Di Carmen Menendéz – Edizione italiana: Cristiano Tassinari
Il 33enne rapper spagnolo (al secolo Pablo Rivadulla i Durò) – salito alla ribalta per un canzone ritenuta offensiva nei confronti della monarchia spagnola – lunedì si era barricato nel rettorato dell’Università di Lleida, in Catalogna, per evitare di essere arrestato.
Canzoni contro la monarchia
Hasél doveva costituirsi entro venerdì scorso, dopo la condanna a nove mesi di carcere per aver scritto canzoni che, secondo il tribunale che lo ha giudicato colpevole, rappresentano un insulto alla Corona e apologia di terrorismo.
Con un blitz all’alba di martedì, le forze di sicurezza hanno arrestato Hasél: hanno utilizzato decine di agenti di polizia e una ventina di furgoni.
“Libertà per Pablo Hasél!”, ha gridato una cinquantina di sostentori del rapper, mentre è stato tratto in arresto dalla polizia.
Almodóvar e Bardem appoggiano Hasél
Il mondo culturale spagnolo e catalano è dalla parte di Hasél.
Più di 200 artisti, tra cui il regista Pedro Almodóvar, l’attore Javier Bardem e il cantante catalano Joan Manuel Serrat, hanno firmato una petizione contro l’arresto di Hasél.
Anche Amnesty International ha dichiarato che si tratta di una pena eccessiva per Hasél.
Oltre agli attacchi alla monarchia, i tweet e i testi del musicista accusano la polizia di torturare e uccidere manifestanti e migranti.
Già nel 2014, Hasél era stato condannato a due anni di carcere, allora per incitamento al terrorismo. E, in seguito, nel 2017 e 2018, era stato denunciato per altri due episodi: nel primo caso per resistenza a pubblico ufficiale, nel secondo caso per violazione di domicilio.
Il caso-Valtònyc
Ma Pablo Hasél non è il primo artista a finire nei guai con la legge spagnola.
Nel 2018 un altro rapper, noto come Valtònyc, fu condannato a tre anni e mezzo di carcere, ma fuggì in Belgio, dove un tribunale decise di non estradarlo.
“Crimini di espressione”: alleati di governo diviso
Il governo spagnolo, guidato dal socialista Pedro Sanchèz, sembra non avere intenzione d ridurre la pena per i cosiddetti “crimini di espressione” nei casi che coinvolgono attività artistiche e culturali. Mentre l’alleato di governo Pablo Iglesias, di Unidos Podemos, ha chiesto la grazia per Pablo Hasél.