Bari: Il silenzio regna sovrano con la tifoseria che vorrebbe ritrovare entusiasmo

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Il tempo passa, l’amarezza e, se vogliamo, anche il dolore per l’epilogo di quale maledetta finale non riescono ad andar giù a nessuno in città, e la società tace. Speriamo tutti che l’inizio della settimana prossima possa servire per capire cosa ne sarà del Bari 2023-2024.

Molti gli argomenti in caldo: Polito e la sua conferma anche se il suo contratto scadrà il prossimo anno, la conferma, o meno, di Mignani, il progetto tecnico, e quanto meno una bozza di quel che sarà la nuova rosa del Bari visto che per buoni 15-20/28 esimi verrà smantellata e, come nelle assemblee di condominio, varie ed eventuali.

Dispiace dirlo, ma son passate due settimane intere tra scoramento, delusione, dolore e rabbia, e il silenzio imperversa e se non fosse stato per quel post su Instagram del presidente Luigi De Laurentiis dove incoraggia la tifoseria a guardare oltre, a quest’ora staremmo a parlare di silenzio assoluto. Eppure basterebbe un messaggio che, come un elettrocardiogramma dal battito vitale, vivo, esistente, diffonda serenità, crei un minimo di entusiasmo quasi come a dire che “il Bari c’è, si lavora sotto traccia, state tutti tranquilli”, ed invece regna il silenzio correlato da qualche post su Instagram di giocatori dove c’è chi saluta Bari, chi manda segnali di ringraziamento, chi altri da decifrare, tutto è incognita, enigmatico, e questo i tifosi non lo accettano, men che meno lo meritano. Insomma si preferisce che a parlare siano Instagram e i social e non una conferenza stampa.

Tra l’altro le squadre del nuovo campionato si stanno organizzando tutte con la conferma degli allenatori o con l’annuncio di quelli nuovi presentando anche il proprio progetto, e ascoltare il rumoroso silenzio del Bari lascia alquanto perplessi ed anche un tantino preoccupati. Il timore è che si stia perdendo tempo tenuto conto dell’obiettivo di quest’anno.

Nel merito: Polito non dovrebbe essere in discussione dal momento che ha ancora un anno di contratto col Bari. Si, certo, probabilmente anche lui è molto provato per ciò che è successo però col carattere che si ritrova è facile capire che avrà già assorbito il ko. Lui è una certezza e riteniamo che si ripartirà proprio da lui anche se, insomma, un minimo di suspance sussiste a causa del suddetto silenzio e che durerà almeno finché non parlerà.

Poi Mignani. Anche lui un contratto ce l’ha e scade l’anno prossimo. E’ riuscito a fare quanto in pochi sarebbero stati capaci. E’ stato scelto quasi dal nulla da Polito lo scorso anno centrando la promozione in B due mesi prima della fine del torneo, gli hanno chiesto una salvezza senza molti patemi d’animo ed invece è arrivato terzo distanziando di cinque punti la quarta e centrando addirittura la finale playoff, purtroppo, perdendola amaramente. Dunque con tutta la buona volontà, al di là di qualche errore fisiologico tipico degli allenatori catapultati per la prima volta in un torneo superiore alla C che sicuramente ha commesso e sui quali potrà crescere e imparare, non pensiamo come lo si possa mettere in discussione, però il suddetto silenzio lascia pensare che ci siano ancora delle valutazioni in corso. Tra l’altro non crediamo che l’allenatore sia privo di motivazioni, potremmo capirlo se allenasse una squadra di medio bassa classifica, una società priva di blasone, ed invece è pur sempre l’allenatore del Bari, una società di tutto rispetto soprattutto in serie B. Ci chiediamo cosa potrebbe frenarlo dal ripartire? Fosse arrivata una chiamata dalla serie A lo avremmo potuto capire ma al momento chi sarebbe meglio del Bari con panchina vacante? Mignani, per chi come noi ha avuto l’opportunità di stargli vicino, di vederlo, di sentirlo, di viverlo nei frangenti professionali, ha dimostrato di essere una persona perbene, brava, educata, disponibile, mai banale e di essere legato a Bari e al Bari, per cui riteniamo che sia la società, al limite, a metterlo in discussione ma in tal caso è bene ricordare che occorrerà alzare l’asticella panchinara perché bisognerà reclutare un allenatore esperto, possibilmente col un “nome” che infiammi la piazza a cui si dovranno aprire le porte anche allo staff personale (rinunciando al prof. D’Urbano probabilmente), senza dimenticare l’ingaggio decisamente superiore a quello di Mignani. Insomma, ci chiediamo: ne vale la pena quando la soluzione allenatore e lo staff sono in casa?

La piazza e la stampa vorrebbero capire quale sarà il progetto tecnico dal momento che questa squadra sarà da ricostruire in gran parte, e serviranno degli investimenti importanti così da potersela giocare con un gruppo ristretto di 4-5 compagini per la A, pur consapevoli che la politica economica dei De Laurentiis non prevederà follie dal momento che loro coniugano gli obiettivi con i conti in ordine, mossa che ha sempre pagato nel Napoli e nella Filmauro e, se vogliamo, anche nel Bari nel corso di questi 5 anni visto e considerato che sono state raggiunte due promozioni ed altre due si sarebbero potute raggiungere nel corso di due finali playoff purtroppo andate male.

Che il Bari debba mantenere i conti in ordine è conditio sine qua non e proprio per questo vanno studiate a tavolino le giuste mosse perché almeno 8/11 della formazione titolare non ci saranno più, senza dimenticare la panchina da rifondare, i tanti giocatori che andranno via per il contratto scaduto o per fine prestito o per le sirene della A, anche Maita che è sotto contratto fino al 2024 occorre monitorarlo dal momento che il Palermo lo corteggia. Alla fine ne rimangono 3-4 giocatori. Pochissimi.

Ci auguriamo che la società si faccia sentire, che spieghi qualcosa su ciò che è accaduto nei giorni scorsi, sugli interessamenti di Rivera, se si tratta di un interessamento reale, se c’è stato un contatto, se c’è stata una replica, se non è stata presa in considerazione e conoscerne il motivo, se ci sono stati dei potenziali acquirenti se fosse andato in A, e poi capire il progetto perché qui in città ci si strugge ancora per quella maledetta partita, e una parola anche di conforto sarebbe quanto mai d’obbligo. Vuol ripartire il Bari, vorrebbe ripartire anche la tifoseria ritrovando un po’ di entusiasmo ad oggi perduto e latitante.

Massimo Longo

One Reply to “Bari: Il silenzio regna sovrano con la tifoseria che vorrebbe ritrovare entusiasmo”

  1. Luca ha detto:

    Per me dei titolari ne resteranno almeno 2 terzi, Vicari, Di Cesare, Maiello, Pucino, Dorval Ricci, Maita Bellomo….perché dovrebbero andar via? Già questa è una buona base

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