Rivera e la cordata: una trattativa naufragata ancor prima di salpare

Sport & Motori

Di

Sin da quando si è sparsa la notizia confessiamo di aver subito nutrito forti dubbi sulla trattativa che, ove esistesse realmente, già parte male perché le trattative non si iniziano in piena organizzazione del nuovo campionato quando c’è da capire cosa ne sarà di Polito e di Mignani, quando c’è da capire quali saranno i nuovi giocatori da prendere con una rosa da sfoltire per almeno 15/28 e da rifondare quasi ex novo, e quant’altro.

Tra l’altro non ci risulta alcun contatto con De Laurentiis. Gianni Rivera, che della fantomatica cordata dovrebbe essere il portavoce o comunque il  soggetto sintesi, ha preferito contattare il Sindaco di Bari Antonio Decaro, non il Presidente De Laurentiis e questo appare curioso. Nelle interviste rilasciate su alcuni quotidiani, tra le altre cose, mancano i nomi dei possibili acquirenti. Certe trattative devono iniziare a campionato in corso, ad inizio, o verso la fine, possibilmente interpellando direttamente la società del Bari, magari sotto traccia senza darla in pasto alla tifoseria o a certa stampa a cui, si sa, piace catturare like a go-go o vendere qualche copia in più, cosa peraltro legittima per carità, ma soprattutto così da poter iniziare un eventuale nuovo corso societario con le idee chiare sul da farsi avendo tutto il tempo a disposizione. E poi quel Rivera in panchina se da un lato ci lascia un retrogusto di ilarità, dall’altro ci lascia anche di un pizzico di tenerezza. A questo punto che si chiami l’ultra ottuagenario Giacomino Losi ad allenare. Almeno ha esperienza da vendere oltre a conoscere la piazza.

Se ci sarà qualcosa di importante che si parli direttamente con la società, non coi giornali. Nulla contro Rivera ma che nessuno ci prenda in giro, Bari ne ha già passate tante.

E questo ci fa capire la poca serietà, nonché la discutibile credibilità, di questa fantomatica cordata. Non ci sono i tempi tecnici perché possa andare in porto la trattativa, c’è da organizzare una stagione a 30 giorni dal ritiro e a 40 da inizio stagione, e una nuova società partirebbe con notevoli difficoltà col rischio di pagarne le conseguenze in sede di campionato dovendosi guardare le spalle. Ci fa stare sereni, da cittadini baresi, il fatto che De Laurentiis faccia orecchio da mercante proseguendo sulla sua strada rimanendo concentrato sul futuro immediato del Bari. Poi ci sono le sirene UEFA che potrebbero aprire loro spiragli di continuità per una doppia proprietà, figuratevi se si disfa della sua creatura, perché di creatura dobbiamo parlare. Secondo noi questa trattativa naufraga ancor prima di salpare.

De Laurentiis andrà avanti senza distrazioni, domani ci sarà l’iscrizione al campionato senza preoccupazioni ed è già tanto se ci voltiamo all’indietro e guardiamo vecchi fantasmi.

Molti tifosi dimenticano che i De Laurentiis in tre anni ci avrebbero portato in serie A se non fosse stato per l’anno di Romairone. Questa è la realtà dei fatti.

Quest’anno sarà dura, un po’ tutte punteranno a vincere il campionato con le tre retrocesse dalla A, su tutte la rivitalizzata Sampdoria, col Modena che ci riproverà, con il Parma agguerrito, col Venezia pronto alla rivincita, col Palermo che ha già dichiarato di far follie mercatali (auguri, attenzione a non fare la fine di Spal e Benevento), poi dovrebbero confermarsi il Sudtirol, la Reggina, il Como che alzerà l’asticella dell’obiettivo vista la sua solidità economica e poi le solite due sorprese che potrebbero arrivare dalle neopromosse in B ma anche da quelle squadre storiche della B che prima o poi centreranno la A come l’Ascoli, il Cittadella, il Pisa o la Ternana del suo fumantino presidente.

Bisognerà allestire una squadra molto competitiva dopo quella costruita quest’anno per puntare alla A senza fare follie economiche come è giusto che sia.

Da quanto è emerso si ripartirà da Ciro Polito che ha fatto un gran lavoro fino adesso. Poi ci sarà da discutere su Mignani. L’allenatore genovese in due anni ha portato il Bari dalla C ad un passo dalla serie A. Si, qualche volta ha sbagliato così come sbagliano tutti, ma come si fa a disfarsene, con che coraggio se ne deve fare a meno? Certo, se proprio si devono dividere le strade l’ideale sarebbe se ad andarsene fosse lui perché, magari, non ha più stimoli, cosa legittima e comprensibile, ma mandarlo via non crediamo sia la scelta idonea, sarebbe antipopolare, lui è una certezza, conosce la piazza, gli umori, le aspettative, sa che basta poco per infiammare il San Nicola, mentre chiunque verrà dovrà cominciare da zero a partire dal far breccia nei tifosi con le relative incognite. E’ la continuità che deve esserci, sappiamo anche che il budget verrà alzato, dunque nessun “braccino corto” come precedenti gestioni fallimentari perché bisogna lottare per la A salvaguardando il bilancio come nel loro stile.

Polito ha fatto un grande lavoro lo scorso anno con lo smaltimento di difficili esuberi, prendendo calciatori importanti, e lui può portarne altrettanti che possono contribuire all’obiettivo e portare anche capitali nelle casse. Deve trovare giocatori motivati, consapevoli che vengono a giocare in una società ed in una piazza prestigiosa. In due anni ha fatto un lavoro meticoloso poi lui è ambizioso e l’ambizione l’ha trasmessa a tutti, anche alla tifoseria tranne a chi ancora rimane scettico quando invece ci sarebbe bisogno dell’entusiasmo di tutti. C’è sempre qualcuno che nutre diffidenza per l’operato della famiglia relativamente a quest’anno e ci sta, è legittimo.

Polito non allestirà di certo una squadra per vivacchiare in B perché se così fosse non verrebbe nessuno a Bari per giocare. Che lo si capisca una volta per tutte. E Napoli dovrebbe aver insegnato qualcosa ai diffidenti: 15 anni di prestigiosi obiettivi, sempre in Europa, scudetto, giocatori importanti senza fare follie, senza braccino corto, ma con un oculata gestione imprenditoriale, la stessa che stanno mettendo a Bari perché alla fine sono i numeri, i fatti e di dati che parlano, non noi.

Ora aspettiamo le prime mosse ufficiali tra il pretendete e Polito. Bisogna ricreare entusiasmo, bisogna credere nella società. Dopo averne viste tante, davvero facciamo fatica a capire come certa tifoseria, dopo tutto quanto ci è accaduto nel passato, possa non gradire i De Laurentiis al cui posto preferirebbero mediocri imprenditori locali dal braccino veramente corto che non garantirebbero il salto di qualità tanto auspicato. Naturalmente ci riferiamo ai tifosi legittimamente diffidenti che argomentano con considerazioni valide e non ai prevenuti di default, magari privati da privilegi assicurati da precedenti gestioni per i quali ad ogni minima situazione negativa sparano sterco sulla società. Ma forse siamo noi nel torto. Chissà.

Teniamoci stretta questa proprietà in quanto, checché se ne dica, volendo lasciare che siano i fatti a parlare e non le considerazioni, è l’unica che può portare in alto il Bari sia con loro, sia con eventuali nuovi acquirenti che saranno sicuramente solidi e non avventurieri, imprenditori seri ed ambiziosi.

Cerchiamo di essere tranquilli perché c’è da fidarsi visto quanto hanno fatto fino adesso, e quando – e se – dovessero vendere, perché venderanno prima o poi salvo ultime dall’UEFA, staremo, noi baresi, lo stesso tranquilli perché venderanno ad un gruppo solido che porterà la squadra sempre più in alto, mica venderanno all’Autofficina Pinco Pallino S.r.l. di Via Ravanas, e siccome a noi piace sognare non amando particolarmente la gente che non sogna, siamo convinti che presto il Bari, di questo passo, arriverà in Europa. Ma ci sarà bisogno di tutti con entusiasmo. Alternativa, ritornare nella mediocrità e nell’improvvisazione invocando Madonne e santi affinché ci salvino dal peggio. Magari con un quarto fallimento.

Massimo Longo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube