Rischio attuazione del PNRR.

Attualità & Cronaca

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Le dichiarazioni del ministro Fitto sul Piano Nazionale Ripresa e Resilienza sono davvero scioccanti , per il cittadino italiano.

Prima di riportare quanto detto dal Ministro e , quanto riportato da un giornalista troppo informato , comunico che il PIL italiano in termini reali risulta inferiore del 2,8% al PIL del 2007,  quindi sono esattamente 15 anni , che ci dimeniamo intorno al nulla.

Da un Rapporto della Camera , pubblicato il 12 aprile sappiamo,  che il costo delle infrastrutture cosiddette prioritarie del PNRR e del Fondo complementare ammontano ,  a 132,5 miliardi di euro.

Cifra che sconta anche l’incremento dei costi del 26% , per l’adeguamento dei prezzi.

 Dei 132,5 miliardi il 73% cioè 96,5 miliardi,  riguardano interventi sulla rete ferroviaria.

 Al 31 dicembre 2022 le disponibilità finanziarie ammontano complessivamente , a circa 102,332 miliardi di euro con un fabbisogno residuo di circa 30,172 miliardi rispetto all’ammontare dei costi.

Le risorse disponibili, che sono per il 97% pubbliche, consentono una copertura finanziaria pari al 77% del costo.

 Tra le principali fonti di finanziamento rientrano, le risorse NGEU/PNRR, PNC, FSC 2021-2027 anticipate al MIT, nonché quelle del Fondo per l’avvio delle opere indifferibili.

Gran parte dei progetti sono ,in fase preliminare ed è proprio qui che le dichiarazioni del ministro diventano devastanti , per quanto realistiche possono essere.

Secondo articoli riportati su Stampa e Corriere  della Sera , i problemi connessi alla erogazione della terza e quarta rata da parte di Bruxelles ,dipenderebbero  da un problema di comunicazione tra il Ministro, il suo staff e  Bruxelles.

Problemi ,che consisterebbero nella mancata conoscenza dell’inglese da parte del ministro Fitto e del capo della Struttura di Missione del Governo.

 Problema linguistico, che limiterebbero i rapporti tra il Ministro , la sua Struttura e Bruxelles alle videoconferenze ogni dieci giorni.

 Una grande castroneria se solo si pensa alla quantità di personale presente nell’Ispettorato Generale del PNRR,  che è la segreteria tecnica del PNRR.

IL ministro dichiarò in Parlamento un mese fa che andava fatta una verifica di fattibilità reale e anche di rendicontazione,  entro il prossimo 30 giugno. I progetti sono complessivamente 180 mila e l’operazione è obiettivamente complessa considerato anche ,che gli attori sono tanti , Regioni, Comuni, Province.

 IL punto di criticità con la Commissione UE riguardavano dubbi classificati da Bruxelles come “ varie questioni minori”.

Problemi ci sono anche sui 27 obiettivi da centrare entro giugno , per sbloccare i 16 miliardi della quarta rata e la revisione di 10 obiettivi.

Rappresenta un punto di dissidio con la Commissione la volontà del governo , di non incrementare il debito per investimenti alla transizione ecologica e digitale ora , che non si sono incassati nemmeno i 19 miliardi della terza rata.

 Da evidenziare anche lo scontro con la Stampa su dichiarazioni,  che il ministro ha smentito e la Stampa confermato tipo

“ Serve una revisione strutturale di obiettivi ormai superati dagli eventi . Gran parte del Piano non è spendibile. Dovremo definanziare una serie di interventi non strategici”.

Cosa sta succedendo? Possibile che l’entusiasmo,  per i soldi che arrivavano dalla UE , non ha fatto emergere le difficoltà attuative del piano?

 A fine verifica le dichiarazioni del Ministro evidenziano , che “ non si tratterà di cosmesi o di chirurgia di precisione , ma di uno smantellamento con la revisione strutturale anche di alcuni obiettivi previsti due anni fa e ormai superati dagli eventi”

Sembra che le grandi opere subiscono un taglio del 30% .

Inoltre una verità più volte denunciata , che 55 miliardi di progetti erano nei cassetti ancor prima ,che fosse pensato il PNRR e risultavano finanziati con risorse nazionali. Progetti ,che potrebbero essere respinti da Bruxelles ,per mancanza dei requisiti richiesti dal Regolamento che disciplina il PNRR.

IL Ministro dice di aver fatto una operazione verità e , che responsabilmente reindirizza i fondi europei (..che dovremo restituire !) verso destinazioni di spesa di utilità sociale e, realizzabili entro il 2026.

 La conclusione di Fitto non è,  per nulla condivisibile a nostro avviso considerato che i fondi del PNRR vorrebbe  direttamente assegnare  , a imprese e famiglie per investire in macchinari , impianti , digitalizzazione compresi nel programma 4.0.

IL Ministro dichiara di “ spostare  miliardi verso gli incentivi alle imprese, con meccanismi automatici e rapidi, già sperimentati con successo perché minimizzano l’intermediazione delle pubbliche amministrazioni.”.

Incentivi che servirebbero a detta del Ministro a elevare la competitività industriale.

Una conversione del PNRR e del Fondo Complementare verso i desiderata di Confindustria, escludendo le possibilità di azione degli enti locali.

A questa impostazione Bruxelles risponde con un deciso no. Un segnale di radicalità della Commissione su questa inversione del governo italiano è il ritardo di corresponsione della terza rata e l’immediata interpretazione vittimistica del Ministro,  che dichiara “ c’è un eccesso di attenzione” della Commissione. IL Ministro omette completamente di considerare la valutazione dell’investimento e la sua ricaduta sociale ed economica.

Solo il dogma della positività , comunque della realizzazione privata con soldi trasferiti direttamente alle imprese.  Gli investimenti pubblici , meglio non scordarlo hanno un effetto sulla crescita (il moltiplicatore) più elevato delle alternative possibili  , ma devono essere di qualità.

Oecd, Commissione Europea, Banca Mondiale ,  Linee guida per la valutazione dei progetti del MIT , affermano che vanno sottoposti e superare  devono superare l’analisi costi-benefici.

Analisi che però non misura il moltiplicatore , il quale è misurato  dal moltiplicatore aggregato.

In luogo di soldi a pioggia analisi doppia per gli investimenti del PNRR e PNC.

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