Un nuovo feudalesimo

Attualità & Cronaca

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Sembra assurdo parlare di nuovo feudalesimo nel XXI secolo, ma i fatti ci dicono che in questi anni di globalismo, i quali hanno visto affermarsi sempre più il modello di vita occidentale ed in particolar modo americano, le politiche neoliberiste hanno determinato vistosi squilibri economico- sociali non solo nei paesi meno sviluppati, ma anche in quelli più sviluppati come l’Italia, la quale non molti anni fa faceva parte del G7 ed era  uno dei sette paesi più industrializzati al mondo. Uno dei fini principali del pensiero neoliberista è l’accentramento del potere economico nelle mani di una ristretta élite. Queste politiche di deregolamentazone promosse dagli USA e dalla Gran Bretagna, a partire dagli anni ottanta, si diffonderanno poi in tutto il mondo. Le nuove scelte economiche hanno determinato la riduzione e l’eliminazione dei controlli statali sull’economia e le attività finanziarie, sostenendo che il libero mercato è in grado di autoregolamentarsi ( come se non esistessero le speculazioni e gli” inciuci” anche e soprattutto nell’alta finanza!); inoltre queste politiche neoliberiste hanno voluto la privatizzazione di floride imprese nazionali, spesso a prezzi stracciati, che facevano dello Stato un imprenditore, mentre ora è ridotto ad un parassita che deve reggere e mantenere tutti i suoi apparati gravando unicamente sulle spalle dei contribuenti. Queste politiche hanno voluto e determinato una  notevole riduzione della spesa pubblica nel sociale e hanno determinato la concentrazione dei capitali e della ricchezza nelle mani di pochi che sono diventati sempre più ricchi mentre i poveri sono diventati sempre più poveri e la classe media, la quale da sempre è la spina dorsale dello Stato, è stata messa quasi sul lastrico da misure politiche inique e da una tassazione pesantissima. Gli squilibri nel mondo sono diventati in questi anni sempre più forti perché l’apertura dei mercati, in sé positiva, non avviene in condizioni di reciprocità. Tutto il mondo è diviso da profonde diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Inoltre la mancanza di regole, di controlli e di trasparenza nei mercati finanziari e nei flussi di capitali su scala globale hanno causato la recente crisi finanziaria mondiale. In questo nuovo millennio con tale politica, affermatasi ai danni di inconsapevoli cittadini, i nuovi signori del mondo sono i grandi gruppi finanziari, che un tempo erano le banche al servizio dei cittadini e dello Stato, le grandi multinazionali che sfruttano le materie prime dei paesi poveri facendoli diventare sempre più poveri e i vari arcimiliardari americani e non  che sono in grado con il loro denaro di determinare le politiche degli Stati e degli organismi sovranazionali, ai danni di tutte le  conquiste democratiche e delle libertà individuali così faticosamente conquistate nel corso del tempo. E’ necessario ripensare questo mondo che è stato costruito negli ultimi trent’anni e rivedere questo modello economico neoliberista, che di fatto ha affermato una società ingiusta, basata sulla diseguaglianza e lo sfruttamento dei più, sulla scomparsa della classe media e sulla perdita di tutte le conquiste sociali che hanno determinato il progresso del secolo scorso. Inoltre il sistema bancario privato deve ritornare sotto il controllo delle leggi degli stati per evitare imbrogli e speculazioni.

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