Aldo Moro, i giovani e noi: un’amicizia viva!

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Al Meeting di Rimini appena concluso Agnese Moro incontra i giovani:

il video e le foto inedite dell’indimenticato statista.

“Aldo Moro un ‘uomo di palazzo’? Non c’è nulla di più sbagliato in questa ricostruzione. In tutta la sua vita c’è sempre stata una profonda umanità e una grande voglia di incontrare le persone”. Agostino Giovagnoli, Storico e Professore di Storia contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha ricordato così la figura dello statista democristiano durante l’incontro “Aldo Moro, i giovani e noi: un’amicizia viva” al Meeting di Rimini. Un incontro rivolto appunto ai giovani, a chi non ha mai conosciuto Moro, per comprendere quanto sia ancora attuale e di grande insegnamento il suo pensiero e il suo operato ai nostri giorni. Un incontro dove i testimoni hanno fatto memoria di Moro svogliando un album di fotografie selezionale da Angelo Picariello, Giornalista di Avvenire, autore di ‘Un’ azalea in via Fani’.

“Mi ricordo di quel giorno di marzo del 1973 al primo convegno nazionale di Cl universitari – ha detto Saverio Allevato, già responsabile Cattolici popolari-Roma -0 volle sedersi con tutti i ragazzi, stette tutto il tempo ad ascoltare e a prendere appunti e se ne andò via come era venuto, con molta semplicità. La cosa che mi emoziona di più dopo 50 anni è che il professore Aldo Moro trattata dei ragazzi come noi, che eravamo ragazzi ‘po’ strani’, con eskimo e blue-jeans, come se fossimo le persone più importanti della sua vita. Ascoltava tutti, chiedeva come andavano gli studi, se avevano problemi o altro”.

Per Giovagnoli quella di Moro è una “figura che merita di essere ricordata anche dai giovani”. “Quando avevano una trentina d’anni ha dato un contributo fondamentale per la Costituente e si rapportava direttamente a figure che avevano una grande esperienza politica come Togliatti, La Pira, Nenni, Calamandrei; aveva una capacità di sintetizzare le posizioni più diverse, di trovare i punti di convergenza, con fatica. Riusciva a costruire dei ‘ponti’ dal punto di vista giuridico e politico e per questo serviva una ‘umanità’, quella che avvicina gli esseri umani. Gli altri riconoscevano questa profonda autorevolezza”.

All’incontro è intervenuta anche la figlia Agnese che ha presentato alcune “fotografie molto particolari”. “Ho guardato questo uomo da figlia, giovane – ha detto -. Era una persona stranissima, un uomo sempre ‘fuori posto’. Per esempio in questa foto era in Lapponia con il cappottino, mentre guardava la renna. E’ una persona che ha creduto nella forza e nella potenza della parola. Fiducia nella parola che è poi fiducia nella politica”. Sullo schermo scorre un’altra immagine della famiglia Moro nella residenza di campagna, una domenica pomeriggio. “Mi colpiva tanto la sua dedizione al lavoro, anche di domenica e nei giorni di festa aveva sempre migliaia di pagine e di carte da esaminare. Non mi ricordo un solo giorno di festa in cui non ci sia stato anche lavoro. Questo per me è sempre stato un mistero: come si fa a essere dediti tutti i giorni della tua vita? Come si possono fare giornate come le sue? Non era una dedizione ‘bacchettona’, c’era qualcosa di più. La risposta secondo me si trova in tre aspetti che lui viveva profondamente: l’eredità di una speranza, un debito verso i più giovani e l’affetto per le persone; la condivisione di questa speranza; la capacità di vedere la speranza anche in un disastro”.

In sala compare un ultima fotografia di Aldo Moro in spiaggia con la famiglia, in completo e cravatta mentre tutti gli altri erano in costume: “Lui diceva sempre ‘se tu rappresenti gli italiani, gli italiani hanno diritto di essere rappresentanti nella massima dignità possibile”.

https://www.facebook.com/reel/1440122833197947

(PT)

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