Nuove privatizzazioni

Economia & Finanza

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Una replica ammantata di tutela dell’interesse pubblico? La Meloni afferma : “  Non si tratta di privatizzare per privatizzare, non si tratta di dismettere o peggio ancora di svendere, perché, ribadisco, l’impostazione di questo Governo è lontana anni luce da quanto abbiamo purtroppo spesso visto accadere in passato, quando con ‘privatizzazioni’ si chiamavano regali miliardari fatti a qualche fortunato e ben inserito imprenditore (..)  Quelle non sono privatizzazioni e non hanno niente a che fare con il libero mercato, ma ricordavano piuttosto quanto accaduto con gli oligarchi russi quanto si è dissolta l’Unione sovietica. Non sarà mai il nostro modello, con questo Governo non sarà possibile che queste vengano chiamate privatizzazioni “.

 A onor del vero anche gli USA con le big tech hanno buttato , a mare antitrust, competizione e santificato i monopoli almeno nel campo digitale.

 Sarà così?  Nella NOTA DI Aggiornamento del DEF (NADEF)    l’obiettivo è di incassare di 20 miliardi da  privatizzazioni nel triennio 2024-2026.

Le aziende oggetto di privatizzazione sono le poste , le Ferrovie ed Eni. I numeri però sono implacabili e restituiscono un quadro rigoroso sugli impegni del Governo conseguenti alla approvazione del Patto di Stabilità e Crescita : deficit a 1,5% del PIL, debito oltre il 140% PIL, spesa per interessi 90 miliardi di euro, e a meno di costose , ulteriori correzioni con maggiore debito già il NADEF prevede il deficit al 4,3% con ulteriore debito di 90 miliardi e spesa per interessi 2025 a 95 miliardi.

 Deficit all’1,5% dal 2027 e quasi sicuramente ,a marzo la commissione UE aprirà la procedura di infrazione considerato il deficit 2023 al 5,4% e quello di questo anno al 4,5%.

Certamente e ,su questo la Meloni ha ragione le svendite degli anni 90 non sono servite ,a incidere molto sul debito pubblico accumulato.

Una analisi meno interessata e meno dogmatica di quella  fatta dai  turboliberal del capitalismo darwiniano degli anni 90 conduce ,a risultati per l’industria di Stato molto diversa da quella propalata nel tempo della svendita.

Un convegno di alcuni anni fa organizzato dal Presidente della 10 Commissione del Senato dal titolo : “ Lo Stato azionista . Finalità, Regole ,Strumenti” , tenuta dal Prof. Coltorti Capo dell’Ufficio Studi di Mediobanca che già nel 2000 , fece un  primo bilancio delle privatizzazioni, concluse con numeri totalmente diversi da quelli forniti dai sostenitori delle privatizzazioni.

Lo smantellamento dell’IRI attuato  dal governo D’Alema, generò comunque un saldo positivo al netto dei debiti ,di 20 miliardi .

Un saldo che aumenta di 4 miliardi se si considera il passaggio della RAI al Ministero del Tesoro.

 Omessa nel dibattito pubblico la pubblicizzazione della privatizzazione dei servizi pubblici locali contenuta nella legge delega sulla concorrenza.

Una stura liberista ,che interessa anche il settore idrico ,ma anche conseguenza del nuovo patto di stabilità e crescita.

Leggendo il disegno di legge delega, immediata la contraddizione tra giustizia sociale perseguita e privatizzazione dei servizi richieste dalla Europa nel PNRR.

In verità le riforme richiesta dalla Europa  sono 63 , pubblica amministrazione, giustizia, scuola , mercato del lavoro solo per citarne alcune.

 I servizi pubblici che si intendono privatizzare ? Asili nido, trasporti locali, acqua e ogni tipo di  servizio pubblico oggetto di  sussidi .

Le privatizzazioni risolverebbero dicono , i problemi delle diseguaglianze sociali , rafforzando la coesione sociale , e combattendo la povertà.

Subito dopo il pistolotto : gli obiettivi elencati si perseguono meglio con il privato ,che con il pubblico.

 IL dogma è smentito da tanti interventi pubblici dopo i fallimenti privati come l’Alitalia , Ilva ,la privatizzazione dell’acqua .

 E che dire del fallimento della gestione privata durante la pandemia ?  Come ignorare poi ,che importanti scoperte sono da attribuire alla ricerca pubblica?

La scoperta del polipropilene, lo sviluppo della prima azienda europea di semiconduttori è stata generata da una impresa pubblica. Lo standard di codifica digitale MPEG, da cui deriva l’MP3, fu elaborato dal centro di ricerca e sviluppo di un’impresa italiana delle telecomunicazioni a controllo statale (CSELT).

La prima centrale a concentrazione solare al mondo , a generare  elettricità in una rete nazionale fu progettata da Enea su idea di Rubbia e costruita, in Sicilia  da imprese pubbliche (ENEL e Ansaldo). Un’impresa pubblica italiana sviluppò un modello commercializzabile di auto ibrida (Alfa Romeo 33 ibrida) quasi 10 anni prima di Toyota.

Un’altra impresa pubblica italiana ideò il sistema di pagamento dinamico più utilizzato in Europa (Telepass). Sono state le imprese pubbliche a dare lustro e realizzare lo Stato innovatore.

IL principale soggetto a investire in ricerca mezzo secolo fa ? L’IRI.

 IL disastro nella ricerca fu lo smantellamento dell’IRI e quanto aveva creato nel settore R&S , 114 laboratori aziendali , 9 consorzi dislocati in 16 regioni.

IL dogma degli anni 90 che la ritirata dello Stato dall’economia era la condizione  , la premessa per avere uno sviluppo più forte, maggiore efficienza, meno corruzione si è rivelato infondato.

  IL mentore di quegli anni Guido Carli. Altri come Giuseppe Guarino, la pensavano in modo opposto. Tutte gli annunci di quegli anni , la storia si è incaricata di smentire!

 IL   capitale di rischio, storicamente scarso in Italia, sarebbe stato finalmente fornito dal mercato. La Borsa si sarebbe rafforzata dal lato dell’offerta di titoli attraverso la quotazione delle società pubbliche e dal lato della domanda attraverso l’intervento di nuovi investitori istituzionali.

 Lo Stato invece è ritornato già sette anni fa con il decreto salvabanche impegnando 20 miliardi del contribuente ha salvato  il Monte dei Paschi di Siena, le ex popolari venete e, per aiutare il sistema bancario a liberarsi dell’eccesso di crediti in sofferenza. Una cifra monstre come questa nemmeno lontanamente è stata versata ,in una unica soluzione a IRI, ENI, ENEL, EFIM, INA.

Qualcuno ha visto a livello di partiti politici una riflessione critica sulle  privatizzazioni ?  No , se oggi in si sente la Presidente del Consiglio parlare di privatizzazioni e ,in Parlamento il disegno di legge sulla privatizzazione di servizi pubblici locali.

“ Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie , ma bordello! “ ( Dante Purgatorio Canto VI)

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