Francia, ribadita condanna a tre anni per Sarkozy

Sulla decisione dei giudici avrebbero pesato soprattutto i clientelismi scambiati in passato con un magistrato e i finanziamenti (libici in particolare) ottenuti dall’ex presidente nella campagna elettorale del 2007. Ma l’Italia ringrazia

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Nicolas Sarkozy, 23º inquilino dell’Eliseo (dal 2007 al 2012), ricordato principalmente per i suoi sorrisetti maliziosi scattati al nome di Silvio Berlusconi (all’epoca primo ministro italiano), prossimamente avrà meno motivi per ridere. La corte d’appello francese, infatti, ha da poco ribadito la condanna dell’ex presidente a tre anni di galera (di cui due con la condizionale), inflitti già in primo grado (a marzo del 2021) per corruzione e traffico di influenze.

Una vita, certamente, non da mediano….

Il verdetto della magistratura francese, nello specifico, riguarda il coinvolgimento del parigino in un tentativo di corruttela – riuscito – ai “danni” del giudice cassazionista Gilbert Azibert, in occasione delle presidenziali del 2007, che poi vinse – per le quali Sarkozy correva da ex ministro, delle Finanze (2004) e dell’Interno (2002-2004 e 2005-2007) -. Un piccolo viaggio nel passato, quindi.

Stando alle ricostruzioni fatte in aula, il successo politico del primo capo di Stato con discendenza straniera sarebbe stato ottenuto prettamente grazie a movimenti finanziari illeciti, alcuni dei quali provenivano da Liliane Bettencourt – l’ereditiera della multinazionale cosmetica “L’Oréal Paris”, nonché donna più ricca di Francia fino all’anno della sua morte (il 2017) – ma, soprattutto, dall’ex leader libico Mu’ammar Gheddafiè stato documentato, infatti, che la Libia avrebbe contribuito con ben 50 milioni di euro (qualcuno sostiene con solo 5) alla campagna elettorale di Sarkozy, tanto da garantirgli non solo la vittoria ai seggi ma anche un’incriminazione in procura per associazione a delinquere, notificata al gollista il 16 ottobre del 2020, dopo un’inchiesta durata ben 7 anni (nel mezzo dei quali si è ritrovato coinvolto in un secondo scandalo, gli sono stati “dedicati” ben due distinti processi – per un totale, pare, di 4 reati – e regalate altrettante brevi esperienze di arresto: il primo di 15 ore, avvenuto nel 2014 a Nanterre, in occasione del quale gli si è contestata anche la violazione del segreto istruttorio; il secondo di 25 ore, avvenuto nel 2018) -.

Ed è proprio al periodo di apertura delle indagini (2013) che risalirebbe il maldestro tentativo di corruzione messo in atto dal parigino il quale, per tentare di ricevere informazioni su come si muovessero “le acque sotto i suoi piedi”, avrebbe promesso a Azibert un avanzamento di carriera “blindato” (e un buon fondo pensione) in cambio di qualche “soffiata”.

Tutto arriva per chi sa aspettare

Anche se la guerra legale è ancora aperta e l’avvocato del “Sarko” pronto a contestare la decisione in terzo grado, occorre ricordare che un’eventuale ultima pronuncia di conferma sommerebbe la nuova pena detentiva all’anno di arresti domiciliari – con dispositivo antifuga elettronico – comminato all’ex presidente il 30 settembre del 2021 (per lo scandalo delle “fatture Bygmalion”, praticamente stessi crimini finanziari ma con riferimento alla campagna elettorale del 2012).

Così come ci sarebbe da riflettere sul fatto che finalmente, dopo oltre 10 anni, si sta scoprendo forse la ragione di quelle risatine scambiate con il cancelliere tedesco Merkel, apparentemente tipiche non solo di chi semplicemente si burla di qualcun altro, ma di chi un tantino odia la persona che ha di fronte: tra l’inverno e l’autunno del 2011, infatti, il nostro Paese gradualmente subentrò alla Francia in quel rapporto di stima e collaborazione politica con la Libia del “Colonnello” – un personaggio particolare, comunque deciso a “liberare il proprio continente” dal franco CFA e a battere una moneta panafricana -, lasciando per strada un Sarkozy prima sedotto (col denaro) e poi bidonato (dal Trattato di Bengasi, già stipulato tra Roma e Tripoli nel 2008), il quale pensò bene di restituire il “maltolto” diventando il maggior fautore di un attacco NATO in terra africana. Se questo “cambio di fronte” portò all’Italia soldi e prestigio nello scacchiere strategico del Mediterraneo, ai “cugini” d’oltralpe (i nostri maggiori “competitors“) toglieva – temporaneamente – soltanto l’ennesima possibilità di giogo economico.

La condanna di Sarkozy, quindi, sembrerebbe essere una sorta di “rivincita” per quell’Italia che, anche se ha dovuto patire il “complotto politico-finanziario” dello Spread (che le ha fatto dono di Mario Monti a Palazzo Chigi), infine ha almeno avuto la soddisfazione di vedere che nessun potere, alla lunga, è intoccabile.

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Michele Crudelini del 17 maggio 2023), Wikipedia, Altalex, Il Sole 24 ORE, Reuters, archivio 2009 del sito del Parlamento Italiano, ANSA;

Account Twitter: Nicolas Sarkozy;

Canale YouTube: Euronews (in italiano).

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

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