Tre giorni fa la giornata mondiale dell’ambiente oggi quella degli Oceani, che forniscono all’umanità e agi ecosistemi, in generale innumerevoli benefici a iniziare dall’ossigeno.
Oggi gli oceani sono da proteggere dagli effetti generati dalle azioni umane. Gli Oceani sono sempre più caldi.
Lo scorso anno le acque a livello mondiale hanno continuato a riscaldarsi, in superficie e fino a 2000 metri di profondità raggiungendo livelli mai registrati prima.
Uno studio pubblicato a gennaio su SpringerLink, che è un servizio di informazione in linea che fornisce l’accesso al testo completo, dei periodici peer-reviewed pubblicati dall’editore Springer (Nuove temperature oceaniche record e relativi indicatori climatici nel 2023 | Progressi nelle scienze atmosferiche (springer.com).
La ricerca ha rilevato che la quantità di energia sotto forma di calore immagazzinata dagli oceani, tra la superficie e 2000 pari a circa 69.000 miliardi di chilowattora termici.
L’intera economia mondiale ha un consumo di energia pari allo 0,2% della energia sotto forma di calore presente negli oceani.
I valori più alti sono stati registrati nell’oceano Atlantico, nel Mediterraneo e negli oceani meridionali.
Negli ultimi 35 anni l’aumento del contenuto di calore è stato di due volte.
Le determinazioni sono state ottenute misurando, in zone rese disponibili dal Database del World Ocean.
Sulla superficie degli oceani la temperatura media è stata la più alta degli ultimi 40 anni e pari, a 0.54 °C.
La causa del riscaldamento? L’aumento di concentrazione di gas serra, in particolare biossido di carbonio che ha progressivamente fatto aumentare la quantità di energia intrappolata nella fase di riflessione, verso lo spazio della radiazione solare incidente.
Considerato che il 90% del calore accumulato si deposita negli oceani, comportando una variazione in aumento della temperatura delle acque.
Un ruolo ulteriore è svolto da Nino e dalla Nina attivi dallo scorso anno. Il termine El Niño, in spagnolo significa “bambino “, fu usato per la prima volta dai pescatori del Perù e dell’Ecuador per indicare la comparsa di acque oceaniche insolitamente calde nel periodo intorno a Natale.
La Niña in spagnolo significa “la bambina”, o “evento freddo” El Niño e La Niña sono fasi opposte del ciclo naturale ENSO, durante il quale le temperature superficiali oceaniche della zona centrale e orientale del Pacifico equatoriale variano tra valori più caldi (El Niño) e valori più freddi (La Niña) rispetto alla media di lungo termine.
Gli eventi El Niño e La Niña si presentano in media ogni due-sette anni, con El Niño di solito più frequente de La Niña.
Durano dai 9 ai 12 mesi.
Da maggio dello scorso anno Nino e Nina stanno causando riscaldamento o raffreddamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico.
Dalla ricerca si evince che altri parametri degli oceani sono cambiati come la salinità. Le acque calde, essendo meno dense e meno salate tendono a rimanere in superficie e non sono, in grado di trasportare calore, anidride carbonica e ossigeno alle acque più profonde, con gravi conseguenze per la vita animale e vegetale.
Si parla in questo caso di stratificazione delle acque oceaniche: ebbene, proprio a causa del cambiamento della struttura verticale della temperatura e della salinità anche la stratificazione oceanica è aumentata dalla fine degli anni Cinquanta raggiungendo, sopra i 2000 metri, valori record nel 2023.
Gli oceani coprono il 75% della superficie terrestre e contengono il 98% dell’acqua presente sulla Terra e circa 200.000 specie identificate.
È fondamentale tenere presente, dunque, che ogni cambiamento negli oceani ha conseguenze serie.
Circa il 50% dell’attuale aumento del livello del mare, è attribuito all’espansione degli oceani per effetto dell’ accumulo di calore.
Il riscaldamento degli oceani causa un’intensificazione degli eventi meteorologici estremi.
La tutela degli ecosistemi marini e costieri è stata inserita tra gli obiettivi dell’Agenda 2030: “Gli oceani del mondo (la loro temperatura, la loro composizione chimica, le loro correnti e la loro vita) influenzano i sistemi globali che rendono la Terra un luogo vivibile per il genere umano. L’acqua piovana, l’acqua che beviamo, il meteo, il clima, le nostre coste, molto del nostro cibo e persino l’ossigeno presente nell’aria che respiriamo sono elementi in definitiva forniti e regolati dal mare…Un’attenta gestione di questa fondamentale risorsa globale è alla base di un futuro sostenibile”.