La Russa: un personaggio da Cent’anni di solitudine?

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La Russa: un personaggio da Cent’anni di solitudine, ma sono gli avversari a rimanere soli. La vittoria di La Russa sembra tratta dalle pagine di un romanzo di Garcia Marquez, ma sono i suoi avversari a subire le conseguenze del proverbio: “chi parte per fottere, è fottuto”.

La Russa e la petizione per farlo fuori: “Ma sapete che…”, compagni umiliati.

La Russa ha ricevuto una visita insolita al Senato negli scorsi giorni: i promotori della petizione per cacciarlo si sono presentati di persona. La delegazione, guidata da Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena di Rifondazione Comunista, rappresenta gli avversari politici che hanno avviato la raccolta di firme due mesi fa, richiedendo le dimissioni di La Russa dopo le sue dichiarazioni sulla strage di via Rasella.

Tra i primi ad aderire alla petizione, figurano i partigiani Aldo Tortorella, Gastone Cottino, Arturo Scotto (deputato del PD) e l’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Nonostante le critiche, il presidente del Senato aveva già risposto: “Voglio scusarmi con chi, anche basandosi su resoconti imprecisi, si è sentito offeso”.

La raccolta firme promossa da Rifondazione Comunista ha raggiunto le 104.000 sottoscrizioni e sono state consegnate in una chiavetta USB direttamente a La Russa. “Non abbiamo pregiudizi personali”, hanno sottolineato i rappresentanti del PRC Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena al loro arrivo a Palazzo Madama. Tuttavia, il presidente del Senato ha dato una risposta che ha neutralizzato i suoi avversari: “Alle ultime elezioni ho ottenuto 223.986 voti, corrispondenti a un quinto dell’Italia. Quindi, ho rispetto sia per i centomila che non sono – politicamente – miei amici, che per i 223.000 che mi hanno votato solo in una quinta parte del paese. Ecco perché non posso dimettermi per una quota inferiore alla metà di coloro che mi hanno votato solo a Milano”. Il colloquio al Senato è durato mezz’ora.

Secondo il segretario nazionale del PRC, Maurizio Acerbo, “le parole di La Russa ci hanno fatto capire che non ha compreso il ruolo che ricopre il presidente del Senato. La raccolta firme non mette in discussione la sua lunga carriera politica e il suo consenso consolidato, ma riteniamo che, in quanto presidente del Senato, non si possano fare affermazioni offensive nei confronti della Resistenza”.

In un curioso parallelismo, la figura di La Russa sembra uscita dalle pagine del celebre romanzo di Gabriel García Márquez, “Cent’anni di solitudine”. Tuttavia, a differenza dei personaggi solitari del romanzo, è proprio La Russa ad aver ottenuto una vittoria politica, mentre i suoi avversari si ritrovano a fare i conti con una realtà amara e sconfitta.

La storia di Cent’anni di solitudine ruota attorno al concetto di destino inevitabile, in cui ogni personaggio sembra condannato a vivere una vita solitaria e insoddisfacente. Proprio come nel romanzo, i promotori della petizione contro La Russa sembravano avere un obiettivo comune, ma si sono ritrovati divisi e umiliati di fronte alla sua risposta sicura di sé e al consenso politico che ha ottenuto.

Mentre i personaggi di Cent’anni di solitudine inseguono traguardi illusori e si perdono in amori impossibili e sogni infranti, La Russa ha dimostrato una determinazione politica indomabile e una capacità di sopravvivenza che gli ha garantito una vittoria dopo l’altra. Nonostante le polemiche e le critiche, sembra essere immune agli attacchi dei suoi avversari, come se fosse protetto da una forza superiore.

Come il circolo vizioso descritto nel romanzo, anche la vicenda di La Russa sembra non avere una via d’uscita. I suoi avversari si trovano intrappolati in una situazione in cui le loro azioni si ritorcono contro di loro, lasciandoli sconfitti e isolati. È come se il proverbio “chi parte per fottere, è fottuto” si applicasse perfettamente a coloro che si sono coalizzati contro di lui.

La vittoria politica di La Russa, tuttavia, non deve far dimenticare il ruolo che ricopre come presidente del Senato. Mentre il suo consenso politico può essere consolidato, è importante che ricordi la responsabilità e l’importanza della sua posizione istituzionale. Le parole offensive e le polemiche non sono adatte a un leader che dovrebbe rappresentare l’interesse comune e lavorare per il bene della nazione.

In conclusione, la vicenda di La Russa sembra un capitolo tratto dalle pagine di Cent’anni di solitudine, in cui il protagonista sembra vittorioso mentre i suoi avversari sono sconfitti e umiliati. Tuttavia, è fondamentale che La Russa non si lasci trascinare dalle polemiche e mantenga un comportamento rispettoso e responsabile nel suo ruolo istituzionale. Solo così potrà dimostrare di essere un vero leader, capace di superare la solitudine politica e lavorare per il bene della nazione.

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