Il caldo record a Pechino e nel nord della Cina

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La capitale cinese, la limitrofa Tianjin e la circostante provincia dello Hebei sono al centro della nuova ondata, in anticipo rispetto alle temperature registrate solitamente in questo periodo dell’anno

AGI – Caldo record a Pechino e nel nord della Cina, dove le temperature, in alcune località hanno superato i 40 gradi, ben oltre il massimo registrato in questo periodo dell’anno. La capitale cinese, la limitrofa Tianjin e la circostante provincia dello Hebei sono al centro dell’ondata di caldo: a Pechino la temperatura massima di oggi è di 39 gradi, secondo i dati diffusi dall’Amministrazione Meteorologica Cinese, e sui media statali si moltiplicano gli articoli che mettono in guardia i lettori dai rischi legati ai colpi di calore, scoraggiando le uscite nelle ore pomeridiane.

Temperature elevate si registrano in tutto l’arco settentrionale del Paese, dalla provincia nord-occidentale del Gansu al Liaoning, scendendo fino allo Shandong, nel nord-est della Cina.

Il grande caldo è in anticipo di tredici giorni rispetto al solito, e gia’ da tre giorni si registrano temperature superiori ai 37 gradi nel nord del Paese, e ai 40 gradi nel nord-ovest, per un fenomeno destinato a durare, con questa intensità, ancora per altri due giorni.

Ondate di caldo come quella in corso in questi giorni non sono più insolite, in Cina, che deve affrontare i problemi collegati agli effetti del cambiamento climatico: lo scorso anno, ad agosto, si era verificata la più grave ondata di caldo dal 1961, accompagnata da una forte siccità, che aveva costretto alcune regioni del sud e del sud-ovest – tra cui la metropoli di Chongqing e la provincia del Sichuan, che insieme contano oltre cento milioni di abitanti – a razionamenti delle risorse idriche per l’irrigazione dei campi e al dirottamento dei corsi d’acqua.

Nel tentativo di provocare la pioggia, la Cina aveva fatto ricorso anche alla controversa pratica del “cloud seeding”, ovvero l’induzione all’addensamento delle nubi tramite il lancio di razzi carichi di sostanze chimiche. Le condizioni climatiche estreme avevano provocato anche danni alla produzione di energia e frequenti black-out, a fronte di un aumento della domanda di elettricità, trainata soprattutto dall’utilizzo dei condizionatori d’aria.

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