L’aria del colle

Politica

Di

Prima del Capo dello Stato in carica, dal 1948 al 2015, su undici Presidenti della Repubblica Italiana, in prevalenza nati nel mese di settembre, ben sette sono stati particolarmente longevi: Saragat si è spento a 90 anni, Gronchi a 91, Leone a 93, Pertini e Scalfaro a 94, Ciampi a 96 e Napolitano a ben 98. Verrebbe da chiedersi: ma che aria tira su quel Colle ? Probabilmente sarà perché dispiace dover lasciare tutto il ben di Dio e le godurie che fra privilegi, vitalizi e sfarzi fanno godere la vita alla grande e chissà forse il buon Dio, nella sua misericordia, fa quel che può e sarà per questo che anche oltre dieci fra i Capi di Stato nel mondo sono diventati centenari . Insomma un buon lavoro.

Giorgio Napolitano sicuramente non è stato un politico dal volto anonimo, fu  il primo nella storia della nostra giovane Repubblica ad essere eletto ben due volte Capo dello Stato, ma c’è di più, fu l’unico ex comunista a salire al Quirinale. E’ stata una figura complessa e politicamente eclettica se si considera il suo lungo percorso politico vissuto nei Palazzi per 54 lunghi anni, tanti ma non sufficienti a raggiungere il podio di longevità nella storia Repubblicana che ha visto Andreotti parlamentare per 66 anni e De Mita per 57.

Negli anni universitari Napolitano da giovane fascista, si avvicinò alle posizioni comuniste, anche se apparteneva ad una nobile famiglia napoletana assidua della corte reale, ma su questo fu sempre molto schivo.  A guerra finita iniziò la sua lunga militanza politica nel Partito comunista poi confluito nel Partito democratico. In tanti anni di vita politica ha ricoperto molti ruoli istituzionali, quasi ininterrottamente fu parlamentare. Negli anni della guerra fredda fu sempre a favore del totalitarismo sovietico e giudicò positivamente l’invasione sovietica dell’Ungheria, i dissidenti infatti andavano combattuti, a suo dire quell’intervento militare serviva a salvare la pace. Durante il processo ” mani pulite”, dei primi anni novanta del secolo scorso,  venne  accusato da Craxi di aver sempre saputo, in quanto al vertice del partito, e taciuto sui finanziamenti illegali del PC, il partito che pur non governando era sempre il più ricco e meglio organizzato  e che aveva una linea privilegiata con i servizi segreti dell’ Unione Sovietica con cui collaborava e da cui riceveva ingenti finanziamenti.  E’ stata certamente una figura politica centrale nel panorama politico italiano per più di mezzo secolo e sicuramente ha avuto le sue luci e le sue ombre. Da molti, probabilmente di precise ideologie politiche o poco consapevoli delle sue azioni, è stato giudicato come un ottimo uomo politico ed un buon Presidente, da altri è stato giudicato invece come un uomo senza scrupoli che collaborò col regime sovietico, come quando fu per la condanna a morte di Imre Nagy, il presidente della ribelle Ungheria all’autoritarismo comunista di Mosca. La trasmissione “le iene” a suo tempo ne mostrò il comportamento poco corretto quando si fece rimborsare biglietti aerei non dovuti dal Parlamento Europeo.  Certamente fu un grande trasformista e quando il comunismo crollò si seppe riciclare al meglio divenendo convinto europeista ed atlantista. Fu l’autore di quello che molti chiamano il golpe del Quirinale, quando tramò, d’accordo con la Germania e la Commissione Europea, per far cadere il governo legittimo votato dai cittadini, con a capo  Berlusconi, accentando di affidare il Paese al tecnico, Mario Monti, economista figlio di banchiere e nonchè International Advisor  della Golman Sachs, la più potente banca d’affari americana, voluto dalla UE per attuare spregiudicatamente le politiche economiche ad esclusivo danno degli italiani.  Non solo, ma dalle confessioni di Palamara, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, è emerso che fece di tutto per isolare e allontanare dal Parlamento per via giudiziaria, con condanne costruite ad hoc, Berlusconi. Inoltre su di lui pendeva quell’inquieta ed oscura vicenda che i media definirono trattativa Stato –mafia: vi erano  quattro intercettazioni tra il Presidente e l’onorevole Mancino che poi furono distrutte, il Presidente in quella occasione fu anche ascoltato dai giudici di Palermo. E’ un po’ difficile definire Napolitano un grande democratico, fu invece attratto sempre dai totalitarismi,  non fu mai per la libertà dei popoli e alla conclusione della sua carriere politica abbracciò quello che potremmo definire una sorta di totalitarismo speculare a quello statalista sovietico: il neoliberismo globalista a guida dei capitalisti e dei banchieri di cui la UE è la creatura. E’ morto un uomo, non certo più comunista da tempo e di  una sinistra tutta italiana lontana dalla sinistra. Rispetto ed onore all’uomo ed alle sue abilità, per il resto nel dubbio,  ai posteri l’ardua sentenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube