L’Umbria offre paesaggi straordinari e città indimenticabili. Ma anche -e soprattutto- vigneti straordinari, vitigni sorprendenti e vini maestosi. Ne abbiamo avuto conferma visitando lo stand della Fattoria Le Poggette. Una cantina sorprendente che il direttore Franco Santucci ci ha guidato a conoscere aiutando la degustazione con assaggi di pecorino umbro e di salsiccia saporita. Si tratta di vini biologici certificati, franchi, complessi, speziati al punto giusto.
I vini della Fattoria erano stati evidenziati dalla Guida Veronelli nel lontano 1997 con il voto di 91/100, e il loro canaiolo negli anni 1997 e 1998 era stato citato con lode nella stessa guida. Quindi un bel biglietto da visita per chi approccia la degustazione di questi sorprendenti vini di un’azienda tutta da scoprire.
La Fattoria le Poggette si estende per 450 ettari nelle colline del comune di Montecastrilli e San Gemini. Siamo in provincia di Terni, nella doc Amelia, nel sud dell’Umbria, di cui solo 20 ettari a vigneto. Si tratta di una zona con ottima solarità, con terreni argillo / sabbiosi / calcarei di media collina. Il microclima della fattoria è influenzato da una conformazione naturale ad anfiteatro che la racchiude in una conca riparata dai venti freddi.
La realtà agricola è nata negli anni sessanta quando Giorgio Lanzetta acquistò i terreni, dedicandosene una parte a vigneto e portando dalla sua terra d’origine, l’Abruzzo, il vitigno Montepulciano. Un’uva che ha ampiamente dimostrato di avere grandi caratteri. Negli anni ‘75 / 80 sono stati impiantati nuovi vigneti con la prospettiva di produrre vino rosso di qualità con uvaggi Sangiovese, Canaiolo, e Montepulciano.
Il prodotto originariamente era collocato sfuso sul mercato, successivamente si è costituita la DOC Colli Amerini nella quale la Fattoria Le Poggette è rientrata interamente con i suoi vigneti.
Ultimamente l’azienda ha impiantato altri cinque ettari di vigneti sempre con i vitigni Sangiovese, Canaiolo, e Montepulciano. Dal 1995 l’impostazione produttiva si è spostata verso la produzione di vini rossi d’alto livello.
Grechetto 2022: colori intensi, profumi di frutta esotica, e gusto pieno e audace grazie all’utilizzo delle uve sovramaturate. Vino fresco e minerale, che riprende le caratteristiche del terroir, è un biglietto da visita importante per una produzione che si basa soprattutto su vitigni autoctoni.
Rosato 2023 con uve Sangiovese al 100%. Al naso il vino recita la sua parte e la tipicità zonale del Sangiovese porta forza e piacevolezza. Il rosato nel bicchiere e poi in bocca esplode fortemente con tutta la sua potenza, i suoi frutti rossi e la sua acidità e finanche qualche tannino per sgrassare l’eventuale piatto un po’ troppo grasso.
Torre Maggiore 2017, Montepulciano. Da qui la svolta, si inizia ad entrare nel cuore della produzione de Le Poggette con uno dei suoi vini più iconici ed eleganti. Il Montepulciano accompagna il pecorino con l’eleganza e la nonchalance di una primadonna, mentre gli aromi e l’analisi gustativa sono un piacere per il naso e la bocca. Abbinamento super!
Canaiolo 2016, è un dono grande, un sorso che piace molto, è avvolgente nella sua potenza e allo stesso tempo nella sua semplicità. La bottiglia aperta ha 8 anni di anzianità ma ancora si avvertono tannini verdi. Un vino ancora giovane (!!!) e il sorso la dice lunga sulla sua longevità.
Collitto 2019, è un blend di tutti i vitigni lavorati in Fattoria: Sangiovese grosso, Canaiolo, Montepulciano. E’ un vino che viene assemblato dopo che lunghe macerazioni separate estraggono il meglio dai tre vitigni. E’ un vino molto gradevole. Con tannino fine e giusto corpo.
Amelia 2017, Sangiovese Grosso, è un vino eccellente che passa molto tempo di affinamento in botti usate che forniscono al prodotto la giusta porosità. Vino speciale, da abbinare arrosti e carne alla griglia, ha sentori e pennellate di gusto che ricordano i fratelli della Toscana.
E veniamo ai due vini più importanti che hanno lasciato il segno
Sangiovese 2015, un misto di frutti rossi ed emozioni varie, che entrano ed escono dal naso e si avvinghiano al palato in vorticose passioni. Un vino quasi perfetto se non fosse che subito dopo viene servito
Amelia 2015, e qui la perfezione tocca il suo apice! Il sorso lascia senza parole tanto sono travolgenti o sentori di pepe, frutti rossi, sottobosco. Il vino al palato è pronto e maturo, il tannino non soffoca, è entro i giusti limiti. La bocca viene invasa da una morbidezza unica che qualsiasi carne o pecorino gli venga abbinata, fa la sua figura. In poche parole è avvolgente, disteso, compatto, e al tempo stesso potente e austero.