Omicidio Macchi, la Cassazione conferma l’assoluzione per Binda

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La Cassazione ha confermato l’assoluzione di Stefano Binda accusato per l’omicidio di Lidia Macchi, la giovane studentessa uccisa con 29 coltellate nel 1987 e rinvenuta senza vita in un bosco a Cittiglio in provincia di Varese. Stefano Binda, compagno di liceo della vittima, era stato condannato all’ergastolo in primo grado e poi prosciolto in appello dalla Corte di Assiste di Milano.

I supremi giudici della Corte di Cassazione hanno accolto le richieste di Marco Dall’Olio, sostituto procuratore generale, il quale durante la requisitoria aveva sostenuto che non vi era alcun elemento per affermare che l’autore della lettera, inviata ai genitori di Lidia il giorno del funerale, potesse essere l’assassino della giovane. “Non c’è alcun elemento che conduca quella lettera all’omicidio se non una suggestione” aveva dichiarato, “e inoltre non corrisponde a Binda il dna trovato sulla vittima e non è smentito il suo alibi”.

“Crediamo che durante il corso delle indagini e soprattutto dei processi non siano emerse prove a sufficienza per ritenere che Stefano Binda sia stato l’assassinio di Lidia e pertanto comprendiamo la sua completa assoluzione”, sottolineano i familiari di Lidia Macchi aggiungendo “In noi rimarrà per sempre la ferita di non aver trovato il colpevole della morte di Lidia”.

redazione@corrierenazionale.net

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