Codacons, il Gip di Roma dispone l’imputazione coatta per Fedez

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La Procura della Capitale chiede di processare il rapper per calunnia ai danni dell’associazione

ROMA – Dopo il pandoro-gate che ha visto coinvolta la moglie Chiara Ferragni, “Fedez è stato imputato dal Tribunale di Roma per il reato di calunnia ai danni dell’associazione dei consumatori, e rischia fino a 6 anni di reclusione”. Così spiega il Codacons in una nota che continua: “Il Gip del Tribunale di Roma, Annalisa Marzano, ha disposto l’imputazione coatta del rapper per la ‘fake news’ creata ad arte dal rapper nel 2020 per screditare il Codacons – e nei giorni scorsi riproposta dallo stesso Fedez nel corso di una puntata del suo podcast ‘Muschio Selvaggio’ – attraverso la quale accusava l’associazione di aver pubblicato sul proprio sito un banner ingannevole relativo ad una raccolta fondi sul coronavirus. Una accusa che però il tribunale ha rispedito al mittente, ritenendo assolutamente corrette e trasparenti le informazioni rese dal Codacons sul web. Un boomerang per i Ferragnez, con Fedez che ora, per quelle stesse accuse, dovrà rispondere per ordine del Gip del reato di calunnia.

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Nel suo provvedimento, il Gip Marzano scrive: “Il Giudice rileva, dai banner presentati agli atti e dalla lettura degli stessi, che non vi sia alcuna pubblicità ingannevole, rilevando che nei banner si faceva esplicito riferimento al supporto del Codacons per la battaglia dei cittadini sul Coronavirus, rilevando, appunto, che tale è l’oggetto e la destinazione dell’associazione […] Il Giudice ritiene che emergono gli elementi strutturali del delitto di calunnia in capo al Lucia (Fedez, ndr), ritenendo sorretto anche l’elemento soggettivo anche alla luce dei tempi con i quali il Lucia si determinava a sporgere querela nei confronti del Codacons”.

VERSO IL PROCESSO

“Il Procuratore della Repubblica, Stefano D’Arma, ha provveduto a formulare l’accusa: si aprirà ora l’udienza preliminare e si andrà verso un nuovo processo che, in caso di condanna, potrebbe valere a Fedez fino a 6 anni di reclusione, così come previsto dal nostro ordinamento.

Ecco il capo di accusa completo mosso a carico del rapper: “Accusava falsamente il Rienzi di aver pubblicato un messaggio ingannatorio sul sito internet del Codacons con il quale si faceva credere che la raccolta fondi promossa sulla pagina internet www.codacons,.it nel mese di marzo del 2020 fosse destinata alla battaglia contro il Coronavirus nell’ambito della situazione pandemica all’epoca in essere, così inducendo un numero indeterminato di utenti ad aderire alla suddetta campagna, al fine di procurarsi donazioni che invece venivano impiegate a vantaggio esclusivo del Codacons; nella stessa denuncia-querela, il Lucia accusa falsamente il Rienzi di aver utilizzato espressioni lesive della propria reputazione, nell’ambito di un comunicato stampa del 24.3.2020 e di diversi video pubblicati su Youtube, in cui Rienzi rivendicava la correttezza del proprio operato”.

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