La danza del caso e del filosofo Massimo Cacciari in “Metafisica Concreta”

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Di

di Camilla G. Iannacci

Se “il significato essenziale di libertà consiste nel sapere “dire di sì” va anche detto che vale anche saper “dir di no” allorquando la filosofia viene come identificata immancabilmente con la corriva e storica accezione di pensiero metafisico come un pensare opposto, inconciliabile col pensare scientifico.

E se nel titolo dell’ultimo libro di Massimo Cacciari “Metafisica Concreta” l’aggettivo risulta incongruo, assurdo, paradossale e fa sobbalzare allora è una ragione più che sufficiente e necessaria per leggerlo e contraddirlo in modo puntuale se si è capaci soprattutto se «fa tremar le vene e i polsi» come a chi scrive che si limiterà, per forza di cose, a individuare alcuni momenti del testo che più di altri passaggi incurioriscono chi ha pensato che il filosofo non guarda e non sta le/sulle nuvole.

La natura per il filosofo, per il fisico e la metafisica

La metafisica, μετὰ τὰ φυσικά, non viene intesa solo come l’insieme dei testi di Aristotele collezionati “dopo i libri di Fisica” ma come un pensiero non scientifico e di fatto non plausibile, di

non corrispondente al vero che si è imposto col metodo scientifico.

Il filosofo quale novello Prometeo “rivendica” ovvero dimostra, verifica filosoficamente-scientificamente di aver pensato come fa lo scienziato col suo metodo scientifico e di nuovo porta all’umanità il fuoco: la filosofia pensa e la scienza non è da meno, anzi.

La φύσις del filosofo è la stessa natura che interpretano gli occhi della fisica retta dall’imprevedibilità come bene sa il matematico Ulrich, – ovvero lo stesso matematico di professione Musil in “L’uomo senza qualità”- che fa esperienza di come variazioni minime possono produrre catastrofi e come a differenza di ciò che insegna la “ filosofia dell’Università” «accade sempre quello che propriamente non ha alcuna ragione di accadere».

Ne “L’uomo senza qualità” Ulrich è un matematico, la sua figura esemplifica la ricerca e l’amore per “il chiaro e distinto” ma vive le aporie e la “violenza” del paradosso che non appartengono solo alla scienza ma sono innervati alla vita, ci costituiscono.

Abitiamo l’inconcludenza e cerchiamo chiarezza per ritrovarci accanto e sperimentare il paradosso.

Infatti «l’infinitamente improbabile costituisce di fatto il tessuto di tutto quanto si chiama reale» Arendt. 

Il caso ed il caos

Annota Cacciari «Il caos, nell’universo, si tramuta in varietà ordinata ed un altro queste varietà si tramuta in caos…. questo cosmico rhythmòs vale all’interno di ogni essente»: la teoria di René Thom ha qualcosa da dire su varietà e catastrofi.

Al teorema di incompiutezza di Gödel che costituisce la crisi dei fondamenti si sono aggiunte le teorie non lineari e della complessità: temi che “non si accontentano” di sostare nei libri, no, vivono con e tra noi: nella vita di ogni giorno.

Le pagine di Cacciari su “Caso-Zufall” in Nietzsche o sulla “Coscienza” sono da leggere: dichiaratamente una resa per chi sta scrivendo.

Il compito della metafisica

“Il discorso metafisico criticando idola consolidati” chiarisce momenti dell’esperienza di ognuno di noi. “Alla metafisica sta il compito di incardinare sul proprio tronco le scienze, di trasformare il labirinto inestricabile” cui si trova impigliata la scienza come in un immensa distesa di mangrovie perché μετὰ τὰ φυσικά è la stessa fisica, la scienza.

Seguono pagine da leggere per vivere la meraviglia e la gioia proprie della filosofia: «la scienza contemporanea ha spiegato» che «muta nel tempo la relazione di complementarità tra oggetto e /o osservazione-misurazione» e nell’osservazione non ha alcuna neutralità l’osservatore infatti la misura “agisce sullo stato fisico, produce effetti calcolabili solo in termini statistici-probabilistici rigorosi ma non secondo l’idea di un determinismo causale”. 

Conclusione

Le parole con cui vogliamo avviare una chiusura – che tale non è perché è più propriamente un richiamo alla responsabilità del pensare e del fare scienza- sono di Cacciari “La metafisica degraderà a essais o pensées e la scienza, separandosi da essa, progredirà soltanto attraverso innumeri specialismi senza fondamento né unità. Problema e destino del Moderno si annunciano qui fin dalle origini con assoluta evidenza” pertanto “filosofi smettete di chiamarvi amanti”- appunto il termine φιλοσοφία, φιλεῖν, phileîn, significa “amare”, σοφία, sophía sta per sapere – perché “la filosofia si è immedesimata con la scienza, wissenschaft”.

Massimo Cacciari, Professore Emerito di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano di cui è stato fondatore e primo Preside collaboratore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e del Collége de Philosophie di Parigi, condirettore delle riviste “Angelus novus”  “Contropiano”, “Laboratorio politico”, “Il centauro” (1981/1986), a “Paradosso”.

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