Il governo punta a una manovra in tempi brevi

Economia & Finanza

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L’obiettivo, rassicurare i mercati finanziari sulla stabilità dei conti, è ridurre al minimo il numero degli emendamenti

AGI – Il governo, a quanto filtra, punterebbe ad una sessione di bilancio rapida, che possa concludersi tra fine novembre ed inizio dicembre, prima della consueta scadenza a ridosso delle festività natalizie, anche per poter rassicurare i mercati finanziari sulla stabilità dei conti del Paese. A novembre sono attese inoltre le valutazioni sui conti pubblici da parte delle principali agenzie di rating. Anche per questo da inizio settimana si moltiplicano le voci che tra esecutivo e maggioranza chiedono di poter ridurre al minimo il numero degli emendamenti che verranno presentati al testo della manovra.

In audizione in Senato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha auspicato che gli emendamenti che verranno presentati alla finanziaria dovranno avere una copertura ottenuta con tagli di spesa e non tramite la previsione di nuovi prelievi. Il titolare del Mef da settimane porta avanti la linea della “prudenza e serietà” sui conti pubblici. Domani sera è in programma un confronto a Palazzo Chigi tra governo, sindacati ed associazioni datoriali.

Il vertice tra governo e maggioranza convocato dalla premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi è servito anche per serrare i ranghi. La crescita dell’Italia frena, condizionata dallo scenario globale appesantito dalla guerra in Ucraina, dal ciclo di politica monetaria aggressiva delle banche centrali per ridurre l’inflazione e ora anche dalla nuova fiammata del conflitto israelo-palestinese. Una situazione che potrebbe portare ad una nuova impennata dei prezzi dell’energia, tema che aveva monopolizzato la finanziaria dello scorso anno.

Lunedì mattina, il 16 ottobre, in Consiglio dei ministri sono attese la manovra, il documento di programmazione di bilancio – da inviare subito dopo a Bruxelles – e il decreto fiscale, che corre di pari passo alla finanziaria, per l’avvio della delega. Con l’ampliamento del deficit di 15,7 miliardi di euro il governo punta a confermare il taglio del cuneo fiscale nel 2024 per i redditi medio bassi, una serie di provvedimenti in favore della natalità e la genitorialità e l’avvio del rinnovo dei contratti pubblici, con particolare attenzione al comparto della sanità.

E poi alcune misure sulle pensioni. Parallelamente corre il percorso per l’avvio della delega fiscale, con la riduzione da 4 a 3 aliquote Irpef che, combinata al taglio del cuneo, dovrebbe lasciare fino a 100 euro al mese nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi.

Prende forma anche il Dl fiscale, nel quale potrebbe trovare spazio un “progetto di legge della Lega, a mia prima firma, per l’abolizione dell’acconto di novembre e la rateizzazione da gennaio a giugno 2024 per oltre 3 milioni di attività economiche”, riferisce all’AGI Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera. “Significa che tantissime Pmi, artigiani, commercianti, liberi professionisti – commenta il deputato della Lega – non dovranno fare più prestiti per pagare il maxi acconto fiscale di novembre o non dovranno subire sanzioni per mancati o ritardati pagamenti. Sarebbe la prima volta in 50 anni che per alcuni milioni di attività lavorative le imposte si pagherebbero ad anno concluso e non più in anticipo”.

Il vice premier Matteo Salvini garantisce: “Posso dire con soddisfazione che nella prossima manovra il settore dei trasporti, mobilità e infrastrutture avrà quello che serve per modernizzare il Paese”. Le opposizioni però incalzano con il Pd che rilancia la manifestazione dell’11 novembre a difesa della sanità pubblica per chiedere più fondi in manovra per il comparto.

“La luna di miele del governo Meloni con il Paese sta finendo come è evidente. Ma da ieri sera

foto © Nicola Marfisi/ AGF – Giancarlo Giorgetti

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