Il lungo addio di Novellara a Saman Abbas

Emilia Romagna

Di

I funerali della diciottenne uccisa dai genitori e dallo zio perché aveva rifiutato un matrimonio combinato si tengono lontano dai riflettori per tutelare il fratello-testimone

Autore: Mattia Caiulo

NOVELLARA (Reggio Emilia) – A Novellara, provincia di Reggio Emilia, è il giorno dell’ultimo saluto a Saman Abbas, la 18enne pachistana che sui social si definiva una “italian girl”uccisa il 30 aprile del 2021 dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio forzato. I funerali, iniziati da poco, si svolgono con rito islamico officiato dal presidente delle comunità islamiche italiane Yassine Lafram, come chiesto dal fratello della ragazza. Proprio per tutelare il giovane che ha trascinato in Tribunale i parenti facendoli condannare, le esequie avvengono lontano dai riflettori. Questa sera il Comune di Novellara (che ha proclamato il lutto cittadino) ha promosso una fiaccolata aperta al pubblico che prevede anche un momento di preghiera con tutti i rappresentanti delle fedi cattolica, islamica, sikh, indù e ortodossa della comunità, e la posa nella piazza del paese di un grande ritratto di Saman, composto da foto più piccole di donne reggiane.

 

IL DRAMMA DI SAMAN, UCCISA DALLA FAMIGLIA

Di Saman non si hanno più notizie il primo maggio del 2021, lo stesso giorno in cui i genitori si imbarcano per il Pakistan da Malpensa. Il padre Shabbar ha fatto ritorno in Italia, in manette, a fine agosto 2023 dopo l’estradizione concessa dalle autorità asiatiche. La madre è ancora ricercata. Fuggono anche lo zio e due cugini di Saman, trasformando l’indagine sulla scomparsa dell’adolescente in un’inchiesta ufficiale per omicidio. Tra il maggio del 2021 e il febbraio 2022 i Carabinieri reggiani, grazie alla collaborazione europea i colleghi francesi e spagnoli, rintracciano lo zio e i cugini della ragazza. Per gli inquirenti c’è il movente e ci sono i colpevoli, ma manca il corpo di Saman (uccisa per soffocamento secondo l’autopsia) che viene ritrovato solo il 17 novembre 2022 sotto un metro e mezzo di terra, in un casolare abbandonato a 700 metri da casa. Ad indicare dove scavare è lo stesso zio considerato l’esecutore materiale del delitto. Il processo contro la famiglia è iniziato a febbraio del 2023 e si è concluso a dicembre dell’anno scorso con la condanna all’ergastolo per i genitori, a 14 anni per lo zio e con l’assoluzione per i cugini. Le motivazioni della sentenza di primo grado sono attese a maggio.

 fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

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