Tassi alti ancora per un pò, sulle Borse prevalgono i timori per la crisi

Economia & Finanza

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La prospettiva di un nuovo rialzo dei tassi Usa quest’anno e di meno tagli il prossimo, ha fatto scendere il prezzo del petrolio ai minimi da tre settimane e ha rafforzato il biglietto verde, ma deprime i mercati azionari

AGI – Gli investitori continuano a valutare la prospettiva che i tassi d’interesse rimarranno più elevati e per un periodo prolungato, mentre i funzionari della Fed rimarcano l’approccio ‘falco’ della banca centrale per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%. “Resto disposto a sostenere un rialzo dei tassi nella prossima riunione se i dati in arrivo indicheranno che i progressi sull’inflazione si sono fermati o sono troppo lenti per riportarla al 2% in modo tempestivo”, ha ribadito ieri il governatore della Fed, Michelle Bowman, intervenendo a una conferenza. Sulla stessa linea il collega Michael Barr, vicepresidente responsabile della vigilanza bancaria della Fed, che sempre ieri ha dichiarato: “La questione più importante ora non è se dobbiamo o meno aumentare ulteriormente i tassi, ma piuttosto per quanto tempo avremo bisogno di mantenerli a un livello sufficientemente restrittivo per raggiungere il nostro obiettivo”.

I trader stanno scontando una probabilità del 26% di un rialzo dei tassi a novembre da parte della Federal Bank e una probabilità del 45% di un aumento entro dicembre, secondo il Cme Group.

In Europa le Borse viaggiano negative alla boa di metà giornata. Quanto al comparto valutario, il cambio tra euro e dollaro è in zona 1,0475. Praticamente fermo il rapporto tra divisa unica europea e yen appena sopra quota 157 e quello tra biglietto verde e divisa giapponese appena sotto 150.  Sui mercati globali pesa il dollaro forte e l’impennata dei rendimenti dei Treasury Usa. Il biglietto verde ha raggiunto un nuovo massimo degli ultimi dieci mesi e il tasso del Treasury Usa a 10 anni è salito al livello piu’ alto dal 2007, mentre i robusti dati economici che continuano ad arrivare dagli States e le dichiarazioni ‘falco’ dei politici della Fed hanno rafforzato le aspettative che la banca centrale manterrà tassi di interesse più elevati per un periodo prolungato. Nel pomeriggio dagli Usa arriva il report sui Jolts Job Openings, le offerte di lavoro nelle aree commerciali, industriali e uffici degli Stati Uniti, mentre venerdì il faro sarà sui dati sul mercato del lavoro; il tasso di disoccupazione a settembre è previsto al 3,7%, in calo rispetto al 3,8% di agosto, mentre la paga oraria dovrebbe rimanere ferma a +4,3%. Intanto la Banca centrale australiana (Rba) ha mantenuto invariato il tasso d’interesse di riferimento al 4,1% nella prima riunione sotto la guida del nuovo governatore Michele Bullock, estendendo la pausa sui tassi per il quarto mese consecutivo. La mossa è in linea con le previsioni del mercato, con il consiglio che ha nuovamente affermato che l’inflazione ha superato il picco ma è ancora troppo alta. La banca centrale ha avvertito che potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2-3% alla fine del 2025.

foto © TIMOTHY A. CLARY / AFP –

 

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