Esiste un luogo magico dove i più sani ideali si disperdono, una dimensione inquietante dove fatti, personaggi insoliti e spiriti di un passato non lontano ancora aleggiano, dimora di congiure, di misteri, di imbrogli della peggior specie e di strani figuri in cerca di emozioni forti, d’imperio e di vicende boccaccesche. La città eterna che dalla fine del Novecento ha foraggiato l’invereconda esistenza di arroganti e perversi politici, la Caput Mundi che tra mafie e faccendieri, tra Logge e Cupoloni sopravvive, accogliendo nei suoi palazzi ignominiosi inetti, viva espressione dell’incultura.
Il cuore del bel Paese ha pulsato per irrorare anni di orrore, inconfessabili segreti e depistaggi lasciando per lo più senza colpevoli oltre sessant’anni anni di trame e delitti, di disordine sociale e instabilità, misteri, interrogazioni e domande senza risposta. Palazzi che erodono il valore della memoria, il diritto alla giustizia e la dignità umana apparentemente nel segno di un fine legittimo ed in nome della pubblica tutela.
Poteri incontrollati che hanno ordito e tramato, negli anni, partorendo e temprando organizzazioni armate occulte, servizi segreti deviati e lobby. Questa Italia dilaniata da alleanze alchemiche ed esoteriche, tra legalità e quel che resta oltre il confine della liceità, da mafia, malavita e corruzione politica. Un Paese, smembrato da uomini che hanno forgiato giorno dopo giorno l’impoverimento della popolazione, ridotto al servizio di una camarilla di banchieri disumani che hanno consolidato la bieca strategia della tensione per vessare e per divorare anche la dignità degli Italiani. L’Italia, non più desta ed ormai vissuta dalle scorie di una artificiosa manipolazione dell’intelletto, ha assistito a capo chino all’inumazione della democrazia, assoggettandosi al controllo dei media ed al potere dell’Ampio Sguardo oltralpe, dove regna la coartazione. Nessuno escluso, hanno svenduto e privatizzato promettendo ricchezza, per poi sparpagliarsi silenziosamente in quel sottobosco del potere dove i burattinai accumulano fortune. Non resta nulla al popolo italiota, neanche l’esser devoto al bianco uomo, che fra intrecci, potere e tesori, dopo aver tradito la Parola, lascia gran parte del mondo senza qualsivoglia riferimento terreno della vera fede.
“…e mentre il buio lentamente vince la luce,
ricomporre le ceneri in questa tormenta… è il principio”
(SMM Giraldi)