“Ci chiedono le case sugli alberi e il turismo esperienziale”, ma il problema sono le regole e “un vincolo paesaggistico quasi totale”: Zaia fa il punto sul turismo in Veneto, dove la tassa sui voli e il ticket per l’ingresso a Venezia non hanno minimamente spaventato i turisti
Autore: Mattia Cecchini
VENEZIA – C’è Venezia, ci sono le montagne, le terme, ci sono le spiagge… Però i turisti che scelgono il Veneto vorrebbero fare le vacanze anche nelle case sugli alberi. Ma non è mica facile, dice il presidente Luca Zaia: “Abbiamo richieste di case sugli alberi, si cerca il turismo esperienziale, ma abbiamo difficoltà a fare in modo che vengano autorizzate”. Ad esempio, racconta, il glamping, il campeggio di lusso, è ‘nato’ in Veneto “ma è diventato famoso nel mondo non in Veneto perché abbiamo regole e un vincolo paesaggistico quasi totale. Tutto quello che è difforme dalla foto mummificata del Veneto…” è difficile da sdoganare. Il glamping “che potrebbe svilupparsi molto ha ancora molte difficoltà” quando invece, avvisa Zaia, “dobbiamo adeguarci alle richieste e offerte internazionali” che comprendono anche la ‘voglia’ di casa sull’albero.
Zaia difende anche le ‘starlight’: le casette panoramiche in alta montagna per ammirare il cielo stellato. “Che impatto ha un rifugio? La montagna non è nata con i rifugi, i bivacchi, i chiodi per le arrampicate, i piloni per gli impianti di risalita… Ma è bene che queste cose siano state fatte perché abbiamo fatto conoscere la montagna e dato l’opportunità a gente di montagna di restare e gestire rifugi, bivacchi, il negozio di alimentari giù a valle…”. Zaia rivendica un “sentimento di tutela ambientale estremo” ma le “starlight”, dice, “danno risposta a una quota di turisti che ci chiede turismo esperienziale: non sono queste che rovinano” le montagne. E anche le polemiche, in fondo, sono “pubblicità indiretta e marketing”. Le sculture di legno di Vaia, dice ancora Zaia con un altro paragone, non facevano parte del panorama ma oggi sono parte integrante del paesaggio montano. E allora, sfida, se uno dice no alle casette panoramiche “deve dire no a tutto, rifugi, bivacchi e nessuno in montagna“.
“TASSA VOLI E TICKET DI INGRESSO? NON TOLGONO PRESENZE”
La tassa aeroportuale e il ticket di ingresso tengono i turisti alla larga (ad esempio e soprattutto da Venezia)? Per ora no, dicono i dati (record, sul 2023) della Regione Veneto. L’aumentata tassa aeroportuale “ha inciso poco”, dice l’assessore regionale Federico Caner. Ma invita a non dare per risolti i suoi effetti e contraccolpi: resta la “preoccupazione” sulle conseguenze di questi strumenti. Il turista internazionale e le compagnie aeree sono sensibili: si teme che qualcuno possa decidere di non imbarcarsi e che le compagnie spostino altrove i voli. E siccome gli scali di Venezia, Verona e Treviso servono tutto il Veneto e il Triveneto… Insomma, qualche turista in meno potrebbe arrivare. “La nostra preoccupazione” in questo senso la “abbiamo segnalata ma dire ad oggi che, sul 2023, l’aumento della tassa aeroportuale ha portarto una flessione, questo no: i dati lo dimostrano. Ma si deve stare attenti perché il turismo va bene, però è un attimo che le condizioni cambino per effetti dello scenario internazionale”, ribadisce Caner.
Così come “non è che uno non viene perché a Venezia c’è il ticket di ingresso– prosegue- ma c’è il tema della gestione dei flussi turistici esiste e si deve iniziare a spiegare ai turisti che quando arrivano a Venezia non devono andare nei soliti posti” visto che tutti “vogliono fare il percorso classico”: vanno “orientati e guidati ad altre mete. Se vanno tutti a Rialto o a San Marco i problemi li abbiamo”. Tuttavia, ribadisce Caner, il “problema non è il ticket di ingresso. Si spendono 15-20 dollari per entrare in un parco in Costarica e vedere una spiaggia, se uno deve pagare cinque-sei, 10 euro” per ammirare Venezia “non è un problema, il problema è gestire i flussi”. E proprio per gestire i flussi, la Regione Veneto investe e spinge per ottenere più che grandi quantità di persone, un aumento di spesa sul territorio. Insomma, far sì che “la gente che arriva spenda di più, resti sul territorio e giri il Veneto: esci da Venezia e vai a vedere cosa c’è nel resto della regione. Poi- riconosce Caner- Venezia è Venezia e tutti la vogliono vedere, ma il lavoro della Regione e di fare una promozione generica”, per tutte le altre destinazioni.
Dal canto suo, Luca Zaia, presidente della Regione, assicura “massimo rispetto” per le scelte dell’amministrazione Brugnaro, “ci guardiamo bene dalle ingerenze, ma Venezia è un museo, noi siamo abituati alla bellezza di una città unica al mondo”, ma ci sono casi di super-pressione turistica che difficilmente possono essere altrettanto ‘normali’. “Se avessimo 10 milioni di visite alle terre del Prosecco dovremmo mettere la visita prenotata… Questo è uno dei grandi temi: siamo sotto i riflettori e dobbiamo prepararci a un turismo che crescerà sempre di più“, avvisa Zaia. Venezia è uno scrigno di opere d’arte e “tutto va pianificato a salvaguardia di opere d’arte che sono sotto il cielo: abbiamo una responsabilità in più” anche nel senso di dover proteggere certe bellezze “dall’aggressione di chi non si rende conto” di ciò che ha davanti, conclude Zaia.
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