Il “nodo” Ucraina mette a rischio la dichiarazione finale. Meloni vede Li

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Un lavoro diplomatico che potrebbe durare tutta la notte per arrivare a un testo condiviso. Un accordo “18+2 o 19+1” sarebbe un netto passo indietro

di Massimo Maugeri

AGI – Un lavoro diplomatico che potrebbe durare tutta la notte per arrivare a un testo condiviso e a una dichiarazione finale sottoscritta da tutti: ma il ‘nodo’ della guerra in Ucraina continua a dividere i leader del G20. Alla vigilia dell’inizio del summit di Delhi, previsto per la mattinata di domani, il punto più controverso delle negoziazioni resta l’aggressione russa a Kiev.

Fonti diplomatiche italiane sottolineano che si tratta dell’ultimo scoglio da superare per ottenere una dichiarazione finale condivisa, ma non c’è nessuna certezza che si arrivi a un testo comune. Anzi. E un accordo ’18+2 o 19+1′, aggiungono le stesse fonti, sarebbe “un passo indietro” rispetto al compromesso raggiunto al G20 di Bali, quando si trovo’ una formula diplomatica per raggiungere il consenso unanime, anche di Mosca e Pechino.

La premier Giorgia Meloni, a New Delhi dalla mattinata di oggi, ha visto nel pomeriggio il primo ministro britannico Rishi Sunak (“vogliamo intensificare la nostra cooperazione sui migranti”, ha detto) e domani avrà una serie di incontri bilaterali a margine dei lavori del vertice. Meloni, che interverrà come gli altri leader in due delle tre sessioni di lavoro, sabato e domenica mattina, vedrà il primo ministro indiano, Narendra Modi e il presidente coreano Yoon Suk-yeol, ma l’incontro chiave è quello con il ministro cinese Li Qiang, rappresentante di Pechino al summit ‘snobbato’ dal presidente Xi Jinping.

Nell’agenda del faccia a faccia, che fonti italiane sottolineano essere stata chiesto dalla Cina, anche il tema della Via della Seta, che gradualmente l’Italia, se il Parlamento lo deciderà, si appresta a mettere nel cassetto. Roma ribadisce che la linea dell’Italia sul punto è chiara (“c’è vita anche dopo la Via della Seta”), ma sottolinea anche che da parte cinese c’è l’interesse a superare la questione, guardando alle opportunità di collaborazione futuri dati i legami che tradizionalmente uniscono Roma a Pechino.

Nessun incontro invece di Meloni con il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, anche lui al vertice di Delhi. Da quanto trapela, è probabile invece che il commissario Ue avrà un colloquio con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Si lavora invece ad altri bilaterali, tra cui quello con il presidente egiziano Al-Sisi.

Il G20 che si apre domani in una città quasi ‘fantasma’, il cui centro è una vasta zona rossa con strade deserte e decine di posti di blocco, sarà ‘orfano’ di due figure chiave come quelle di Xi e Putin e resta diviso soprattutto sull’invasione russa dell’Ucraina, con diversi paesi in via di sviluppo presenti al forum piu’ preoccupati per l’aumento dei prezzi dei cereali che per le condanne diplomatiche a Mosca.

Gli sforzi del padrone di casa Modi per convincere i leader del G20 ad evitare divisioni e ad affrontare questioni globali cruciali, in particolare la ristrutturazione del debito globale e la volatilità dei prezzi delle materie prime a seguito dell’invasione dell’Ucraina, sono stati al centro delle riunioni ministeriali che hanno preceduto il vertice, ma i negoziati non hanno portato a nessun esito positivo. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres parla di “famiglia disfunzionale” per definire il consesso dei ‘Grandi’ e il rischio è quello che l’unico vero forum globale che fa sedere allo stesso tavolo tutte le principali economie del pianeta possa rivelarsi un flop. “L’Italia ha tutto l’interesse alla riuscita e al successo del vertice di New Delhi”, ribadiscono fonti italiane, “sia per i nostri rapporti con l’India, ma anche per ragioni multilaterali”, per far si’ che il forum del G20 rimanga un consesso importante nell’incontro tra sud e nord del mondo e infine anche in vista della prossima presidenza italiana del G7″.

L’Italia ha anche diversi interessi economici da portare avanti, sottolinea la diplomazia italiana: nel corso del G20 sarà siglato un accordo tra Usa, Ue, India e alcuni Paesi del Golfo per sviluppare infrastrutture ferroviarie e questa può essere un’occasione per le imprese italiane. Meloni comunque, ripetono le fonti italiane, sosterrà gli sforzi di Modi per la piena riuscita del summit L’assenza di Putin, scontata, e quella ‘tattica’ di Xi, lasciano la scena al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è arrivato a New Delhi in serata. L’agenda in India del numero uno della Casa Bianca è iniziata con un incontro bilaterale con il primo ministro indiano Modi, ricevuto con tutti gli onori lo scorso giugno alla Casa Bianca e accreditato come interlocutore chiave nello scacchiere asiatico in funzione ‘anti cinese’.

Lo stesso Modi, il cui volto è onnipresente sui manifesti di benvenuto delle delegazioni che tappezzano la città, vuole approfittare del summit per affermare il suo posto nella gerarchia diplomatica mondiale. Operazione che se il vertice fallisse potrebbe rivelarsi piu’ ardua.

“Alla vigilia del G20 in India ho incontrato il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak. Una piacevole e utile occasione di confronto sui principali temi internazionali, sulle sfide poste dall’intelligenza artificiale e su una questione fondamentale per entrambi i nostri Governi come quella legata alle migrazioni, sulla quale siamo pronti a intensificare la nostra cooperazione bilaterale”. Lo scrive in un post su X la premier, Giorgia Meloni.

foto © TAUSEEF MUSTAFA / AFP

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