gli obiettivi dell’accordo di Parigi entro il 2030 per il “Fit for 55”. La riduzione delle emissioni di almeno il 55% è una tappa ambiziosa, ma solo intermedia verso l’economia a emissioni nette pari a zero entro il 2050.

Nel Piano è previsto un ampio spazio per le cinque dimensioni della questione energia: decarbonizzazione comprendendo lo sviluppo delle rinnovabili, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca e innovazione coniugandole alla competitività.

Pertanto il Piano coinvolge tutti i settori del sistema economico e sociale e determinerà, tra l’altro, le prospettive del sistema produttivo e dell’occupazione. Tali piani nascono dalla necessità di una governance europea del lungo percorso intrapreso dagli Stati Membri, un obbligo derivante dal regolamento europeo 2018/1999.

Il Ministero per l’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ritiene prezioso un contributo alla Proposta di aggiornamento del Piano, prevista per il 30 giugno prossimo.  Quindi sino al prossimo 26 maggio sarà online un questionario consultivo sul tema, per “offrire al pubblico tempestive ed effettive opportunità di partecipare alla elaborazione del PNIEC”. La Proposta di aggiornamento terrà effettivamente conto degli orientamenti che emergeranno tra il pubblico. Il questionario è aperto a privati, associazioni, stakeholders e istituzioni, secondo un modello di condivisione dell’informazione a tutti i livelli, dal cittadino alle industrie, dalla Pubblica Amministrazione al Parlamento.

Gli obiettivi al 2030, quindi al 2050, rappresentano una sfida epocale per la quale è opportuno invitare tutti alla partecipazione, alla mobilitazione. Non vi è alcuno spazio per i free rider, tentati dalle esternalità positive dell’impegno altrui, ma solo per il coinvolgimento, sin dall’origine del processo, per tutti coloro che saranno chiamati ad attuarlo.

(CONSULTAZIONE PIANO NAZIONALE INTEGRATO ENERGIA E CLIMA (gse.it))

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