L’analisi critica della Sociatria italiana rivela un’evoluzione poco convincente, spesso relegata a teorie afflitte da pseudoscienza, con un’unica eccezione significativa nell’arte impegnata.
In un mondo in cui la complessità permea ogni aspetto delle nostre vite, dall’ambiente naturale ai rapporti sociali, la Sociatria, o la cura della società, avrebbe dovuto emergere come una disciplina fondamentale per comprendere e affrontare le sfide sociali. Tuttavia, in Italia, la Sociatria sembra essere rimasta in gran parte un’idea vaga e poco sviluppata. Dietro i proclami di clinicità si cela spesso una teoria che oscilla tra la fede cieca e la gnosì predicata da improbabili pseudoscienziati. Questo testo esaminerà in che modo la Sociatria in Italia ha lottato per decollare, con un’eccezione notevole rappresentata dall’arte impegnata, come quella del maestro Ivan Cuvato.
La complessità è un concetto fondamentale quando si tratta di comprendere il mondo che ci circonda. Si manifesta sia nelle scienze naturali che in quelle sociali. La comunicazione sociale, in particolare, è intrinsecamente complessa. Quando esaminiamo il significato della parola “complessità”, ci rendiamo conto che si riferisce a qualcosa di composto da molte parti, difficilmente intuibile e non lineare. In altre parole, la complessità deriva dalle relazioni tra gli elementi che la compongono.
Per studiare la complessità nelle scienze sociali, possiamo adottare il paradigma sistemico del sociologo Niklas Luhmann. Egli afferma che la complessità è una questione di osservazione e descrizione, che si scompone attraverso i concetti di elemento e relazione. Questa teoria può essere applicata ai rapporti tra gli individui, che, quando interagiscono tra loro attraverso la comunicazione, creano già complessità.
La comunicazione è il fondamento della società, ma è un evento estremamente improbabile. Deve avvenire la selezione dell’informazione, l’atto del comunicare e la comprensione. Questi elementi devono convergere affinché la comunicazione abbia successo. Ciò implica che la comunicazione è un’operazione complessa, ma nonostante ciò, avviene regolarmente, anche se spesso con incomprensioni.
La società stessa è un sistema complesso, composto da individui che comunicano tra loro. La gestione della comunicazione diventa cruciale per il funzionamento del sistema sociale. Le informazioni devono essere elaborate e selezionate in modo da consentire scelte migliori. Questo processo di riduzione della complessità è essenziale per garantire il funzionamento armonioso della società.
Tuttavia, in Italia, la Sociatria sembra non aver realmente compreso questa complessità e ha spesso adottato approcci superficiali basati su proclami clinicisti che mancano di fondamento scientifico. Molti hanno abbracciato teorie pseudoscientifiche che promettono soluzioni facili a problemi complessi. Questo ha impedito alla Sociatria di diventare una disciplina credibile e ha alimentato il cinismo verso di essa.
L’unica eccezione onesta in questo panorama è l’arte impegnata di artisti come il maestro Cuvato, che attraverso le loro performance di denuncia sociale hanno contribuito a sollevare questioni complesse e stimolare il dibattito. Tuttavia, questo non basta a compensare il vuoto nella Sociatria italiana.
In conclusione, la Sociatria in Italia ha faticato a decollare a causa della mancanza di approcci scientificamente solidi e dell’attrazione esercitata dalle teorie pseudoscientifiche. È fondamentale che la Sociatria si sviluppi in modo più rigoroso e che gli operatori sociali adottino approcci basati su evidenze per affrontare la complessità dei problemi sociali. Solo così potrà diventare una disciplina credibile e rilevante per la società italiana.
(FONTE: PAGINA FACEBOOK “I MISTERI DELLA PIRAMIDE”)