Approvato regolamento imballaggi, vince l’Italia

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Occorre dirlo subito, senza mezzi termini: sul nuovo regolamento imballaggi, approvato dai ventisette ambasciatori Ue in via definitiva il 14 marzo, ha vinto l’Italia, che ha portato avanti una ferma battaglia in Parlamento e al consiglio europeo per modificare l’impianto di una legge che avrebbe avuto un impatto devastante sul settore del packaging e su quello alimentare. In particolare modo importante è stato il ruolo del centrodestra, con in prima fila proprio lo sparuto ma assai combattivo gruppo di eurodeputati meloniani.

E sono stati proprio due dei protagonisti al parlamento europeo del gruppo guidato da Giorgia Meloni, Carlo Fidanza, il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Pe, e Nicola Procaccini il copresidente del gruppo, a rivendicare con orgoglio il grande risultato ottenuto. “Con l’approvazione del Regolamento sugli imballaggi ad opera dei 27 Ambasciatori Permanenti Ue, ha vinto la linea dell’Italia, quella del buon senso nel coniugare sostenibilità e produzione per non penalizzare famiglie e imprese”. Hanno dichiarato in una nota congiunta hanno dichiarato Procaccini e Fidanza. “Con il precedente testo, ora emendato grazie al lavoro del governo e di Fratelli d’Italia, con il collega Pietro Fiocchi relatore del provvedimento per l’ECR, c’era il forte rischio di tornare indietro rispetto agli sforzi fatti in questi anni dall’Italia nell’ambito dell’economia circolare, su cui famiglie e imprese hanno investito molto. Siamo riusciti a salvaguardare gli investimenti e il futuro di interi settori produttivi strategici, come l’agroalimentare riguardo soprattutto gli imballaggi dei prodotti freschi. Salvaguardando, così, le azioni volte a incentivare e garantire il riciclo di materiali, settori su cui l’Italia è la nazione più virtuosa in Ue. Azioni che comprendono anche gli sforzi delle aziende italiane per produrre materiali in bioplastica, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, che significa garantire lo sviluppo senza inchiodarsi a una sola tecnologia come previsto nella prima stesura del testo”.

Ma anche la stessa premier ha “Abbiamo dimostrato che oggi a Bruxelles c’è un’Italia che non si arrende a soluzioni che penalizzano la nostra industria, ma che è capace di continuare a negoziare fino alla fine in maniera decisa, facendo valere la bontà dei propri argomenti, valorizzando le nostre eccellenze e riuscendo a modificare sostanzialmente il risultato finale”. Così la premier Giorgia Meloni commenta l’approvazione del Regolamento Ue sugli imballaggi, in una nota in cui Palazzo Chigi sottolinea che “i risultati raggiunti sono il frutto di uno sforzo corale di tutti gli attori del ‘sistema Italia'”. Il rischio era davvero altissimo perché se fossero passate le misure previste dal testo originale, come ha sottolineato sempre Nicola Procaccini in un’intervista al Messaggero, sarebbe stato messo a rischio addirittura il 30’% del Pil italiano.

Secondo le nuove norme, entro il 2029, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% annuo delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo. Per raggiungere tale obiettivo, sono tenuti a istituire sistemi di restituzione dei depositi per tali formati di imballaggio, ma Consiglio e Parlamento Ue hanno convenuto di aggiungere un’esenzione dall’obbligo di introdurre sistemi di restituzione dei depositi per gli Stati membri che raggiungono un tasso di raccolta differenziata superiore all’80% nel 2026 e se presentano un piano di attuazione con una strategia per raggiungere la raccolta differenziata generale del 90%. Più in generale, l’accordo fissa obiettivi di riduzione degli imballaggi (5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040) e impone ai paesi dell’Ue di ridurre, in particolare, la quantità di rifiuti di imballaggio in plastica.

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