Medio Oriente:ecco cosa sta succedendo

Attualità & Cronaca

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Editoriale di Daniela Piesco co-direttore Radici

Premesso che l’effetto sortito dall’attacco iraniano sembra essere stato molto limitato, dunque una risposta poco più che simbolica agli oltre 30 comandanti dei pasdaran uccisi da Israele in Siria dal 7 ottobre a oggi,la scelta iraniana di attaccare con missili e droni direttamente dal proprio territorio, senza appoggiarsi a paesi più vicini a Israele(come la Siria)ha permesso a Tel Aviv di intercettare e abbattere con più facilità la gran parte della minaccia iraniana. Questo sembra suggerire che, nonostante l’attacco fosse per Teheran inevitabile, l’Iran ha cercato ancora una volta di evitare uno scontro totale con Israele.

Invero se da un lato l’abbattimento dei droni e missili terra-terra iraniani avrebbe potuto contenere la reazione israeliana, dall’altro l’impegno diretto di Teheran nel conflitto regionale ha portato le piazze arabe e musulmane a vedere nell’Iran il loro nuovo campione.

E dunque dall’operazione di sabato notte la Repubblica islamica ottiene un importante ritorno di immagine che potrebbe spendere nei prossimi mesi/anni allargando il soft power del cosiddetto “Asse della resistenza”

In effetti gli iraniani si sono tenuti a un livello medio di risposta e hanno detto che per loro, se Israele non risponde, è finita qui perché l’azione è legata ai fatti di Damasco e non a Gaza. Quindi saranno i prossimi passi di Israele a dettare il futuro della situazione

C’è da dire che l ’attacco ha messo una volta di più in risalto l’ipocrisia occidentale, che ha prontamente condannato (giustamente!) l’Iran, ma non ha mai ammonito Israele per avere innescato la spirale escalatoria. Di fatto prima della rappresaglia Stati Uniti ed Europa hanno esortato l’Iran a non agire, senza però fare altrettanto con Israele.

Infine l’attacco iraniano ha palesato agli occhi del Sud globale e di Russia e Cina la codardia occidentale: Stati Uniti, Francia e Regno Unito non hanno esitato a utilizzare le loro forze per difendere lo spazio aereo e il territorio di Israele da una rappresaglia che il Paese stesso ha di fatto provocato. Eppure, si guardano bene dal prendere misure per chiudere lo spazio aereo dell’Ucraina..

Intanto in Italia in televisione si sono  sperticati  a fare il calcolo di quanti droni sono o non sono stati impiegati abituando così la gente, ormai da due anni,a ciarlare di guerra e a non fargli capire che siamo potenzialmente dinnanzi a quella terza guerra mondiale a pezzi i cui semi sono stati gettati da tempo.

Ma gli italiani si sa, piuttosto che prendere coscienza evitando di esultare quando le nostre navi furono mandate nel mar rosso,preferiscono giocare a risiko .

Si precisa inoltre che l’attacco israeliano è stato condotto sulla base dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite relativo alla legittima difesa. L’azione militare dell’Iran è stata una risposta all’aggressione del regime sionista contro le loro sedi diplomatiche a Damasco.

Ma Israele non ascolta nessuno, né Biden né l’Ue e decide di andare avanti con l’attacco all’Iran. Il premier che ha costruito una carriera sullo scontro con Teheran è pronto ad aprire una crisi senza precedenti. E Gaza? Scompare, insieme alle bombe sugli sfollati e alle fosse comuni allo Shifa…

Per Benyamin Netanyahu la guerra all’Iran vuole dire consolidare la poltrona di primo ministro e riconquistare consensi. Non sono sufficienti per i suoi interessi e quelli della destra israeliana i risultati diplomatici e la solidarietà internazionale che Israele ha ricevuto negli ultimi due giorni. Ha bisogno di più.

Ha bisogno,come gli animali che si nutrono di sangue,di trasmettere la malattia infettiva della guerra per soddisfare la destra estrema sua alleata che invoca a gran voce un attacco devastante contro Teheran per imporre nella regione la legge del paese più forte militarmente.

E intanto,sempre Gaza, resta ai margini. Le agenzie e le tv continuano a mostrare immagini drammatiche di questi civili disperati senza più casa con la carestia alle porte.

La tregua è sempre più lontana.

Hamas ha presentato una nuova offerta per il cessate il fuoco e lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri politici palestinesi ma Israele la ritiene inaccettabile perché vuole tirare ancora la corda attaccando l’Iran in modo da provocarne una seconda rappresaglia.Ma è bene chiarire che  lo fa  perché non ha ricevuto alcuna forma di pressione da parte degli americani e degli europei. Se quindi nelle prossime settimane e mesi ci troveremo un conflitto generalizzato in Medio Oriente, la responsabilità sarà anche di Washington e degli europei

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