Parte il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario di Eleonora Duse. Presidente non poteva che essere nominato Giordano Bruno Guerri. Segreteria e tesoreria il Comune di Asolo nelle vesti del sindaco di Mauro Migliorini. Un importante organismo del Ministero della Cultura che per tre anni avrà la funzione di celebrare il ruolo di uno straordinario personaggio del teatro italiano tra fine Ottocento e primo ventennio del Novecento.
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L’incontro iniziale del Vittoriale ha posto le premesse per una proposta non solo scientifica accademica, ma soprattutto didattico – pedagogica. Un dato significativo per rendere la stessa Duse confrontabile sia con i linguaggi teatrali che con una revisione storico – letteraria di una efficacia importanza soprattutto per rendere valorizzante il teatro che dal 1900 giungerà sino alla stagione sperimentale. Pirandello ha saputo incarnare benissimo la visione del teatro dentro la vita. Ma anche la Duse dell’ultima stagione, quella americana, ha saputo ben assorbire le modalità del teatro pirandelliano sulla scena italiana. Tra Sarah Bernhard e Eleonora Duse non si può fare finta che D’Annunzio non abbia lasciato un segno indelebile. Lo ha lasciato.
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Certo, Eleonora avrà la sua autonomia, ma non si può ridimensionare il ruolo che Gabriele ha avuto non solo nel suo privato ma anche nella sua attività di attrice dal 1894 in poi. Gli ultimi anni della Divina sembrano cambiare registro ma l’impronta dannunziana non si cancellerà assolutamente. Tanto meno si potrà celebrare il centenario della Duse facendo a meno del ruolo che l’opera dannunziana ha avuto nella sua vita partendo dalla poesia e dai romanzi. Infatti D’Annunzio la riporterà anche nel “Notturno” oltre che nel mondo alcionico e nel “Fuoco”. Non ci sono dubbi sul fatto che la Duse ebbe rapporti letterari, non solo sentimentali, anche con Arrigo Boito. Ma Boito resta un librettista.
Le opere che la Duse porta sulla scena hanno ramificazioni in molti autori compresi quelli russi. Ma è D’Annunzio che “forgia” le sue opere teatrali intorno al “personaggio” Duse. Resta un discorso completamente aperto. Come è tale il legame tra la Divina e l’opera goldoniana sulla quale Maria Pia Pagani ha scritto testi basilari. Il Vittoriale resta al centro di questi riferimenti per la vastità delle letture. Ciò che resta alla base di tutto è verificare le tipologie innovative post Goldoni e Alfieri nel teatro italiano e dare voce a quell’intreccio tra il teatro pirandelliano e dusiano. È un punto nevralgico, in tale contesto, la Eleonora Duse degli inizi con il periodo dannunziano e da questo alle tournée americane e russe prima.
Il futurismo russo ha influenzato la Duse? Una provocazione? Non direi. La cultura napoletana con Martino Cafiero e Matilde Serao hanno influenzato la prima Duse? In che modo la cultura boitana? In che termini il suo recitare ha affrontato il suo unico film deleddiano? Insomma il discorso ha varie chiavi interpretative che attendono un confronto. Ma è certo che Eleonora Duse non è soltanto una attrice. Innovando ha rivoluzionato. D’Annunzio ha rivoluzionato innovando i linguaggi di un’Italia ancora ottocentesca. Dal Vittoriale a Napoli e da qui a Asolo il viaggio va oltre.