Banche : pienone di utili e Amministratori Delegati, a 5681 euro al giorno

Economia & Finanza

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Tra speculazione e riduzione della offerta di gas e petrolio la fiammata dell’inflazione è, in forte riduzione., stando ai dati ufficiali. L’inflazione nell’Eurozona ,a ottobre è stata meno di un terzo di quello dell’anno scorso (2,9% contro 10,6%).
Secondo i riferimenti dottrinari della BCE l’inflazione è determinata dall’offerta di moneta.
Pertanto combattere l’inflazione, fenomeno monetario che va contrastata aumentando i tassi di interesse e incidendo negativamente sulla crescita dell’economia.
Imprese e famiglie diventano le vittime di questa strategia contro l’inflazione: riduzione della moneta e aumento dei tassi di interesse.
Si riduce la domanda, diminuisce l’inflazione ma aumenta la disoccupazione.
IL dibattito oggi è se nella fase attuale la migliore strategia contro l’inflazione, sia causare una restrizione della moneta.
I beneficiari di queste politiche monetarie sono le banche e, chi li dirige.
Dalla Ricerca del sindacato bancari, FABI emerge che oltre 15,7 miliardi di utili hanno realizzato nei primi 9 mesi le prime 5 banche italiane. Dividendi agli azionisti, 30 milioni di euro agli Amministratori delegati, zero versamento di tasse, su questi extra profitti allo Stato.
Hanno realizzato nei primi 9 mesi, 5 banche, entrate per 47,4 miliardi e il 59% dovuto al saldo tra interessi attivi e passivi (margine d’interesse), il 33% a commissioni e solo l’8% da ricavi tipo trading.Altro dato che emerge dal Dossier FABI è il miglioramento della qualità del credito.
Tradotto significa che essendo di qualità la conseguenza è, che le banche effettuano meno accantonamenti per il rischio credito.
Infine una politica di riduzione dei costi determinando, complessivamente una maggiore redditività ed efficienza.
Un 2023 straordinario tanto che solo dopo 9 mesi sono stati raggiunti tutti gli obiettivi dei piani industriali.
Tutte le banche hanno beneficiato della politica della BCE: aumento del margine d’interesse e minori accantonamenti dovuti a minori rischi, per il credito erogato.
Alla fine, a questo elenco di benefici, fa da contraltare, la ignorata considerazione degli effetti finanziari della crisi che impatta il risparmio e i patrimoni delle famiglie.
Gli amministratori delegati dei primi 16 gruppi guadagnano, complessivamente 30 milioni l’anno. Mediamente al giorno sono 5208 euro.
Se usciamo dalla media e ci riferiamo per esempio all’AD di Imi San Paolo, sono 13.550,6 euro al giorno.
Cifre stratosferiche commenta il segretario del sindacato dei bancari con le quali

“si potrebbero assumere 1000 giovano in banca”.
A questa folla di dati positivi si contrappone la realtà, che nessuna banca ha scelto di pagare l’imposta sugli extra profitti, sul cui gettito il governo in un primo momento aveva puntato.
Dieci istituti hanno scelto di accantonare la somma degli utili e allo Stato andranno zero gettito da rilevantissimi extra profitti.

Questo è il Paese , occupato da lobby resistenti a ogni processo riformatore ed estranei al bene comune .

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