Le politiche neoliberiste

Politica

Di

Le politiche neoliberiste si sono affermate in primis negli Stati Uniti e in Gran Bretagna  tra gli inizi degli anni Ottanta e la grande crisi finanziaria del 2008-2009 per poi estendersi gradualmente agli altri Paesi attraverso la globalizzazione. Negli anni vi è stata una fase di forti liberalizzazioni ed il ritiro dello Stato dall’economia è stato definito come neoliberismo. Lo Stato, secondo tali teorie, deve stare lontano non solo dall’economia, ma anche dalla regolazione della società. Bisogna però ricordare che solo attraverso lo Stato cioè con l’intervento attivo dei pubblici poteri è possibile assicurare i diritti sociali, affermatisi tra la fine della Prima guerra mondiale e la Grande depressione del 1929. Le politiche neoliberiste quindi colpiscono e devastano più di un secolo di Stato sociale fatto di diritto all’istruzione, alla sanità e di previdenza sociale in caso di malattia, disoccupazione o gravidanza, di servizi socio- assistenziali a portatori di handicap o anziani, di diritto all’abitazione ecc. Qualcuno nega la presenza del neoliberismo in Italia. Ma una simile affermazione è inaccettabile se si considera che le politiche prescritte dal neoliberismo hanno dominato la scena economica internazionale per più di trent’anni, non solo nei Paesi avanzati, ma anche in quelli emergenti come la Cina; poiché l’Italia è un Paese fortemente integrato nell’economia internazionale una tale narrazione è poco realistica tant’è che anche il nostro Paese in questi trent’anni ha avuto la sua buona dose di privatizzazioni, liberalizzazioni, deregolamentazione del sistema finanziario, riduzione della tassazione del capitale, tagli al lavoro e allo stato sociale: tutte queste misure sono gli strumenti tipici del modo di operare dell’ideologia neoliberista. Le politiche neoliberiste, strano a crederci, furono attuate dai governi di sinistra quando arrivarono al potere negli anni Novanta, pur essendo consapevoli dell’acuirsi delle diseguaglianze e della disoccupazione. Con la perdita delle ideologie politiche ed identitarie gli ex comunisti, così come i socialisti e gli altri divennero neoliberali. I nostri politici di allora accettarono in toto il pensiero neoliberale senza porsi alcuna domanda sulle possibili conseguenze. L’Italia adottò queste misure neoliberiste anche per conformarsi alle regole del mercato unico europeo e dell’Unione economica e monetaria, come alcune privatizzazioni volte ad ottenere le risorse per adeguarsi ai criteri di Maastricht e adottare così l’euro. Tutti i governi succedutisi nel nostro Paese si sono adeguati al modello economico dominante a livello internazionale. In Italia gli effetti e l’efficacia delle politiche neoliberiste non hanno sortito risultati positivi, spesso le misure adottate hanno esasperato problemi esistenti. La deregolamentazione e le privatizzazioni non furono utilizzate per accrescere il benessere del consumatore o favorire un sistema produttivo più efficiente, ma per favorire gli interessi dei produttori; si pensi alla deregolamentazione delle frequenze  televisive che non creò un settore audiovisivo pluralistico e competitivo, ma un duopolio Rai-Mediaset. Altro nodo cruciale le privatizzazioni autostradali che determinarono elevati profitti per le società che ne ebbero la concessione, ma come contro partita vi fu la mancanza di investimenti per il mantenimento delle strutture che determinò tragedie quali il crollo del ponte Morandi. Anche la famosa teoria neoliberista del “gocciolamento”, secondo la quale la presenza di pochi ricchissimi e di tantissimi poveri non è un male perché qualche goccia di questa loro ricchezza attraverso gli investimenti cadrebbe sui poveri, si è dimostrata errata oltre che cinica perché questi non investono in infrastrutture creando così lavoro, ma nella finanza per accrescere il loro denaro. Le politiche neoliberiste sono oggi in crisi per la fine della globalizzazione, a causa della guerra in Ucraina, e la nascita di un mondo bipolare che vede i Paesi del  BRICS contrapposti  economicamente e ora anche politicamente ad USA e UE.

Il neoliberismo italiano inteso come sviluppo di pensiero organico e ben strutturato e diffuso dal  punto di vista bibliografico è poco presente. Le politiche neoliberiste, al di là del nome accattivante per la presenza della radice della parola libertà, non sono fatte per l’uomo e per tutelarne appunto le libertà fondamentali, ma al contrario per promuovere e salvaguardare un certo sistema economico profondamente ingiusto, tirannico ed antisociale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube